Jamostex visto che sei così ferrato sull'argomento, tu che consiglio mi daresti per cominciare a lavorare nell'ambito della sicurezza?
Jamostex visto che sei così ferrato sull'argomento, tu che consiglio mi daresti per cominciare a lavorare nell'ambito della sicurezza?
Ciao! Qualcuno sa dirmi come posso procurarmi il Karasek? Ho visto che c'è un sito..tutto in inglese...
ciao jamostex,
ti cito e mi cito:
quando parlavo di realizzare un "corso" e proporlo a qualche società che si occupa di sicurezza: intendevo quello che ho scritto, ad esempio 4 ore di formazione sul fattore umano degli infortuni. quindi una ventina di slide con esercitazioni: di conseguenza non vedo costi esorbitanti (nè economici nè temporali), quelli cui ti riferisci con "(ma a che costo...)".
ecco...questa secondo me è la negazione della psicologia e delle possibilità di un intervento sensato della psicologia nel settore della sicurezza....non mi riferivo ai costi economici, ma a quelli etico-metodologici. Cosa differenzia l'intervento che proponi rispetto a quello che farebbe un ingegnere o un altro consulente?
L'intervento che suggerisco di proporre è la conferma dell'applicazione della psicologia al lavoro, non la negazione: ciascuno fa il suo mestiere, integrandosi con altri esperti. Un ingegnere non conosce il fattore umano come lo psicologo. Lo psicologo porta il suo approccio e la sua forma mentis, idem l'ingegnere. Infatti il BBS è pensato per far lavorare gli esperti in modo multidisciplinare. Faccio fatica a capirti sugli aspetti etico-metodologici.
Quando parli poi di applicare un corso preconfezionato su chiavetta USB: lo psicologo-formatore porta dentro di sè il suo approccio, che adatta a seconda dei contesti. Ma delle linee guida deve pur averle. Un corso, inoltre, ripeto, è un punto di partenza non di arrivo.
Non so che lavoro fai tu in ambito formazione/sicurezza. Io erogo corsi di sicurezza in diverse aziende, ho le mie diapositive che costituiscono materiale piuttosto omogeneo (la normativa è pur sempre la stessa: lo scheletro della normativa che erogo rimane quello, e ne tratto piuttosto sinteticamente, è noiosa), ma che adatto in funzione del contesto aziendale: tessitura, azienda di lavorazione materie plastiche, azienda di lavorazione dei metalli. E qui lancerei una indagine: QUANTI PSICOLOGI HANNO MAI INDOSSATO LE SCARPE ANTINFORTUNISTICHE (e altro) per relazionarsi coi lavoratori, per conoscere il loro lavoro, e per poi discuterne in aula, facendo riferimento al fattore umano nella genesi degli infortuni? Son curioso di conoscere la risposta.
Se non siamo proattivi il "tempo debito" non esisterà mai, impariamo ad avere iniziativa, e a sporcarci le mani e a stare in mezzo alla gente che lavora nei duri luoghi di lavoro. La forma mentis non la perdiamo, ci aiuta ad adattare il ns. intervento quando ci troviamo di fronte, ad esempio, a un folto gruppo di operai inferociti perché pensano che gli infortuni avvenuti nella loro azienda dipendono solo dalla condizione dei mezzi, macchinari ecc.
Ah, sono uomo, quindi "mi sei piaciuta..." eh! Ciao a presto spero e buon lavoro!
Non mi permetto di giudicare il tuo lavoro, che non conosco.
Le mie erano considerazioni su delle frasi che spero di avere frainteso, visto anche che ora ti sei spiegato un po' meglio....e tuttavia continuo a intuire dalle tue parole un tipo di intervento che non condivido.
Buon lavoro anche a te!
Per Francesca 111 (non ho capito perchè ma non mi fa quotare il tuo messaggio):
Ciao, io ho avuto la fortuna di avere, quale docente degli esami più importanti del mio percorso di studi, uno psicologo che lavorava moltissimo nell'ambito della sicurezza e quindi è un tema che già all'università mi aveva appassionato e che ho approfondito con incontri tematici, corsi e infine sul lavoro.
