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  1. #16
    Partecipante Affezionato L'avatar di almaserena
    Data registrazione
    02-11-2002
    Messaggi
    114
    Originariamente postato da Lele
    Volevo solo scrivere un messaggio di risposta ad almaserena:
    Perdono!!!!!!!!!!!!!!!
    Ciao Lele,
    mi sono accorta ora di quel piccolo errore...
    Personalmente non ho nessun problema in merito a quello che è successo (il contenuto del messaggio perso)

    ma scusa se te lo chiedo...
    è un errore che potrebbe commettere chiunque o solo i moderatori del sito?
    ...mi ha fatto un po' impressione vedere il mio avatar, i miei dati e un messaggio che non mi apparteneva...
    ...non vorrei che un giorno qualcuno usasse l'immagine degli utenti per faccende personali in cui l'utente stesso, centra poco!!!

    Mi sto facendo un po' di remore a mandarti questo messaggio, spero che tu lo legga comprendendo i miei dubbi!!
    Ciao Alma
    In parte la salute mentale è una forma di conformismo.
    John Nash

  2. #17
    HT Sirri
    Ospite non registrato

    per Almaserena

    il mio non e' ottimismo, ma presa coscienza dei fatti, anche numerici.

    Per esempio:
    Tutti noi sappiamo che negli ultimi anni i laureati in psicologia non hanno fatto altro che aumentare tutti gli anni, complice anche il forte aumento del numero delle universita' di psicologia!

    Ebbene, le statistiche sull'occupazione ci dicono che la percentuale dei neolaureati che lavora sta' aumentando!
    E considera che ogni anno il numero degli iscritti aumenta!

    Poi concordo che non tutti lavorano come psicologi, ma il trend e' indiscutibilmente positivo.

    Inserendo anche un'altro fattore, cioe': cosa fa' il laureato medio concretamente per poter lavorare?
    Di solito presenta delle domande, prova dei concorsi, scrive dei curriculum.

    Tutto ok in questo.... ma.....

    Ma il lavoro dello psicologo e' in maggior parte nel settore libero-professionale, non in quello dipendente, e qui non servono curriculum, ma strategie operative per inquadrare la propria professione e farsi conoscere.

    In conclusione quello che dico e':
    Se tutti si rivolgono dove c'e' meno spazio (lavoro dipendente), prova ad immaginare quanto potresti fare dove di spazio c'e' ne' di piu' e la "concorrenza" e' scarsa.

    A presto,

    Stefano Sirri

  3. #18
    Eowin
    Ospite non registrato
    Dunque, che può fare, in pratica, lo psicologo?
    Vediamo:

    quando sei laureato, ma non hai ancora dato l'EdS ti consigliano prudenza, è meglio che non fai niente fino a che non sei iscritto all'ordine, sennò c'è l'esercizio abusivo...

    Quando sei psicologo abilitato e iscritto all'ordine puoi fare tutto quello che vuoi, in teoria, ma in pratica come garantisci che il tuo esercitare la psicologia non sconfina nella psicoterapia? Guai!!!
    Meglio andarci cauti, sennò c'è l'esercizio abusivo...

    Cosa fa lo psicologo non psicoterapeuta?

    Niente, perchè negli enti pubblici non è previsto in organico, nè il quinquennalista nè tantomeno il triennalista.

    Lo psicologo fa concorrenza all'educatore professionale, e poi fa il telemarketing e lavora nei call center.

    E allora? Ragazzi: inventatevi una professione.

    Andate a spiegare al pubblico, al vostro futuro bacino d'utenza che cosa fa lo psicologo nella pratica.

    Come? Non lo sapete neanche voi? Non ve lo hanno insegnato all'Università???
    INVENTATEVELO
    Certo, i vs prof fanno i prof, i ricercatori, gli psicoterapeuti.
    Gli psicologi siete voi, quindi, coraggio:

    AAA Psicologo triennalista (o quinquennalista) esperto (?!?) nella prevenzione del disagio evolutivo offresi a genitori per prevenire il disagio evolutivo dei pargoli.

    Psicologo certificato nella psichiatria transculturale offre mediazione tra colf extracomunitarie che soffrono di nostalgia, novantenni sclerotici e figlioli frettolosi.

