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  1. #1
    Partecipante L'avatar di adacaccia
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    caso clinico v.o. settembre 2008

    ciao a tutti! non so se già esiste un forum sella seconda prova..in realtà nn l'ho trovato! che dite di scambiarci casi ed utili consigli??

  2. #2
    Neofita
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Assolutamente si! In effetti non c'e' molta partecipazione.. Iniziamo noi, qualcun'altro si aggiungerà.. Proponiamo qualche caso, le terapie consigliate per i diversi disturbi, i test da utilizzare..

    Che ne dite di questo?

    Marcella D. ha 34 anni quando si reca per la prima volta da una psicologa del Servizio Pubblico su invio del suo medico di famiglia, che durante una visita l'ha trovata con numerosi tagli sulle braccia e sulle gambe che, dice Marcella, "mi faccio da sola quando sto proprio giù". Marcella racconta di essere stata una bambina-modello, che ha reso felice i genitori e gli insegnanti fino agli ultimi anni delle superiori. Infatti, anche quando la mamma la costrinse a studiare danza benché lei amasse nuotare ed andare a karatè, Marcella acconsenti. Intorno ai 18 anni è stata lasciata dal fidanzato, nonostante i suoi tentativi disperati per tenerselo accanto, e questo le ha provocato un dolore insopportabile: "Per due anni sono stata malissimo, non riuscivo a guardarmi allo specchio, poi mi sono detta che dovevo reagire ed ho cominciato a frequentare vari gruppi, ho cambiato spesso ragazzo, ma nessuno mi piaceva per più di una settimana. Anche adesso quando qualcuno mi piace me lo prendo senza problemi, tanto so che tutto dura poco". In passato è stata ricoverata per una sospetta epatite. Marcella riferisce di sentirsi a periodi desiderabile e simpatica, a periodi brutta, odiosa e cattiva. In questi momenti si tagliuzza "per non sentire tutta la rabbia che ho dentro". Un paio di volte ha rivolto questa sua aggressività contro delle colleghe di lavoro, arrivando a picchiarle. Marcella racconta che una volta, avendole viste uscire tutte insieme dalla stanza del Direttore, ha persino pensato che " forse chissà avrebbero potuto parlare di me per farmi licenziare" anche se la cosa la fa sorridere. Inoltre, Marcella confessa alla psicologa che quando si sente nervosa, arrabbiata o sola, prende la propria automobile e si fa delle corse folli anche a rischio della propria vita, oppure fa acquisti in maniera esagerata.