L'intervento di sicurezza è comunque un intervento organizzativo e quindi la base di partenza per lavorare nel settore penso si trovi nella tua preparazione e nel tuo interesse personale ai processi ed alle dinamiche della consulenza, della formazione e dello sviluppo organizzativo (volendo anche dell'ergonomia).
Mi piacerebbe poterti consigliare un corso o un master post laurea specifico per psicologi nel campo della sicurezza, ma non sono più così informato a riguardo; inoltre, se è vero che dato il periodo ti sarà relativamente facile trovare un corso su stress e valutazione dei rischi psicosociali, più difficile ti sarà invece l’eventuale ricerca di un corso specifico sulla prevenzione degli infortuni e la gestione della sicurezza (campo in cui gli psicologi hanno ancora purtroppo poca legittimazione sociale, per quanto a mio parere dovrebbero essere davvero le figure di riferimento). I due campi, per quanto di certo molto legati, hanno comunque una loro forte specificità.
La tua domanda sul “come incominciare a lavorare nell’ambito della sicurezza” ha una risposta “tecnica” abbastanza ovvia, cioè preparandoti per poterlo fare e rendendoti appetibile sul mercato nonché cercando di capire veramente se è un campo che ti può interessare; direi dunque: a) preparati studiando lo specifico argomento b) segui i corsi che ti sembrano più interessanti (e la cosa raramente è legata al costo, guarda i docenti e informati sul loro specifico intervento se puoi), c) cerca di entrare in uno studio o una società che lavorino nel settore, magari proponendoti anche come collaboratore in affiancamento.
Alcune letture che ti consiglio per iniziare (le avevo suggerite già a qualcun altro sul forum mi pare):
Ambrosini M., (1996), Sicurezza sul lavoro, Psicologia e Lavoro, 100-101.
Amovilli L., (1995), Modelli psicologici di ricerca e intervento nella sicurezza lavorativa, Personale e Lavoro, 388.
Amovilli L., (2003), Scienze dell’intervento e cause degli infortuni, Risorsa Uomo, 2
Andreoni P., (2006), Esperienze di intervento sulla sicurezza, Psicologia e Lavoro, 140.
Argentero P., Zanaletti W., Dell'Olivo B., (2005), Percezione dei rischi occupazionali, formazione alla sicurezza e prevenzione degli infortuni, Risorsa Uomo, 11, 3.
Bisio C., (2005), Il contributo della psicologia del lavoro e dell'organizzazione agli interventi nella prevenzione degli incidenti sul lavoro, Risorsa Uomo, 11, 3.
Carli R., Paniccia R. M., Salvatore S., (1995), La dinamica del rischio e la sicurezza sul lavoro, in: La sicurezza sul lavoro (D. L. 626/94), Fondazione energia Edizioni.
Cooper M. D., (1997), Evidence from safety culture that risk perception is culturally determined, The International Journal of Project and Business Risk Management, 1, 2.
Cooper M. D., (2000), Towards a model of safety culture, Safety Science, 36.
DeJoy D. M., (2005), Behaviour change versus culture change: divergent approaches to managing workplace safety, Safety Science, 43.
Di Naro C., (2006), La problematica della sicurezza lavorativa nelle organizzazioni, Bollettino di Psicologia Applicata, 248.
Geller E. S., (1999), Behavior-based safety: confusion, controversy, and clarification, Occupational Health and Safety, 68, 1.
Gherardi S., Nicolini D., (2000), The organizational learning of safety in communities of practice, Journal of Management Inquiry, 9, 1.
Gherardi S., Nicolini D., Odella F., (1998), What do you mean by safety? Conflicting perspectives on accident causation and safety management in a construction firm, Journal of Contingencies and Crisis Management, 6, 4.
