Nell’ultimo inserto “D” di Repubblica c’è una lettera ad Umberto Galimberti riguardo alla psicoterapia. Mi limito a riportare solo la risposta….essendo questo in breve il succo della domanda:
“Se, dunque, Jung era un analista credibile, le chiedo quanti oggi possono dire di esserlo, avendo compiuto una formazione autentica, di lacrime e sangue, e non soltanto una sua caricatura standardizzata”.
Risposta di Galimberti:
La psicoterapia, sia nella sua versione psicoanalitica sia in quella psichiatrica, non dispone di un sapere oggettivo, perché la psiche di uno è diversa dalla psiche di un altro, e perché gli strumenti conoscitivi che di volta in volta si adottano non sono universalmente validi e soprattutto non sono verificabili secondo i criteri delle scienze esatte (…) Dobbiamo allora concludere che la psicoterapia non è una scienza, ma un’arte. E come ogni arte si impara nella bottega dell’artigiano, senza che la sua frequentazione garantisca che da quella bottega uscirà un’artista.
Questo è lo stato delle cose, che nessun dispositivo legislativo può modificare, anche se in ogni paese, tra cui l’Italia, si è provato a regolamentare le botteghe degli artigiani dando un patentino di formazione a una miriade di scuole, che erano poi le botteghe artigianali esistenti, per garantire i pazienti dagli psicoterapeuti selvaggi, che, senza legislazione, sarebbero autorizzati ad improvvisarsi curatori dell’anima.
Per accede a queste scuole di formazione la legge prevede che si debba essere medici o psicologi. I primi, perché competenti delle malattie del corpo, e quindi per estensione anche dell’anima, visto che in proposito non esiste alcun sapere. I secondi, perché hanno frequentato un corso universitario quinquennale dove si è studiato un po’ di anatomia, un po’ di biologia, un po’ di statistica, un po’ di tecniche sperimentali, un po’ di arte varia, che, messe tutte assieme, s’è convenuto potessero costituire una competenza di base intorno al mondo della psiche.
Sono stati invece rigorosamente esclusi i filosofi, che dell’animo umano si occupano da duemila anni, e qualcosa di più assennato saprebbero dire rispetto ai medici, la cui mentalità è gravata dal peso dell’organicismo, e rispetto agli psicologi, la cui mentalità non è gravata da nulla, non avendo la qualità dei loro studi alcun peso.
Se questo è lo scenario, trovare un buon psicoterapeuta oggi come ieri è un gioco a mosca cieca. Può andar bene come può andar male. Unico criterio di discernimento, anche s e purtroppo un po’ costoso perché dallo psicoterapeuta non si va gratis è, dopo alcune sedute, la sensazione precisa del paziente, che, se proprio non vuole ingannarsi, “sente” se lo psicoterapeuta che ha di fronte incide nella sua anima, o le passa semplicemente accanto senza neanche sfiorarla.
Un po’ pesante, che dite??