    A Torino sono anni che alcuni arditi si sono inventati un centro "Lasciamoci con amore" per aspiranti coniugi separati. Si facevano pubblicità senza bollo appiccando volantini alle fermate degli autobus.

    L'assistente di un mio prof campava facendo il podologo (nel senso che interpretava le linee dei piedi a fini mantici) in un'altra città.

    L'assistente di un altro mio prof è la punta di diamante di un'associazione (al centro di diverse inchieste della magistratura) di importazione nord americana che auto-motiva le persone a raggiungere denaro-amore-successo con sistemi tipo camminare sul fuoco. Ogni tanto qualche cardiopatico ci lascia le penne, qualche depresso si suicida, qualche padre di famigia lascia tutti i suoi beni al centro, e allora finiscono sul giornale per istigazione al suicidio o circonvenzione di incapace.

    Signori: questi sono i lavori retribuiti che si inventano gli psicologi.

    Aria fritta, ragazzi, ci hanno venduto e certificato in ariafrittologia.

    L'unica speranza è una buona specializzazione e il coraggio di buttarsi nella libera professione psicoterapeutica sperando che nel frattempo si apra qualche paracadute legislativo tipo che venga riconosciuta la professionalità degli psicologi (a 3 e a 5 anni) nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle ASL.

  4. #19
    Partecipante Affezionato L'avatar di almaserena
    Data registrazione
    02-11-2002
    Messaggi
    114
    Originariamente postato da Eowin
    Dunque, che può fare, in pratica, lo psicologo?...

    Quando sei psicologo abilitato e iscritto all'ordine puoi fare tutto quello che vuoi, in teoria, ma in pratica come garantisci che il tuo esercitare la psicologia non sconfina nella psicoterapia? ...

    Cosa fa lo psicologo non psicoterapeuta?

    Niente, perchè negli enti pubblici non è previsto in organico, nè il quinquennalista nè tantomeno il triennalista.

    Lo psicologo fa concorrenza all'educatore professionale, e poi fa il telemarketing e lavora nei call center.

    ...

    L'unica speranza è una buona specializzazione e il coraggio di buttarsi nella libera professione psicoterapeutica sperando che nel frattempo si apra qualche paracadute legislativo tipo che venga riconosciuta la professionalità degli psicologi (a 3 e a 5 anni) nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle ASL.
    C'è un cinismo e una consapevolezza spaventosa in quello che hai detto!!!
    A volte spero di non dovermi mai pentire di questi 5 anni di studio...
    Nella scelta che ho fatto non c'è solo il problema del lavoro...
    è come sentire all'improvviso di aver sprecato troppo tempo

    Concorrenza all'educatore professionale?
    Magari ci fosse posto!!! Ma non è così facile...almeno per me significherebbe continuare a fare esperienza...
    si...esperienza...perchè è soprattutto questa a mancare nel bagaglio cuturale dello psicologo...

    Se dovessi inventarmi un mestiere (evviva la fantasia!) mi sembrerebbe di tradire i miei obiettivi...
    ..cmq...questa situazione non è assolutamente chiara...
    hai ragione tu quando dici che l'unica speranza è una buona specializzazione

    "sperando che nel frattempo si apra qualche paracadute legislativo tipo che venga riconosciuta la professionalità degli psicologi (a 3 e a 5 anni) nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle ASL."

    speriamo che una volta fatto il lancio 'sto paracadute si apra
    In parte la salute mentale è una forma di conformismo.
    John Nash

  5. #20
    Eowin
    Ospite non registrato
    Sarà cinico, ma è vero.
    Non mi pagano per fare pubblicità, ma c'è un libricino che costa 11 €, di Sarchielli - Fraccaroli, Le Professioni dello Psicologo (2002, recentissimo), si trova anche nelle biblioteche, scritto che si legge in un pomeriggio, dove sono riportati i risultati di 2 ricerche sugli inserimenti lavorativi degli psicologi, in Liguria ed Emilia Romagna, roba fatta con tutti i crismi e i carismi della ricerca sociale, dove la cruda realtà si legge nero su bianco nei numeri (reali), nelle percentuali, e anche nelle spiegazioni del perchè e del percome (molto più sfumato, molto più tra le righe, ma comunque c'è).