Kaneklin C., Scaratti G., (2005), La formazione alla sicurezza: una sfida di senso e di efficacia, Risorsa Uomo, 3.
Marocci G., (1993), Problemi e certezze in un intervento psicosociale di sicurezza lavorativa, Quaderni di Psicologia del Lavoro, Edizioni Psicologia, Roma, 2.
Pidgeon N. F., (1997), The limits to safety? Culture, politics, learning and man-made disasters, Journal of Contingencies and Crisis Management, 5, 1.
Spaltro E., (2003), L’idea di sicurezza, Psicologia e Lavoro, 128.
Zohar D., Luria G., (2005), A multilevel model of safety climate: cross-level relationships between organization and group-level climates, Journal of Applied Psychology, 90.
Ciao e in bocca al lupo!
Grazie del consiglio! Comincerò subito a studiare. Già qualcosa avevo letto ma non avendo fatto praticamente nulla nell'ambito della sicurezza all'università non sapevo quali testi fossero validi e quali no.
Mi pento amaramente di non essere andata a Roma o Milano a fare l'università perché mi rendo conto che ad Urbino non ti danno una buona preparazione. E' vero anche che quando sei all'università devi arrangiarti da solo, ma i prof. che c'erano ad Urbino cambiavano continuamente e molti non erano neanche troppo preparati perché magari lavoravano esclusivamente nell'ambito clinico!!!!
AIUTOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
Ho fatto 1 colloquio con 1 azienda x la valutazione dello stress lavoro correlato. Nn so dove reperire i test. C'è qualcuno ke può darmi una dritta oppure...ke potrebbe inviarmene uno?
Grazie mille, Lolita.
ciao, puoi reperire il test che ritiene più opportuno per la tua attività tramite le Giunti OS di Firenze Giunti OS | Strumenti per l'assessment psicologico. oppure ricercando il Karasek tramite sito dell'ISPESL (a cui però non ho mai fatto richiesta)
tra la richiesta del test e la ricezione trascorrono ALEMENO 4 giorni, parlo per esperienza.
attenzione a non richiedere invio di test da parte di altri utenti o persone perché non è consentito per legge. saluti e buon lavoro
ma quale compito dello psicologo,qui fra poco la fanno anche i netturbini, non c'è nessuna tutela se non quella del buon senso per fare in modo che sia uno psicologo a farla. Gli rspp se la fanno da soli, col cavolo che mollano parte del loro lavoro agli psicologi...
io suggerisco di utilizzare l'OSI in prima battuta, finché non realizzano uno strumento più adeguato alle maestranze, ovvero più comprensibile e meno complicato.
in un secondo momento possiamo riadattare il ns. intervento in funzione dei nuovi strumenti che emergono.
in ogni caso siamo noi psicologi ad assumerci la responsabilità del lavoro che facciamo. non fermiamoci a guardare il treno che passa, cerchiamo di salirci.
eh beh fossi in loro pure io farei protezionismo. noi psicologi, singolarmente, non possiamo fare nulla per imporci un po' di più. già non siamo ben visti nelle realtà medio piccole (le aziende italiane sono così per almeno il 90%), a cui si aggiunge l'orticaria che viene ai DDL quando si parla di stress. è compito degli Ordini imporsi!! ma quelli dormono.
ovvio l'ordine deve muoversi, io gli ho mandato un link dove un'associazione abbastanza importante di sicurezza sul lavoro faceva un corso sulla valutazione del rischio psicosociale " per insegnare a noi psicologi come valutare tale rischio con dei criteri di scientificità"
Rendiamoci conto , qui ci danno degli incompetenti e nessuno dice niente. L'ordine, che pensa solo a prendere soldi per l'iscrizione all'albo, mi avesse almeno mandato un grazie per la segnalazione... poi dicono che uno s'incazza.
adesso l'OPL sta diffondendo un questionario online di rilevazione della soddisfazione sui loro servizi, mi raccomando esponiamo loro le ns. perplessità, per essere educato.