  3. #3
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Citazione Originalmente inviato da antonello80 Visualizza messaggio
    Marcella D. ha 34 anni quando si reca per la prima volta da una psicologa del Servizio Pubblico su invio del suo medico di famiglia, che durante una visita l'ha trovata con numerosi tagli sulle braccia e sulle gambe che, dice Marcella, "mi faccio da sola quando sto proprio giù". Marcella racconta di essere stata una bambina-modello, che ha reso felice i genitori e gli insegnanti fino agli ultimi anni delle superiori. Infatti, anche quando la mamma la costrinse a studiare danza benché lei amasse nuotare ed andare a karatè, Marcella acconsenti. Intorno ai 18 anni è stata lasciata dal fidanzato, nonostante i suoi tentativi disperati per tenerselo accanto, e questo le ha provocato un dolore insopportabile: "Per due anni sono stata malissimo, non riuscivo a guardarmi allo specchio, poi mi sono detta che dovevo reagire ed ho cominciato a frequentare vari gruppi, ho cambiato spesso ragazzo, ma nessuno mi piaceva per più di una settimana. Anche adesso quando qualcuno mi piace me lo prendo senza problemi, tanto so che tutto dura poco". In passato è stata ricoverata per una sospetta epatite. Marcella riferisce di sentirsi a periodi desiderabile e simpatica, a periodi brutta, odiosa e cattiva. In questi momenti si tagliuzza "per non sentire tutta la rabbia che ho dentro". Un paio di volte ha rivolto questa sua aggressività contro delle colleghe di lavoro, arrivando a picchiarle. Marcella racconta che una volta, avendole viste uscire tutte insieme dalla stanza del Direttore, ha persino pensato che "forse chissà avrebbero potuto parlare di me per farmi licenziare" anche se la cosa la fa sorridere. Inoltre, Marcella confessa alla psicologa che quando si sente nervosa, arrabbiata o sola, prende la propria automobile e si fa delle corse folli anche a rischio della propria vita, oppure fa acquisti in maniera esagerata.
    Ho evidenziato in neretto quelli che mi sembra siano sintomi degni di un'ipotesi di personalità borderline. La sintomatologia fa il suo esordio nella tarda adolescenza/prima età adulta, sono presenti instabilità relazionale e nella percezione di sè, autolesionismo e tentativi disperati di evitare l'abbandono, rabbia e aggressività come dimostrato dagli scontri fisici con le colleghe, momenti di ideazione paranoide (le colleghe che parlano male di lei), marcata impulsività come dimostrato dalle corse folli in automobile o gli acquisti esagerati.
    Marcella fin dalla prima infanzia ha cercato di accontentare gli altri significativi, probabilmente per paura di perderne l'affetto e l'approvazione. Sarebbe opportuno approfondire come siano state attraversate le principali tappe evolutive, il vissuto oggettuale, il proc. di separazione individuazione, l'organizzazione dell'Io, l'ambiente familiare (ruoli, regole, sottosistemi, stili educativi, atteggiamenti genitoriali e stili comunicativi).
    Andrebbero esplorate le tematiche della dipendenza, della aggressività e della rabbia.
    La donna sembra essere consapevole dell'irrazionalità di certe sue tendenze comportamentali, ma non fa o non riesce a fare nulla per gestire se stessa più adeguatamente.
    Si potrebbe consigliare un intervento terapeutico supportivo-espressivo con approccio psicodinamico di gruppo. Gli obiettivi da raggiungere:
    - rafforzamento del'Io, superamento della scissione verso una integrazione armonica dell'oggetto buono e cattivo e dunque del Sè;
    - promozione del processo di separazione-individuazione;
    - ripristino di un buon contatto con la realtà in forma stabile;
    - interiorizzazione di un oggetto positivo, base della fiducia e autostima, che favorisca un migliore contenimento dell'angoscia;
    - elaborazione dei temi relativi alla dipendenza, rabbia, angoscia abbandonica.
    "Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona, ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perchè non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata, piuttosto che star sole." (Il giorno in più - F. Volo)

  4. #4
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    non ho letto il caso attentamente, ma sono d'accordo con la diagnosi e con i possibili approfondimenti diagnostici. riguardo gli strumenti..il Ror come lo vedete?

  5. #5
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    R., 32 anni, chiede una visita psicologica lamentando difficoltà di inserimento, di comportamento e di relazione insorte circa 10 anni orsono e che hanno reso problematica la sua realizzazione personale. Il soggetto soffre da circa dieci anni di una grave insufficienza renale, considerata la vera causa di tutti i suoi problemi e tende a minimizzare il disagio psichico.
    Non Ë sposato, non ha relazioni sentimentali, vive in famiglia con padre e madre ed un fratello minore. Ha conseguito un diploma di scuola media superiore, ma non riesce a trovare un'adeguata sistemazione lavorativa, pur accontentandosi di lavori non collegati al suo titolo di studio. Ciò lo ha reso critico ed aggressivo verso la societ‡ determinando atteggiamenti di rifiuto, di negatività e di isolamento.
    La situazione esistenziale del soggetto Ë caratterizzata da accentuata conflittualità con il padre che crea all'interno del nucleo familiare un'atmosfera carica di tensioni aggravate da spunti aggressivi e atteggiamenti rivendicativi nei confronti dei genitori e del fratello.
    La coppia genitoriale appare in crisi e manifesta da sempre una notevole conflittualit‡ ed incompatibilit‡ di carattere fra i coniugi. I genitori del paziente segnalano nella sua infanzia e adolescenza problemi di fragilit‡ emotiva, difficolt‡ di rapporto interpersonale e tendenza all'isolamento. Il soggetto non riferisce problemi nÈ di tipo infantile, nÈ di tipo adolescenziale.
    Il soggetto viene sottoposto ad una valutazione psicodiagnostica, cui aderisce volentieri, per stabilire una ipotesi diagnostica ed un successivo progetto di intervento.
    Presentazione delle risposte del soggetto al test di Rorschach, Matrici Progressive 38 di Raven e profilo MMPI. "

    Che ne pensate? l'ho scaricato sul sito di ops..ma nn mi convince la diagnosi di depressione.

