Dott. Guglielmo Rottigni
Ordine Psicologi Lombardia n° 10126
Ultima modifica di Lucio Regazzo : 18-11-2008 alle ore 07.29.09
Lucio Demetrio Regazzo
Ciao luciano, volevo chiederti se tu parlando di ansia, ti riferisca a quel tipo di "ansia travolgente" nel qui ed ora, in cui l'ndividuo puo' temporaneamente perdersi fino a perdere di vista anche il poi, cioè un'ansia che monta come un'alta marea inarrestabile, fino a condurre poi spesso, come fase successiva, alla depressione o disperazione, depressione come stato psicologico di patologia e sofferenza e disperazione o conseguente, o, momento e stato esistenziale.
Vorrei capire se ti riferisci ad una dinamica di questo tipo. In cui in fondo, l'individuo, sembra sempre prigioniero di un'"ora" che gli sfugge come possibilita' concreta di pensare e di agire per realizzare degli obiettivi che si propone o non riesce a proporsi. Nell'ora è prigioniero l'individuo rispetto al dopo, che si scioglie nell'adesso; nell'ora, in modo diverso è prigioniero l'individuo nella nostalgia del passato sempre attuale ed attualizzante nel pensiero che ne è dominato, che fa perdere di vista il presente che dal passato, nel pensiero, e sensazioni, ad esso è sottomesso, così come le emozioni connesse e, quindi, oscura un futuro, che non "puo'" essere visto come proposito di realizzazione. Di qualsiasi tipo, dalla cosa piu' piccola a quella piu' grande, dato che le forme di realizzazione sono estremamente variabili e tutte significative.
Grazie della risposta
Ciao
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Esatto. E' ciò che minkowski ha formulato fondando i suoi studi sulle teorie di fenomenologiche di Bergson, facilmente reperibile in libreria.
Teorie che a mio modo di vedere non hanno, pur nella loro fondatezza, molto in comune con il piano di studio psicologico del disagio mentale, in quanto io le ritengo ambito del piano folosofico.
La psicologia si dovrebbe sviluppare a partire dalle pulsioni, non dal pensiero, l'essere pensante è un aspetto dell'uomo, non l'intero uomo.
L'essre umano quale noi lo percepiamo è la manifestazione della sua prassi:
Il movimento,
La comunicazione
Il suo provenire
Il suo procedere
Benissimo l'approccio con il disagio mentele sul piano fenomenologico o anche sul piano esistenziale di Binswanger, direi essenziale per delimitare i limiti ove definire la malattia mentale, più precisamente intenderci univocamente presso cosa volgiamo lo sguardo.
Però andiamoci piano a puntare il dito sulla "psicologia" di Freud come padre della psicologia, è vero che ci ha donato l'uomo natura come elemento da cui partire, per affrontare le tematiche del disagio mentale, attraverso l'analisi...
Lo dico... qui mi prenderanno a pedate, può non essere accettato il mio punto di vista... rischierò, in fondo ci sono un po' abituato tutta colpa del mio caratteraccio ribelle... Il padre della psicanalisi, ci ha ingannati! Il fatto è che ho elementi per asserire che anche lui si sia avveduto del granchio che ha preso, ma ormai alla fine della sua carriera, sembra che non se la sia sentita di rivedere la sua immensa opoera.
Proprio non mi va giù che abbia trovato la sede dell'essere, il nocciolo più profondo che costituisce l'essere umano: l'inconsio... poi cosa fa, ci dice che è essa la sede della bestia umana, che l'uomo nasce animale, (tutta la storia del gene originario, della evoluzione dalla scimmia o che so io...), va educato, va condotto, io aggiungerei pure va sottomesso!
Certo, ritorniamo alla religione o all'imperatore, tutti sottomessi............
a cosa, al superio che controlla le nostre azioni perfino i nostri pensieri... i nostri sogni!
Ti trova L'inconscio e lo getta nelle mani del dominatore
...e addio uomo libero!
Scusate la forza con cui ho affrontato l'argomento, ci sono andato giù pesante, posso anche uscire dalla discussione ma...
