la professoressa Prezza ha messo un avviso sul sito della facoltà per chi,come me,non può frequentare le lezioni...mi sa che ho qualche grosso problema a comprendere la lingua scritta,ma davvero non ho capito che cosa vuole la prof!!vi attacco l'avviso!se qualcuno riesce ad illuminarmi mi fa un grosso piacere!(che per caso si deve fare un bel copia e incolla di un argomento?!una specie di tesina?!)
Precisazioni programma psicologia comunità 2008/9
Copia delle dispense della docente si possono trovare nella biblioteca Valentini, nella cartellina del materiale di questo insegnamento
I quattro resoconti di intervento (obbligatori per tutti, indipendentemente dalla frequenza) riguardano esperienze che utilizzano metodi derivati dall’action research e sono:
1. Pozzobon, A. e Michelon M. (2007). Una ricerca-azione per la promozione della soggettività sociale della famiglia. Psicologia di Comunità, 1, pp. 45-63.
2. Albanesi C., Migani C., Cigala Fulgosi F., Martello V., Cappi A (2003). Lo sviluppo di contesti competenti nel campo della salute mentale a Ferrara: una ricerca-intervento partecipata. In De Piccoli N. e Lavanco G. Setting di comunità: Gli interventi psicologici nel sociale. Milano: Unicopli, p. 81-92.
3. Badii F., Donini R., Gallo C., Magnano O., Panza M., Spolitu B., Zunino A. (2003) Un’esperienza di prevenzione dell’abuso alcolico nella popolazione giovanile. Psicologia della salute, 2, 2003
4. Fawcett S. B., Paine-Andrews A. et al. (1995). Using empowerment theory in collaborative Partnership for Community Health and Development. American Journal of Community Psychology, 23, 5, 677-697.
I primi tre articoli/capitoli di libro sono reperibili nella biblioteca Valentini, chiedendo il materiale depositato dalla prof.ssa Prezza per il corso di Psicologia di Comunità di MAG-SAL.
L’articolo pubblicato su American Journal of Community Psychology può essere scaricato accedendo alle banche dati di psicologia attraverso il sito della Biblioteca Valentini, da un computer abilitato (come quelli presenti in Facoltà) ad accedere alle banche dati della Sapienza.
Approfondimento argomento a scelta:
Chi non ha frequentato regolarmente il corso a partire dalla seconda metà del mese di gennaio 2009 e quindi non ha partecipato alle differenti esercitazioni proposte dalla docente in quel periodo, deve approfondire un argomento scegliendo un percorso fra i quattro di seguito proposti. Tre percorsi riguardano la prevenzione delle dipendenze ed uno l’inserimento sociale e lavorativo di persone con disturbi mentali.
PREVENZIONE DELLE DIPENDENZE. Sono previsti tre percorsi
Percorso 1): la prevenzione universale in contesti scolastici
La prevenzione universale delle dipendenze è diretta ad ampi gruppi di bambini/ giovani senza alcuna differenziazione rispetto al loro livello di rischio.
Leone L. e Celata C. (2006). Per una prevenzione efficace. Evidenze di efficacia, strategie di intervento e reti locali nell’area delle dipendenze. Milano, Il sole 24 ore. (I primi due capitoli, pag. 1-87).
National Institute on Drug Abuse (NIDA) (2003) Preventing Drug Use among children and adolescents: A research Based Guide. (Second edition). Pag 2 – 31 ( Capitoli 1 “Risks factors and protective factors”, capitolo 2 “ Planning for drug abuse prevention in the community”, capitolo 3 “Applying prevention principles to drug abuse prevention programs” e, del capitolo 4 solo” Universal programs” che riguardano le scuole elementari, medie e superiori.).
La guida è scaricabile dal sito http://www.drugabuse.gov/pdf/prevention/redbook.pdf
Inoltre è richiesto l’approfondimento di un research-based program, scelto fra i programmi universali brevemente presentati nel capitolo quarto della guida del NIDA, (es: Caring school community program, Life skills training, Lions-Quest Skills for Adolescence, Project ALERT Plus……) e realizzati in contesti scolastici. E’ escluso dalla scelta il programma Strengthning Family Program. Molti programmi citati dal NIDA hanno un sito ufficiale da cui si possono scaricare gli approfondimenti inerenti la descrizione e la metodologia dei programmi , oppure si può richiedere questo materiale seguendo i riferimenti indicati nelle stesse linee guida. Un’altra alternativa è quella di cercare invece un articolo –tramite le banche dati di Psicologia- che riguardi la valutazione di efficacia, sempre del programma scelto.
