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  1. #31
    Accadueo for president:
    Sono in pieno accordo...

  2. #32
    Partecipante Affezionato L'avatar di Lele
    Data registrazione
    22-02-2002
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    Viterbo
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    concordo con la descrizione che è stata fatta della empatia come capacità di mettersi nei panni dell'altro rimanendo nelle proprie scarpe....come si fa a trovare la giusta via di mezzo se non si conoscono i propri panni e tra un pò nemmeno le proprie scarpe???????
    QUalcuno disse, (non mi ricordo chi) che empatia è anche ritrovare in memoria le emozioni che il cliente ti sta raccontando per comprenderlo a fondo........come faccio io a ritrovare la mia rabbia, se non ho voluto neanche guardarla in faccia, come posso accettare il senso di vuoto e di disperazione di un depresso se io sono un iperattivo e non capisco la strada che mi porta a fuggire dal silenzio?????
    considero la terapia personale non un modo giusto per capire i perchè della tua vita...ma i COME...per non trovarti ad annoiarti inconsapevolmente davanti un cliente e dire che non puoi fare nulla per lui....
    Lele

  3. #33
    Len
    Ospite non registrato
    Secondo me hai una visione troppo ottimistica su come attraverso l'analisi si arriva a provare l'empatia per l'altro che altrimenti non si proverebbe a fondo. Allora per fare terapia a un depresso devi essere anche tu depresso? Per fare terapia ad uno schizofrenico devi avere le allucinazioni anche tu per vedere cosa si prova? E' una logica che non sta in piedi.
    Per trovare la giusta dose di empatia credo ci vogliano anni e anni di esperienza e di confronto con le persone, nella situazione interattiva tra tu in quanto terapeuta e la persona in quanto paziente. E cosi' solo ci si può avvicinare all'ideale di mettersi completamente nei panni dell'altro.
    Si' al role playing, in cui i ruoli sono definiti e la terapia viene simulata. Si' alle supervisioni.
    Se tutto avviene dentro di noi, come possiamo essere preparati all'interazione con un' altra persona in una situazione reale?

  4. #34
    Spero che vi rendiate conto che non è quella l'utilità dell'analisi personale... essendo ogni persona unica non ti troverai mai a vivere le stesse situazioni che sperimenta un tuo paziente in terapia... sono d'accordo sul fatto che se qualcuno ha qualche schema disfunzionale la psicoterapia lo può aiutare a cambiarlo, ma non è tanto il rivivere l'emozione del paziente (in psicolotraumatologia è risaputo che l'identificarsi troppo con la persona soccorsa mette a serio rischio) ma l'utilità c'è se quello specifico terapeuta ha delle specifiche idee disfunzionali che non permettono di svolgere bene la terapia... il ruolo del supervisore nelle scuole secondo me è identificare gli allievi con idee dissonanti con la terapia ed eventualmente consigliargli vivamente la terapia personale... ma da qui a imporre a tutti la terapia personale ce ne passa... ragazzi non possiamo psicoanalizzare il mondo...

  5. #35
    Partecipante Esperto
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    28-05-2004
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    329
    Beh, mi sembra assolutamente evidente che nel dire "provare quello che prova il paziente" non intendo dire che la tua esperienza è identica a quella del tuo paziente, e che se a te hanno chiesto una cosa alla decima seduta la devi chiedere al tuo paziente alla decima seduta, o che la tua emozione è IDENTICA a quella del tuo paziente, o (eccetra, eccetra) !
    Suvvia, è ovvio che mi sto riferendo ad un discorso su livello completamente diverso...
    L'esperienza del percorso personale ti permette di sperimentare direttamente e personalmente la "struttura della situazione"; è un discorso di "analogia strutturale", non di "identità contenutistica".

    Detto questo, un percorso personale ti aiuta a elaborare una lunga serie di processi personali che possono anche riflettersi e riversarsi nel tuo lavoro professionale (si citava l'esempio degli "schemi disfunzionali", per rimanere anche fuori dal contesto psicodinamico). Questo è probabilmente un fattore formativo importante, e lo considero, oggettivamente, altamente professionalizzante (oltre che utile personalmente). Poi, evidentemente, è possibile fare terapia come si preferisce.... anche se fare un role-playing non ti permette certo di capire (e provare) cosa si prova andando a "fare" delle vere sedute.

