Sento forte l'impulso di partecipare alla discussione, non so quanto per apportare un contributo significativo, ma perchè stimolato dai preziosi - come sempre - ed interessanti interventi di ikaro e gieko (di cui ho citato uno stralcio.. ma potrei quotare la quasi totalità delle cose dette da entrambi!)
Troppo spesso sento da colleghi e leggo in questo forum lamentele circa la nostra situazione professionale (condivisibilissime, per carità) e varie ingiustizie o mancate gratificazioni subite (quest'ultime non sempre.. passiamoci tutti una mano sulla coscienza ogni tanto!)
Io non sono ancora uno psicoterapeuta in formazione, sto probabilmente per iniziare quest'anno un percorso formativo ad orientamento psicoanalitico e - tanto per essere chiari - il "salto nel vuoto" spaventa me quanto altri partecipanti a questa discussione. L'impegno economico e, soprattutto, personale (cosa che non vedo spesso menzionata) richiesto da un simile percorso non si sposa bene con la mia situazione attuale, per una serie di motivi che non attengono alla discussione.
Ho spesso cercato di prendere in considerazione percorsi differenti, meno impegnativi (per intenderci rette più basse, analisi personale o supervisioni individuali non previste dal training) e più "difensivi" (passatemi il termine) dal punto di vista della personale messa in gioco e in discussione. Alla fine mi sono detto che non potevo ragionare nell'ottica "zuppa & pan bagnato".. la mia strada la vedo in una data direzione, e se non è quella potrebbe forse tranquillamente non essere.
Sebbene consapevole dei sacrifici economici, pratici ed emotivi che mi attendono nei prossimi anni.. io salto (o camminerò sul dorso di una tartaruga, fate voi). Finchè crederò nelle potenzialità terapeutiche di questa professione e sentirò questa strada come una possibilità espressiva della mia persona la perseguirò.. qualora non dovessi più crederci ci penserò allora.