Lo studente il giorno dell’esame dovrà consegnare una copia del materiale usato per l’approfondimento (con sopra indicato il suo nome e cognome) alla docente. Non dovrà invece consegnare né copia dei capitoli del libro di Leone e Celata, né della guida del NIDA
Percorso 2) La prevenzione selettiva e il lavoro con le famiglie
Gli interventi di prevenzione selettiva sono diretti verso gruppi di persone particolarmente vulnerabili o in setting particolarmente a rischio.
Leone L. e Celata C. (2006). Per una prevenzione efficace. Evidenze di efficacia, strategie di intervento e reti locali nell’area delle dipendenze. Milano, Il sole 24 ore. (I primi due capitoli, pag. 1-87).
EMCDDA (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction) (2003) Common target groups in prevention. (pagina 1-4) scaricabile dal sito: EMCDDA | Common target groups in prevention
National Institute on Drug Abuse (NIDA) (2003) Drug Abuse prevention for at-risk groups. (pag 7-45) Capitoli: Introduction to selective prevention; Introduction to the strenghthening Families Program, Key elements of the strenghthening Families program. Reperibile sul sito sito:EMCDDA | Target groups of selective prevention
E in più un articolo che riporta uno studio di validazione dello Strenghthening Families Program (reperibile attraverso le banche dati di Psicologia). Lo studente il giorno dell’esame dovrà consegnare una copia dello studio di validazione usato per l’esame (con sopra indicato il suo nome e cognome) alla docente. . Non dovrà invece consegnare né copia dei capitoli del libro di Leone e Celata, né della guida del NIDA, né del materiale del EMCDDA.
Percorso 3) la prevenzione del danno
Gli interventi di riduzione del danno hanno come obiettivo principale quello di diminuire gli effetti negativi collaterali (es: overdose, infezioni di diverso tipo come HIV, epatiti,…) collegati all’assunzione della droga.
Leone L. e Celata C. (2006). Per una prevenzione efficace. Evidenze di efficacia, strategie di intervento e reti locali nell’area delle dipendenze. Milano, Il sole 24 ore. (I primi due capitoli, pag. 1-87).
Hunt N., Trace M., Bewley-T D., (2005 or 2006) Reducing drug related harms to health : an overview of the global evidence, reperibile sul sito:
http://www.internationaldrugpolicy.n..._Report_04.pdf
Meringolo P., Zuffa G., (2001). Droghe e riduzione del danno. Milano: Unicopli. Cap. 3, (pag. 55-80), cap. 5. (pag.109-192)
Percorso 4) Inserimento sociale e lavorativo nell’area della salute mentale
I testi /capitoli /articoli indicati intendono dare allo studente alcuni spunti di riflessione sulla possibilità di applicare alcune tecniche studiate nel corso del programma (gruppi di auto aiuto e participatory action research) nell’ambito della salute mentale. Vengono proposti anche brevi spunti sulla storia che ha portato alla riforma dell’assistenza psichiatrica in Italia e infine sul concetto/ uso di riabilitazione in psichiatria.
Pirella A. (2008) Poteri e leggi psichiatriche in Italia (1968-1978). Reperibile sul sito: Nessuno dubita del fatto che a partire dalla metà del secolo scorso, si siano realizzate in molte parti del mondo industrializ
Albanesi C., e Migani C. (2004) Il lavoro di rete nella promozione della salute mentale. Teorie e pratiche per un modello d’intervento. Roma: Carocci, pag. 9-78.
Pistrang N. e Barker C. e Humphreys K. (2008). Mutual help groups for mental health problems: a review of effectiveness studies. American Journal of Community Psychology,42, 110-121 (nota1).
Saraceno B. (1993). La riabilitazione fra modelli e pratiche. In De Plato Giovanni (a cura di ), Cos’è la riabilitazione in psichiatria. Centro studi ricerche salute mentale, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Pordenone: Edizioni biblioteca dell’immagine, p. 35-46 (nota 2).
Castelfranchi C. (1993). I paradigmi deboli della riabilitazione. In De Plato Giovanni (a cura di ), Cos’è la riabilitazione in psichiatria. Centro studi ricerche salute mentale, Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Pordenone: Edizioni biblioteca dell’immagine, p. 75-82 (nota 2).
Becker D. R. e Drake R. E. (2005). L’inserimento lavorativo dei pazienti con gravi disturbi mentali. Psichiatria di comunità, volume IV, n. 4, dicembre 2005, 193-199. (nota2)
Nota1: articolo reperibile online tramite le banche dati di Psicologia
Nota 2: Una fotocopia di questi materiali sono stati depositati dalla docente presso la biblioteca Valentini nella cartellina “Materiali approfondimenti per esame di Psicologia di comunità MAG-SAL”
NOTA BENE: I materiali scaricabili dai siti, inerenti i quattro percorsi, erano disponibili nel mese di dicembre 2008. Nel caso questi lavori non fossero più accessibili in date successive gli studenti sono pregati di contattare la docente.