  6. #6
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Citazione Originalmente inviato da adacaccia Visualizza messaggio
    non ho letto il caso attentamente, ma sono d'accordo con la diagnosi e con i possibili approfondimenti diagnostici. riguardo gli strumenti..il Ror come lo vedete?
    Lo vedo bene
    "Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona, ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perchè non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata, piuttosto che star sole." (Il giorno in più - F. Volo)

  7. #7
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Citazione Originalmente inviato da adacaccia Visualizza messaggio
    R., 32 anni, chiede una visita psicologica lamentando difficoltà di inserimento, di comportamento e di relazione insorte circa 10 anni orsono e che hanno reso problematica la sua realizzazione personale. Il soggetto soffre da circa dieci anni di una grave insufficienza renale, considerata la vera causa di tutti i suoi problemi e tende a minimizzare il disagio psichico.
    Non Ë sposato, non ha relazioni sentimentali, vive in famiglia con padre e madre ed un fratello minore. Ha conseguito un diploma di scuola media superiore, ma non riesce a trovare un'adeguata sistemazione lavorativa, pur accontentandosi di lavori non collegati al suo titolo di studio. Ciò lo ha reso critico ed aggressivo verso la societ‡ determinando atteggiamenti di rifiuto, di negatività e di isolamento.
    La situazione esistenziale del soggetto Ë caratterizzata da accentuata conflittualità con il padre che crea all'interno del nucleo familiare un'atmosfera carica di tensioni aggravate da spunti aggressivi e atteggiamenti rivendicativi nei confronti dei genitori e del fratello.
    La coppia genitoriale appare in crisi e manifesta da sempre una notevole conflittualit‡ ed incompatibilit‡ di carattere fra i coniugi. I genitori del paziente segnalano nella sua infanzia e adolescenza problemi di fragilit‡ emotiva, difficolt‡ di rapporto interpersonale e tendenza all'isolamento. Il soggetto non riferisce problemi nÈ di tipo infantile, nÈ di tipo adolescenziale.
    Il soggetto viene sottoposto ad una valutazione psicodiagnostica, cui aderisce volentieri, per stabilire una ipotesi diagnostica ed un successivo progetto di intervento.
    Presentazione delle risposte del soggetto al test di Rorschach, Matrici Progressive 38 di Raven e profilo MMPI. "

    Che ne pensate? l'ho scaricato sul sito di ops..ma nn mi convince la diagnosi di depressione.

    Non mi sembra siano soddisfatti i criteri dell'episodio depressivo maggiore e dunque della depressione, sebbene il soggetto manifesti un ritiro dall'investimento oggettuale. L'ipotesi che io farei è di personalità evitante... del resto il soggetto manifesta difficoltà relazionali e di inserimento fin dalla prima età adulta, non si fa accenno a umore persistentemente depresso o a significativa perdita di interesse e piacere per ogni tipo di attività.
    Certo la tendenza all'isolamento caraterizza anche la personalità schizoide, ma non mi sembra questo il caso visto che traspare un certo desiderio di relazione nel soggetto che giunge alla consultazione, mentre sappiamo che nel disturbo schizoide non vi è interesse alla relazione.
    "Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona, ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perchè non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata, piuttosto che star sole." (Il giorno in più - F. Volo)

  8. #8
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    A proposito di R., 32 anni, anche a me la depressione non convince.. Non mi sembra siano soddisfatti i criteri per almeno un episodio depressivo maggiore. Che ne dite invece di un disturbo schizoide di personalità? Tra i criteri mi sembra di ritrovare "non desidera ne prova paicere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia", lui stesso riferisce atteggiamneti di rifiuto e isolamento; "quasi sempre sceglie attività solitarie"; ""prova piacere in poche o nessuna attività" infatti riferisce negatività; "non ha amici stretti e confidenti" gli stessi atteggiamenti di prima.
    COmunque bisogna sicuramnete approfondire i vissuti relativi a questa "grave insufficienza renale" alla quale il soggetto attribusice tutti i suoi mali..
    Nel caso la diagnosi fosse corretta, si potrebbe consigliare una terapia inizialmente supportiva, ed un approccio sistemico-familiare.