A presto
Grazie dell'attenzione
Salute a tutti
Lo dico... qui mi prenderanno a pedate, può non essere accettato il mio punto di vista... rischierò, in fondo ci sono un po' abituato tutta colpa del mio caratteraccio ribelle... Il padre della psicanalisi, ci ha ingannati! Il fatto è che ho elementi per asserire che anche lui si sia avveduto del granchio che ha preso, ma ormai alla fine della sua carriera, sembra che non se la sia sentita di rivedere la sua immensa opera.
Caro Luciano,
non ti rispondo, perché non sono chiamato in causa, volevo solo dirti ( rif. parte in grassetto) che non credo sia motivo sufficiente per prendere a pedate il criticare con forza una teoria: piuttosto se hai dei dati, portali.
Tu sei di impostazione Fenomenologica (come me) e sai bene che questa visione della scienza ha avuto sempre una strada in salita…..”eppur si muove”, tant’è che molte teorie stanno attingendo da questa a piene mani ( su come,si può discutere).
Volevo anche dirti che qui si parla di Ansia e Depressione. L’argomento che hai postato può essere più congruente con quanto si discute in un altro thread.
Mi scuso per l’intromissione e ti saluto.
Lucio Demetrio Regazzo
Sono d'accordo con Lucio nella tematica di questo forum e ringrazio comunque Luciano per la passione con cui esprime le sue idee, potremmo discutele in un altro contesto come Lucio ci suggerisce, perchè non apri tu, Luciano, un forum su questo argomento che vedo ti sta molto a cuore? Sarei felice di condividere con te queste idee che da sempre mi accompagnano nel mio cammino professionale e personale. Che dici?
Tornando al nostro forum.....la mia impostazione professionale mi porta a parlare di ansia e depressione come espressioni di contenuti di pensieri ed atteggiamenti che il paziente porta con sè, e il mio operare su questi disagi mi vede artefice, assieme al paziente, di cambiamento nei contenuti del pensiero e negli atteggiamenti messi in atto dalla persona. Molto riassunta questa è la posizione di Aaron Beck attorno agli anni sessanta, in particolare per la depressione. Poi la disputa tra interventi solo cognitivi e interventi solo comportamentali che durò per quasi un vent'ennio ci ha portati alla fine degli anni ottanta, grazie a David Clark a vedere nel modello cognitivo il trattamento d'elezione per i disturbi d'ansi, in particolare per ipocondria, disturbo d'ansia generalizato, fobia sociale e disturbo ossessivo compulsivo. Le ricerche continuarono e si arriva, più o meno ai giorni nostri con Adrian Wells che focalizza il trattamento dei disturbi d'ansia non solo sui contenuti cognitivi (credenze, convinzioni, distorsioni cognitive....) ma anche sui processi cognitivi (attenzione, valutazione, metacognizione.....), mantenendo però,accanto a una ristrutturazione cognitiva su contenuti e processi cognitivi, anche una rieducazione comportamentale funzionale ai processi cognitivi da riadattare alla vita del paziente ( ad esempio l'esposizione in vivo).
E' un riassunto molto molto stringato, si potrebbe parlare per ore di tanti aspetti più specifici.......per quanto riguarda le depressione, ad esempio, la mindfullness sta ottenendo buoni risultati e, nonostante si possa descrivere più come uno stile di vita, anzichè trattamento, si sta muovendo in ambito cognitivistico, la scuola cognitiva di Roma, in particolare, si sta occupando della sua divulgazione.
Per esperienza avere un quadro di riferimento su come operare con un paziente con disturbi d'ansia può apparire freddo e macchinoso, può sembrare di ridurre tutto a una scaletta di prescrizioni da seguire passo a passo, però ho notato che in alcuni casi questo rassicura e fa migliorare chi soffre d'ansia, perchè si lavora assieme per un obbiettivo comune, perche si lavora sui processi cognitivi cercando non di cambiarli, ma di adattarli alla vita che il paziente fuori dal mio studio si trova a vivere, lo si rinforza sui successi che ottiene e si contengono le frustrazioni.....ecco perchè, sono convinta, che prima di qualsiasi trattamento si debba lavorare sulla relazione che si instaura tra paziente e terapeuta.
Buona giornata a tutti
Silvia
Silvia Favero. Psicologa. Num. 4598 O.P. del Veneto
www.iaresistenziale.com
Silvia,
pienamente d'accordo, volevo solo aggiungere che ilthread esiste già:"Psicoterapie brevi........"