    Mi permetto comunque di ribadire l'incongruità che focalizzavo nell'ultimo post: è curioso che si consideri assai utile il proprio approccio preferito per l'elaborazione psicologica quando viene applicato agli ALTRI, ma sostanzialmente inapplicabile o comunque inutile quando applicato a SE' stessi...

    Piccola provocazione paradossale: voi non credete che una persona, solo per il fatto di pensare di "poter aiutare psicologicamente gli altri", non dimostri di avere un urgentissimo bisogno di andare in terapia ?


    Vabbè, alla prossima,
    Ciao !

  6. #36
    Partecipante Affezionato L'avatar di psicopulce
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    Pienamente d'accordo con tutto quanto scritto da Lpd.

    Solo una piccola (ma a mio parere importante) precisazione terminologica. In molti post si utilizza impropriamente il termine "analisi personale", come se l'aspirante psicoterapeuta di qualsiasi orientamento dovesse fare esperienza di una psicoanalisi o di una psicoterapia psicoanalitica.
    In realtà é ovvio che quello che io ed altri riteniamo utile é che ogni aspirante terapeuta faccia un'esperienza di psicoterapia personale, di qualsiasi orientamento. Pertanto, ad esempio, Accadueo potrebbe benissimo fare una terapia sistemica individuale e Vincent una terapia cognitivo- comportamentale. Oppure é anche possibile frequentare una scuola di un orientamento e fare una terapia di un altro. Il punto é l'esperienza della psicoterapia.

  7. #37
    Partecipante Affezionato L'avatar di Lele
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    sono perfettamente d'accordo con Lpd e Psicopulce, e mi rendo conto che si cerca di leggere nelle parole delle persone quello che si vuole leggere solo per trovare conferma alla propria idea.... Non è questa psicologia, non è questo essere psicologi, ma accetto comunque il diverso modo di pensare di un altro, anche se non condivido
    Lele

  8. #38
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Originariamente postato da Lpd


    Piccola provocazione paradossale: voi non credete che una persona, solo per il fatto di pensare di "poter aiutare psicologicamente gli altri", non dimostri di avere un urgentissimo bisogno di andare in terapia ?

    Questo non è un paradosso. Il paradosso è "una contraddizione che deriva dalla deduzione corretta da premesse coerenti" (Watzlawick). Non è una deduzione corretta il fatto che se io penso di aiutare psicologicamente gli altri allora dovrei sentire l'urgentissimo bisogno di andare in terapia.. questa è una tua deduzione che ricavi da premesse coerenti con il pensiero psicodinamico. La storia dell'umanità ci insegna che l'uomo ha sempre pensato di poter aiutare psicologicamente gli altri senza per questo sentire il bisogno di fare terapia.. la mamma con il figlio, l'amico con l'amico, il prete con il malato e Bush con gli iracheni (prendiamo per buone le sue dichiarazioni..).
    Originariamente postato da Lpd

    Mi permetto comunque di ribadire l'incongruità che focalizzavo nell'ultimo post: è curioso che si consideri assai utile il proprio approccio preferito per l'elaborazione psicologica quando viene applicato agli ALTRI, ma sostanzialmente inapplicabile o comunque inutile quando applicato a SE' stessi...
    ma secondo te, nel momento in cui entro in una stanza di psicoterapia 'indosso' le lenti sistemiche relazionali e finito l'incontro, metto le lenti per vedere il mondo da 'civile'? Nel momento in cui un cliente entra nella stanza del terapeuta e poi, continuando fuori, non 'esiste' l'ALTRO, come tu sottolinei, ma esiste un NOI.. ci sono io che osservo il cliente, il cliente che osserva me, noi che osserviamo i nostri incontri e che 'negoziamo' la nostra relazione, la gente significativa che sta fuori dallo studio che osserva noi, il supervisore che osserva me, io che osservo me stesso, il cliente che osserva se stesso e so, che tutte queste 'osservazioni' hanno degli effetti su di NOI, non solo sull'altro.. quello che voglio dire è che io applico su me stesso continuamente quello che l'approccio sistemico mi insegna.