  9. #9
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Citazione Originalmente inviato da antonello80 Visualizza messaggio
    A proposito di R., 32 anni, anche a me la depressione non convince.. Non mi sembra siano soddisfatti i criteri per almeno un episodio depressivo maggiore. Che ne dite invece di un disturbo schizoide di personalità? Tra i criteri mi sembra di ritrovare "non desidera ne prova paicere nelle relazioni strette, incluso il far parte di una famiglia", lui stesso riferisce atteggiamneti di rifiuto e isolamento; "quasi sempre sceglie attività solitarie"; ""prova piacere in poche o nessuna attività" infatti riferisce negatività; "non ha amici stretti e confidenti" gli stessi atteggiamenti di prima.
    COmunque bisogna sicuramnete approfondire i vissuti relativi a questa "grave insufficienza renale" alla quale il soggetto attribusice tutti i suoi mali..
    Nel caso la diagnosi fosse corretta, si potrebbe consigliare una terapia inizialmente supportiva, ed un approccio sistemico-familiare.
    Il soggetto schizoide non prova interesse, nè piacere ad intrattenere rapporti socio-affettivi neanche con i familiari; manifesta freddezza e distacco tali da risultare indifferente tanto alle critiche quanto alle lodi altrui. Nel nostro caso invece emerge un rapporto conflittuale con il padre... dunque, seppur conflittuale, il rapporto c'è.
    Sarebbe opportuno raccogliere maggiori informazioni sul sig. R con ulteriori colloqui e magari la somministrazione di un reattivo di personalità.
    "Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona, ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perchè non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata, piuttosto che star sole." (Il giorno in più - F. Volo)

  10. #10
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    in effetti è difficle distinguere. tuttavia si può dire che nel dist. evitante è presente il desiderio di relazione, nonostante il timore di essere giudicati inadeguati ed un'eccessiva aspettativa di rifiuto. Nel dist.schizoide il disagio è più pervasivo e vi è scarso desiderio di rapporti interpersonali.nel primo disturbo i soggetti sentono molto la solitudine, al contrario degli schizoidi che la cercano o si accontentano delle poche relazioni.il testo non aiuta granchè, ma sono più propensa per il disturbo schizoide..

  11. #11
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di LaRoby
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Caso clinico
    Alberto è un giovane di 21 anni; afferma di accusare da due anni:
    1) disturbi somatici di vario tipo, quali nausea e vomito, vertigini, palpitazioni cardiache; tale sintomatologia si presenta soprattutto prima di andare a scuola;
    2) sensazioni di inadeguatezza e inferiorità rispetto ai compagni di scuola e agli amici in generale.
    Questa doppia condizione disadattiva lo ha spinto a:
    a) aumentare sempre più le assenze da scuola (15 o 20 giorni consecutivi), come unico rimedio dei suoi malesseri;
    b) ridurre gli incontri con i suoi amici, fino all’isolamento totale.
    Da alcuni mesi accusa fiacchezza, facile affaticabilità, inappetenza, disturbi di sonno, umore depresso, poca voglia di essere attivo. Inoltre afferma di avvertire sempre più il desiderio di legarsi alla madre e di chiederne la presenza quando è a casa, affermando di avere paura di impazzire o di morire se si trova solo.
    La madre, dal suo canto, ha sviluppato un atteggiamento di ipercontrollo e di vigilanza da quando il figlio sta male, mostrandosi preoccupata e ansiosa e incrementando lei stessa il proprio attaccamento nei confronti del figlio.
    Dell’ambiente familiare bisogna dire che:
    a) il padre è sempre stato un soggetto poco presente e scarsamente incisivo verso il figlio e la moglie. Portato a deresponsabilizzarsi, sembra non aver avuto mai voce in capitolo nella vita familiare; passivo e remissivo verso la moglie e gli altri, svolge una vita isolata e monotona, preferendo
    adeguarsi alle decisioni della moglie.
    b) La madre, di carattere ansioso e apprensivo, ha svolto un ruolo leader nella gestione della vita familiare. Tendenzialmente ipercontrollante e iperprotettiva, non ha mai sopportato atteggiamenti e desideri di autonomia e di individualismo, che il figlio (primo di due fratelli) cercava di affermare dall’età di 14 anni.


