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  1. #1
    Ospite non registrato

    Singapore, morte le gemelle siamesi iraniane

    Dopo l'annuncio scene di pianto e di disperazione al Rafles Hospital

    Ladan è deceduta poco dopo la separazione. Un'ora più tardi muore anche Laleh per una grave emorragia

    SINGAPORE - Finale tragico per l'ambizioso intervento di Singapore: anche Laleh non ce l'ha fatta, è morta poche ore dopo Ladan. Lo hanno riferito fonti del Rafles Hospital poco dopo l'annuncio della avvenuta separazione.
    «Appena è iniziata la separazione delle sorelle si è verificata una copiosa emorragia», ha detto Prem Kumar Nair, portavoce del Raffles Hospital dove l'operazione era in corso da domenica (è durata 53 ore) con un'équipe di 28 chirurghi e 100 assistenti. «Le sorelle si sono così trovate in condizioni critiche. I medici hanno tentato di stabilizzare Ladan, ma le sue condizioni sono peggiorate velocemente e, nonostante gli sforzi dell'equipe medica, la giovane non ce l'ha fatta». Laden, che fin dall'inizio appariva la più debole, è morta appunto per avere perso troppo sangue. Stesso problema, poche ore dopo, per la sorella Laleh.

    DISPERAZIONE IN OSPEDALE - All'annuncio della morte delle gemelle ci sono state scene di pianto e disperazione all'ospedale di Singapore con parenti, amici e semplici cittadini commossi dalla storia delle due donne. Il presidente iraniano Mohammed Khatami ha stabilito che tutte le spese dell'operazione saranno pagate dal governo. La somma dovrebbe essere di 300mila dollari.
    Ladan e Laleh Bijani, nate unite per la testa, erano entrate in camera operatoria, nella sezione che il Raffles Hospital di Singapore ha realizzato espressamente per l' intervento, domenica, quando in Italia erano le quattro del mattino, coscienti che la loro vita era legata ad un esile filo di speranza e che si sarebbe decisa nelle 48 ore successive, questa la previsione minima di durata del delicatissimo tentativo di separarle. L' intervento, una volta che il chirurgo Keith Goh (due anni fa era riuscito a compiere un miracolo in due neonati anch' essi uniti per la testa) aveva ritenuto possibile, aveva avuto una preparazione lunghissima: nove mesi. Durante questo periodo erano stati studiati gli aspetti squisitamente tecnici dell' intervento ma anche quelli psicologici, per preparare Ladan e Laleh ad una vita finalmente da separate. Loro che, per 29 anni, avevano diviso lo stesso spazio fisico, e che avevano però aspettative e aspirazioni diverse.

    PROBLEMI VASCOLARI - L' intervento è stato difficilissimo, come peraltro s'aspettavano i medici, che sono dovuti andare avanti incidendo, millimetro dopo millimetro, le due masse cerebrali. Queste, seppure distinte, erano molto aderenti perchè sovrapposte. L'operazione è stata resa ancora più ardua dal fatto che l' osso, nel punto dove le due teste erano unite, era spesso e compatto. Una volta risolto questo «problema», è toccato ai chirurghi vascolari mettersi a lavoro, per duplicare - utilizzando la porzione di una vena prelevata dalla gamba di una delle due gemelle - la vena unica collegata ai due cervelli. In questo modo erano stati creati due circuiti sanguigni «autonomi». Il prosieguo dell' intervento - dopo un inizio che i medici avevano valutato con «cauto ottimismo» -, una volta completata la separazione tra le due teste e le masse cerebrali ormai realmente distinte, sarebbe stato incentrato sulla prima ricostruzione delle ossa e dell' epidermide dei crani delle gemelle, grazie a trapianti resi possibili da prelievi effettuati sullestesse sorelle iraniane.

    MESSAGGIO - Prima di entrare in camera operatoria, Ladan e Laleh (che a Singapore non sono state accompagnate dai genitori, troppo anziani) avevano affidato al sito del Raffles Hospital una lettera con cui ringraziare tutti coloro che le avevano aiutate fattivamente, o anche solo inviato biglietti di auguri per la buona riuscita dell' intervento. «Pregate con noi - avevano scritto - per piacere, perchè l'Operazione Speranza abbia successo. Entrambe abbiamo cominciato insieme questo viaggio e speriamo che l' operazione ci porti finalmente al termine di questo difficile cammino, e che noi possiamo cominciare le nostre nuove e meravigliose vite come due persone separate».