    Originariamente postato da psicopulce
    Solo una piccola (ma a mio parere importante) precisazione terminologica. In molti post si utilizza impropriamente il termine "analisi personale", come se l'aspirante psicoterapeuta di qualsiasi orientamento dovesse fare esperienza di una psicoanalisi o di una psicoterapia psicoanalitica.
    Il punto è questo psicopulce. Il termine 'analisi personale' in questo contesto è più che appropriato perchè è solo lei ad essere obbligatoria in alcune scuole, ed è lei ad essere coerente con un certo tipo ti approccio teorico che ne sta alla base.
    Il primo che parlò dell'importanza di fare analisi personale o terapia individuale fu Freud.. il 'problema' più grosso è che lui non la fece.. ops.. lui si faceva i 'viaggi' di auto-analisi.. come si dice predicava anche lui bene però razzolava male? Era lui che 'possedeva' le chiavi della verità, tant' è che nel momento in cui uno degli allievi timidamente interpretava il mondo un pò differentemente, veniva radiato tempo zero dal clan. Ti immagini Freud che si faceva analizzare da Jung o da Adler, Erikson o dalla Klein? ...

  9. #39
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Originariamente postato da Lele
    sono perfettamente d'accordo con Lpd e Psicopulce, e mi rendo conto che si cerca di leggere nelle parole delle persone quello che si vuole leggere solo per trovare conferma alla propria idea.... Non è questa psicologia, non è questo essere psicologi, ma accetto comunque il diverso modo di pensare di un altro, anche se non condivido
    oh lele, anche tu sei abbastanza ferma nelle tue idee e per questo non ti sto dicendo che sei meno psicologa.. tu studi teorie che ti dicono che è importante fare analisi personale per poi intraprendere la professione di psicoterapeuta .. io studio teorie differenti che prediliggono altri percorsi per formare un terapeuta... perchè questa non è psicologia? Io accetto benissimo il fatto che voi facciate analisi personale perchè pensate che sarà utile al vostro lavoro e lo condivido nel senso che ci vedo una coerenza fra la teoria e l'applicazione.. io la vostra teoria la conosco e fa ancora pure un po parte di me... tu, della teoria sistemica cosa conosci? E se la conosci, prova a dirmi cosa c'è di non coerente con il fatto che da noi la terapia individuale non è obbligatoria.. vorrei capire sul serio, magari cambio idea

  10. #40
    Partecipante Esperto
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    Originariamente postato da Accadueo
    Questo non è un paradosso. Il paradosso è "una contraddizione che deriva dalla deduzione corretta da premesse coerenti" (Watzlawick). Non è una deduzione corretta il fatto che se io penso di aiutare psicologicamente gli altri allora dovrei sentire l'urgentissimo bisogno di andare in terapia.. questa è una tua deduzione che ricavi da premesse coerenti con il pensiero psicodinamico.

    Acc ! Qui stai filtrando un pò troppo con i tuoi "occhiali".... non sto dicendo "se vuoi aiutare gli altri hai problemi irrisolti da affrontare in analisi"; sto dicendo, con un filo di ironia, "ti sembra sano di mente uno che pensa, come professione della sua vita, aiutare psicologicamente gli altri" ? Che è assai diverso... ma le battute spiegate razionalmente non sono la stessa cosa...

    ci sono io che osservo il cliente, il cliente che osserva me, noi che osserviamo i nostri incontri e che 'negoziamo' la nostra relazione, la gente significativa che sta fuori dallo studio che osserva noi, il supervisore che osserva me, io che osservo me stesso, il cliente che osserva se stesso e so, che tutte queste 'osservazioni' hanno degli effetti su di NOI, non solo sull'altro.. quello che voglio dire è che io applico su me stesso continuamente quello che l'approccio sistemico mi insegna.

    Il primo che parlò dell'importanza di fare analisi personale o terapia individuale fu Freud.. il 'problema' più grosso è che lui non la fece.. ops.. lui si faceva i 'viaggi' di auto-analisi.. come si dice predicava anche lui bene però razzolava male?
    Mettendo queste due ultime frasi insieme, non noti una certa contraddizione ? Non vorrai mica fare come fece Freud !

    In fondo, "applicare a sè stessi continuamente quello che l'approccio sistemico ti insegna" non è l'esatto equivalente di quello che stigmatizzi in Freud, cioè farsi "viaggi di auto-analisi" ?



    Ciao !
    Lpd

  11. #41
    Partecipante Affezionato L'avatar di psicopulce
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    Il punto è questo psicopulce. Il termine 'analisi personale' in questo contesto è più che appropriato perchè è solo lei ad essere obbligatoria in alcune scuole, ed è lei ad essere coerente con un certo tipo ti approccio teorico che ne sta alla base.