    Che ne pensate?
    A me sembra che la sintomatologia più recente (fiacchezza, facile affaticabilità, disturbi del sonno, inappetenza, poca voglia di essere attivo, umore depresso) possa giustificare un'ipotesi di disturbo depressivo maggiore.
    L'evitamento della scuola e delle relazioni sociali potrebbe rendere conto tanto di una personalità evitante, quanto di una fobia sociale, se non di un problema di ansia da separazione.
    Tuttavia, poichè sembra si tratti di un evitamento reattivo sono propensa per l'ipotesi di un problema di ansia, più che di personalità. Potrebbe anche essere che le due cose coesistano.
    Il disturbo d'ansia da separazione perchè lo si possa diagnosticare deve aver fatto il suo esordio entro i 18 anni e qui siamo fuori per un pelo visto che il ragazzo ora 21enne ha iniziato ad accusare i suoi sintomi un paio d'anni fa. I tentativi di autonomizzazione posti in essere verso i 14 anni tuttavia mi fanno pensare che nell'Alberto adolescente (dunque alle prese con il secondo fondamentale processo di separazione-individuazione) vi fosse tutto il desiderio di svincolo e individuazione.... credo che se di ansia da separazione si fosse trattato già all'epoca avremmo dovuto rintracciare una qualche difficoltà. La cosa andrebbe comunque approfondita.
    Indubbiamente il ragazzo attualmente sembra dipendere fortemente dalla madre di cui richiede la costante presenza onde evitare il pericolo di impazzire o morire. Ciò mi fa pensare che manchi un introietto positivo, costante e contenitivo...
    Il caso è complicato, al di là dell'episodio depressivo, si intrecciano numerose ipotesi d'ansia e di personalità.

    Attendo pareri
    "Anche a me piacerebbe condividere il resto della vita con una persona, ma non riesco a farlo con uno che non amo, solo perchè non c'è di meglio. La medaglia d'argento. Conosco un sacco di persone che stanno con la medaglia d'argento, la seconda classificata, piuttosto che star sole." (Il giorno in più - F. Volo)

  12. #12
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Caso di Alberto.
    Penso anche io che nn sia presente un disturbo di personalità. Sono d'accordo con il disturbo depressivo maggiore al quale si affianca uno stato di ansia generalizzato. Sono presenti diversi elementi da approfondire: il ragazzo ha 21 anni, ma il testo dice che frequenta la scuola. Indagare su eventuali insuccessi scolastici.Se vi è stato qualche motivo scatenante nell'ultimo periodo rispetto al disagio portato da ragazzo. Centrale, in questo caso, è il rapporto con la figura materna, intrusiva e che porta ad una relazione di invischiamento, con conseguente impossibilità per il ragazzo di raggiungere l'indipendenza. i SINTOMI ANSIOSI, campanello d'allarme, POTREBBERO FAR PENSARE PROPRIO a tale difficoltà di Alberto, ossia il conflitto tra dipendenza ed indipendenza, Sarebbe utile pertanto indagare la fase di separazione-individuazione per poter far emergere eventuali fissazioni o blocchi durante tale periodo. Suggerirei la somministrazione del MMPI-2 e lo Stai. Inoltre una terapia inizialmente supportiva, in modo da poter creare un clima di empatia ed un'alleanza, e successivamente espressiva ad orientamento sistemico-relazionale qualora la famiglia fossa disponibile.

    (Sono stata un po' sintetica per mancanza di tempo! Spero di essere stata chiara. Aspetto qualche opinione...)

  13. #13
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    ma che caxxo di traccia hanno messo? Un bambino di 11 anni! No comment..

  14. #14
    Partecipante Affezionato L'avatar di valerya84
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    ragazzi, gentilmente, x chi di voi del v.o. ha sostenuto oggi la prova, può dirci all'incirca di che caso (clinico) si trattava e quali erano le richieste della traccia?
    vi ringrazio in anticipo....

  15. #15
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    Riferimento: caso clinico v.o. settembre 2008

    Citazione Originalmente inviato da valerya84 Visualizza messaggio
    ragazzi, gentilmente, x chi di voi del v.o. ha sostenuto oggi la prova, può dirci all'incirca di che caso (clinico) si trattava e quali erano le richieste della traccia?
    vi ringrazio in anticipo....

    Il caso clinico di oggi era quanto di più inatteso potesse essere. Non c'era il caso sull'adulto, bensì sul bambino. Si trattava di un bambino di 11 anni con crisi di ansia.... in verità non era richiesto nessun inquadramento diagnostico, ma una discussione su come si pensava di portare avanti il colloquio....
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