    Da http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...mellebis.shtml

    Che ne pensate???

  2. #2
    Postatore Compulsivo L'avatar di arwen
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    in viaggio verso il Paradiso (o qualcosa che ci assomiglia)
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    penso che erano arrivate al limite... vivere tutta una vita attaccate, affrontare quotidianamente insormontabili difficoltà fisiche (pensate cosa significa lavarsi, vestirsi, uscire di casa in quelle condizioni), il pregiudizio degli altri che ti fissano con occhi sgranati di compassione pietà e stupore... e sapere che non si potrà mai crearsi una vita propria e autonoma, sposarsi, avere un proprio lavoro, una famiglia...

    ...certo era un'operazione rischiosa... forse i medici hanno peccato di eccessiva sicurezza (leggevo che solo durante l'operazione hanno scoperto che i due cervelli erano uniti... beh, almeno su questo potevano fare analisi più approfondite)...

    ...però se le due ragazze hanno scelto liberamente e consapevolmente di correre il rischio, credo che la loro scelta andasse rispettata...ho letto che il patrigno si è scagliato contro i medici...ripeto, l'operazione era azzardata, ma se le due ragazze erano arrivate al limite, e psicologicamente non riuscivano più ad andare avanti, era l'unica cosa che potevano fare, farsi operare e sperare in una vita normale e in un futuro migliore...il Caso ha voluto diversamente..

    un bacio a tutti

    Chiara
    Dott.ssa Chiara Facchetti
    Ordine Psicologi della Lombardia n.12625


    Io credo che le pietre respirino. Non possiamo percepirlo con le nostre brevi vite.

    Siamo tutti nella fogna, ma alcuni di noi guardano alle stelle (Oscar Wilde)

  3. #3
    Ospite non registrato
    Originariamente postato da arwen
    ...però se le due ragazze hanno scelto liberamente e consapevolmente di correre il rischio, credo che la loro scelta andasse rispettata...


    D'accordissimo con te!

    Purtroppo nella loro voglia di vivere, nella loro ricerca della vita da singoli individui e nel loro sogno di potersi finalmente guardare negli occhi hanno trovato la morte... Ma rispetto tantissimo la loro scelta e i loro sogni...


  4. #4
    Toni
    Ospite non registrato
    certo mette tristezza questa storia, due raga che hanno aspettato 29 anni per essere divise e rischiare la vita.....

  5. #5
    Partecipante Affezionato L'avatar di schuruu
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    sono daccordo con voi...vivere 29 anni unite in tutto e per tutto, riuscire a prendere una laurea cercando di rendere la propria vita ai limiti della normalità...seguendo la storia al tg mi ha colpito il modo con cui le due sorelle hanno saputo affrontare l'intera vicenda, sempre con una vena umoristica hanno affermato di non poter più stare "insieme" perchè troppo diverse!...incredibile.

    Ma la domanda che mi pongo continuamente....come è possibile vivere e sviluppare una propria soggettività e identità in queste condizioni?...non riesco a darmi una risposta...se ci riuscite voi...

  6. #6
    Partecipante Affezionato L'avatar di schuruu
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    e ancora....perchè aspettare 29 anni? forse la cultura iraniana non accetta di buon occhio queste forme di intervento...

  7. #7
    Toni
    Ospite non registrato
    Originariamente postato da schuruu
    e ancora....perchè aspettare 29 anni? forse la cultura iraniana non accetta di buon occhio queste forme di intervento...
    ..o forse xchè non c'erano abbastanza fondi per portare avanti un'operazione del genere.

  8. #8
    Partecipante Veramente Figo L'avatar di Kia
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    ... o forse nei primi anni '70 non c'erano le conoscenze mediche e scientifiche "necessarie" per tentare un intervento cosi` delicato.

    Certo che il coraggio che hanno avuto meritava di essere premiato con un esito positivo
    ...how much wood would a wood-chuck chuck, if a wood-chuck could chuck wood?

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