    Questa frase è semplicemente falsa. Ribadisco, come già scritto da Lele e da me nei precedenti post, che non sono solo le scuole psicoanalitiche a richiedere una psicoterapia personale obbligatoria. Io frequento una scuola rogersiana che prevede un certo monte ore di psicoterapia personale obbligatoria. Ovviamente non analisi personale, ma psicoterapia personale, e non impone di fare una psicoterapia rogersiana ma di qualsiasi orientamento.
    L'obbligo della psicoterapia personale è perfettamente coerente con il modello rogersiano e della psicoterapia umanistica in generale. Si tratta di un modello completamente diverso da quello psicoanalitico.
    Qui non si tratta di opinioni, ma proprio di informazione!!!

    io la vostra teoria la conosco e fa ancora pure un po parte di me... tu, della teoria sistemica cosa conosci?


    quale "nostra" teoria? Conosci la psicologia umanistica???
    Io lavoro ogni settimana con un'equipe sistemica seguendo sedute di coppie e famiglie dietro lo specchio...direi che un'idea me la sono fatta!

  12. #42
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Originariamente postato da Lpd


    In fondo, "applicare a sè stessi continuamente quello che l'approccio sistemico ti insegna" non è l'esatto equivalente di quello che stigmatizzi in Freud, cioè farsi "viaggi di auto-analisi" ?



    Ciao !
    Lpd
    Quello che non ho detto è che per me Freud è stato un grande psicoterapeuta anche senza fare analisi personale.

    Originariamente postato da psicopulce

    Questa frase è semplicemente falsa. Ribadisco, come già scritto da Lele e da me nei precedenti post, che non sono solo le scuole psicoanalitiche a richiedere una psicoterapia personale obbligatoria. Io frequento una scuola rogersiana che prevede un certo monte ore di psicoterapia personale obbligatoria
    io non ho detto solo psicoanalitiche, ho detto anche psicodinamiche... adesso se ho un libro di storia della psicologia dove Rogers è inserito fra gli indirizzi olistico-dinamici dove la teoria è centrata sulla persona, non è colpa mia.. sai meglio di me che nella teoria rogersiana si parla di processi di difesa, concetti di sè, io, non io , me e non me...se non è psicodinamica questa giuro che quest'estate non esco e mi studio la storia della psicologia mondiale..

    sono contento che fai parte di un'equipe dove ci sono sistemici.. domanda loro se c'è coerenza fra approccio teorico e il fatto che l'analisi, la terapia personale, individuale ecc. ecc., non è obbligatoria.. poi osserva se hanno, come dire, carenze professionali e se queste sono dovute al fatto che loro non hanno fatto un percorso individuale.

    Adesso, i miei direttori della scuola sono Boscolo e Cecchin (che non stà più in terra), entrambi sono medici e psichiatri, Boscolo anche psicoanalista.. poi scelsero la 'strada' sistemica.. insomma ha(nno) alle spalle un bel pò di storia da raccontare.. ci sarà un motivo per cui nella loro scuola di formazione non è obbligatorio questo tipo di percorso individuale?

  13. #43
    Partecipante Super Esperto
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    Vedo che tutta la discussione continua ad essere imperniata su "Quale approccio è il migliore? E lo è perchè ha (o non ha) imposto l'analisi personale ?".
    Credo che finchè si tenterà di convincere chi ha un orientamento diverso dal proprio che il suo orientamento non è abbastaza buono (perchè impone/non impone l'analisi personale) non si arriverà a molto.
    Se uno ha scelto un orientamento è perchè gli è piaciuto e ci si ritrova: è difficile convincerlo del contrario.

    Se io decido per l'orientamento sistemico, che non prevede l'analisi personale, significa che sono d'accordo con tale assenza e il tipo di terapia che seguirò con i miei pazienti seguirà la teoria sistemica, in cui forse l'apporto del terapeuta ha un significato e un valore diverso rispetto alla terapia psicodinamica.
    Inoltre credo che l'analisi personale in sè abbia un valore nel momento in cui desideri farla e ti senti pronto, imposta come passaggio obbligato ha un valore puramente teorico, sul quale possiamo disquisire per ore senza comunque arrivare ad un accordo (altrimenti non esisterebbero orientamenti diversi in psicologia).