Grazie e Ciao
Lucio Demetrio Regazzo
Personalmente, ti ringrazio per la tua risposta alla mia domanda sull'Ansia, che ti ho fatto perchè l'altra volta, mi sembrava non aver compreso appieno il senso di cio' che volevi comunicare, pero' circa le affermazioni cosi' categoriche su Freud, penso anch'io che se hai dati che le sostengono, forse sarebbe opportuno non solo che tu le riportassi, anche per non essere eventualmente frainteso, ma in un'altra sede di discussione piu' congrua, come ti hanno indicato, dove esse possano in caso venire sviluppate e discusse, visto anche l'impegno e passione con cui le affermi. Nel senso che in questo di thread, questi aspetti teorici e critici, per quanto molto interessanti ed importanti, ma vasti, mi sembrano esulare un po' dal tema dello stesso, che è Ansia e Depressione.
Un saluto
Ciao
Ultima modifica di RosadiMaggio : 20-11-2008 alle ore 08.42.58
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4
Bene, a questo punto credo sia indispensabile fare una ricerca, dalla quale trarre le opportune citazioni, dalla quale spero risulti comprensibile la mia posizione inerente certe "idee", succedudesi nello studio e lo sviluppo della psicologia del XX secolo.
Non credo sia imminente la presentazione di tali dati, dovrò selezionare del materiale dalla quale risulteranno precise teorie, sulla quale poter avviare una eventuale discussione, sulla pertinenza del piano in cui è lecito parlare di psicologia, o fuori del quale la psicologia perde la direttrice che le è propria.
Quanto prima in un thread opportuno.
Grazie dell'attenzione
saluto tutti gli intervenuti.
Ciao a tutti!
Ho letto i vari post presenti fina ad ora nel forum e mi sembra che potrebbe essere molto interessante, visto il titolo del forum "Che cos'è l'ansia" cercare di rimanere ancorati ad un piano di descrizione della fenomenologia o sintomatologia dell'ansia.
Al di là di questo, volevo però sottoporre alla vostra attenzione una riflessione personale: molte persone che ho incontrato descrivono spesso malesseri differenti che non riescono, comprensibilmente, a ricondurre o leggere in un'unica matrice e spesso i medici di base non consigliano di rivolgersi a psicologi o psicoterapeuti, bensì offrono interventi farmacologici sulle singole componenti (tachicardia, insonnia, ...)
Mi chiedievo: riscontrate anche voi nella vostra esperienza questa diffusa sistuazione?
Salve Lupo_Max,
direi che hai azzeccato l'dea di questa discussione. A me è capitato spesso di vedere pazienti con un non ben identificato disagio prendere non ben identificati psicofarmaci e mandati da un medico nella migliore delle ipotesi......è vero, capita.....
questa discussione è stata spostata sul forum di salute e benessere-ansia-attacchi di panico, qui stiamo discutendo su uso di psicofarmaci e DAP. Ti aspetto lì così possiamo continuare con l'aiuto anche di altri esperti
a presto
Silvia
Silvia Favero. Psicologa. Num. 4598 O.P. del Veneto
www.iaresistenziale.com
Pur essendo corretto che la discussione sul DP è in Salute e benessere, mi sembra che la tua domanda riguardi un po’ tutti sintomi d’Ansia e il ruolo del medico di base, nel rapporto con pazienti che soffrono di questi disagi.
Penso anch’io, sulla base dell’esperienza fatta, che spesso il medico di base intervenga senza un inquadramento preciso del disturbo e che, difficilmente, provveda ad inviare i pazienti a Psicologi o Psicoterapeuti per una consulenza. Ovviamente non si può generalizzare e parlerei più di una tendenza che non di una regola.
Quello che penso è, tuttavia, che la responsabilità maggiore sia da attribuirsi alla nostra categoria: pronta a litigare su tutto, ma poco disposta ad informare e sensibilizzare l’utenza su un fatto molto semplice che definirei con “esistiamo anche noi e siamo quelli preposti, per legge, alla diagnosi psicologica”,
Ciao. Lucio
Lucio Demetrio Regazzo
Ciao io soffro di panico,ansia generalizzata,e ho sofferto di depressione post parto,se ti può interessare qualcosa sono qui