    Credo sia diverso non voler fare un'analisi personale perchè in quel momento non se ne sente il bisogno (in genere finchè non si inizia a lavorare da un pò non senti tale bisogno, è una cosa che ti viene quando ti accorgi che nel tuo lavoro iniziano a ripetersi troppe cose e ti chiedi "ma capitano tutti a me così o sono io che faccio in modo che le cose finiscano così?), perchè la si ritiene non utile al proprio lavoro terapeutico in quanto non prevista dall'orientamento che si è scelto, perchè costa troppo o per partito preso.
    Così come è diverso intraprenderla perchè ne avverti il bisogno nel tuo lavoro, perchè ne avverti il bisogno nella tua vita affettiva/privata, perchè te la impone la scuola, o perchè sei convinta che per poter fare la psicologa/psicoterapeuta sia meglio farla (magari perchè ti senti insicuro e vorresti vedere "come si fa" o pensi che improvvisamente imparerai tutto quello che ora ti sembra di non capire).

    Personalmente ADESSO la ritengo utile per me e per il mio lavoro soprattutto: qualch mese fa non ero della stesa opinione e per motivi economici e lavorativi penso che fra qualche mese la intraprenderò, non subito perchè è una cosa che ho iniziato a rielaborare da poco e aspetto di iniziare la scuola in modo da avere sia le idee più chiare, sia una maggiore consapevolezza di me stessa come psicologa.
    Fino a quando l'ho vissuta come imposta dalla scuola non ne ho mai avvertito l'esigenza, tanto che ho iniziato ad avverirla quando sono stata accettata da una scuola che non la prevedeva (in seguito ho deciso di non iscrivermi, ma il sapere che non era più un obbligo me l'ha fatta vedere sotto una luce diversa...) e dopo qualche anno di lavoro (passata sia l'euforia iniziale in cui pensi di sapere tutto, sia la fase successiva in cui ti deprimi perchè ti accorgi che non è vero e per reazione pensi di non sapere nulla...
    Ciao
    Vimae

  14. #44
    Partecipante Affezionato L'avatar di psicopulce
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    Vedo che tutta la discussione continua ad essere imperniata su "Quale approccio è il migliore? E lo è perchè ha (o non ha) imposto l'analisi personale ?".
    Credo che finchè si tenterà di convincere chi ha un orientamento diverso dal proprio che il suo orientamento non è abbastaza buono (perchè impone/non impone l'analisi personale) non si arriverà a molto.
    Se uno ha scelto un orientamento è perchè gli è piaciuto e ci si ritrova: è difficile convincerlo del contrario.


    Vorrei chiarire la mia posizione, dato che, come ho già detto in altri post, odio la "guerra tra approcci". Non credo che esista un approccio migliore in assoluto, ma solo che ognuno di noi ne preferisca uno perché lo sente più adatto a sé. Così come non penso assolutamente che gli approcci che impongono la psicoterapia personale siano migliori di quelli che non la impongono.

    Ad Accadueo dico che la psicoterapia rogersiana é una psicoterapia umanistica, con una teoria di riferimento completamente diversa da quella psicoanalitica, al di là delle classificazioni che si possono trovare in alcuni manuali. Ed é ovvio che l'approccio rogersiano, così come tanti altri, non possa richiedere un'analisi ma una psicoterapia, per il semplice motivo che l'analisi in questi approcci non esiste.

    Per quanto riguarda i terapeuti sistemici, credo che esistano diverse posizioni. Conosco una terapeuta sistemica, diplomata alla scuola di Boscolo e Cecchin, che sta facendo un'analisi (in questo caso proprio un'analisi, non una psicoterapia) perché sostiene che le serve personalmente e professionalmente.
    E' una persona diplomata nella tua stessa scuola, ma non tutti hanno le stesse opinioni!

    Vorrei concludere dicendo che non penso che noi siamo l'approccio che scegliamo, ma persone pensanti che fanno le proprie scelte con la propria testa, e questo vale anche per la psicoterapia personale.

  15. #45
    Super Postatore Spaziale L'avatar di Accadueo
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    Vimae, anche per me tutti gli approcci sono funzionali al cambiamento, non ho mai detto che l'approccio teorico che 'seguo' io sia il migliore e che l'ho scelto perchè sapevo che non era obbligatorio fare analisi personale. Quando però, mi si viene a dire che uno psicoterapeuta non è completo perchè non fa un percorso personale di analisi, psicoterapia che sia, io non ci sto più. In questo caso sono io, come la scuola, come l'approccio teorico che viene screditato! Solo perchè una fetta di storia ha 'deciso' che per capire meglio il 'paziente' bisogna che siamo noi (futuri terapeuti) ad essere 'pazienti' e chi non lo fa è 'mezzo mezzo', per me non significa 'niente', quindi difendo quelle che sono diventate le mie idee.

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