    Il fatto è che sono partiti con la riforma prima di creare le professioni per le quali formavano, cioè senza un'analisi del mercato.
    Non sta a neo laureati 25enni aprire nuovi mercati, semplicemente perchè non ne hanno i mezzi.
    Questo chi conta lo sa benissimo.
    Sarchielli è preside di Psicologia a Bologna, e per chi vuol leggere certe cose le dice lui, non quell'ultima arrivata della Eowin.

    Anche la sorte dei quinquennalisti non è rosea e non può seriamente prescindere dalla specializzazione. Allo stato dei fatti, all'oggi. Leggete i numeri dell'impiego sulla fonte che ho citato. (Con impiego intendo anche professioni libere e associative)

    L'unico barlume di ottimismo che vedo è che, sfornando laureati triennalisti con titoli fantasiosi in tutta Italia, nel giro di poco spero che la pressione sociale costringa i rappresentanti dell'Ordine ad attivarsi per trovar qualcosa che loro (e noi quinquennalisti) si possa davvero fare, da dipendenti o da professionisti.

    Se le inventino loro, le nuove professioni, che hanno l'esperienza e qualche maniglia, e vedranno che noi, le legioni dei neo laureati e neo abilitati (a 3 e a 5), quel qualcosa lo faremo.
    Sennò è come se ci avessero venduto il biglietto per il tour della galassia e poi ci dicessero che l'astronave ce la dobbiamo costruire.
    Ci hanno venduto la bicicletta, ce la diano e noi pedaleremo.

    Nel frattempo, chi può, si specializza.

  6. #21
    HT Sirri
    Ospite non registrato
    A Eowin,

    mi spiace doverti contraddire, o forse no, non mi spiace affatto
    ;-))))))

    Quello che alcuni o molti che siano fanno non significa nulla, significa solo quello che loro hanno deciso di fare.

    Come prima cosa lo psicoterapeuta puo' fare solo una cosa in piu' rispetto allo psicologo, cioe' terapia.
    Se dai un'occhiata anche solo al nostro tariffario ti rendi subito conto che la terapia rappresenta 4 voci su 148.
    Ma dico, vi rendete conto?
    Solo 4 voci su 148, cioe' meno dell' 3%!!!!!

    Vogliamo vedere questo 3% come la totalita'?
    Ognuno e' libero di fare come crede, io la penso diversamente.

    No, non c'e' bisogno di inventare cose strane, ma di fare cose che gia' esistono ma che la maggioranza non guarda.
    E non mi riferisco solo all'ambito del lavoro (10 voci del tariffario, cioe' circa il 7%).

    A presto e ottimismo,
    ;-))

    Stefano Sirri

  7. #22
    Matricola
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    va bene però...

    OK HT potremmo già fare un sacco di cose e tu ce lo hai dimostrato...
    Ma il mio dubbio è: chi mi insegna a fare queste cose in modo decente?
    Cioè, dopo 5 anni sui libri a studiare di certo non ho ancora (purtroppo) le conoscenze pratico-tecniche necessarie per buttarmi si da ora nel mondo del lavoro senza correre il rischio di fare del "male" al mio utente...
    Quello che chiedo è se qualche anima pia vuole/può/desidera/e autorizzato a prenderci per un periodo, che vada oltre all'anno del tirocinio (in cui, non è il mio caso, la maggior parte non impara niente), sotto la sua al protettiva insegnandoci tutti quei trucchi del mestiere che secondo me chiunque, uscito da qualsiasi scuola o facoltà, ha bisogno di farne tesoro per essere un professionista serio e con la P maiuscola!!

    Jenny

  8. #23
    Partecipante Assiduo L'avatar di clietta
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    Ricollegandomi a cio` che ha scritto Jenn, vorrei farvi un esempio:
    un amico, insegnante di sostegno, si e` preso la briga di diventare il responsabile del progetto salute nella scuola e gli e` stato chiesto di contattare uno psicologo.
    Lui da bravo amico ha pensato di chiamare me; inizialmente sono rimasta entusiasta di questa cosa, ma poi...mille dubbi e paure mi hanno colto.
    Lui mi parlava di un progetto sulla "prevenzione alla droga". Al di la` del fatto che non credo nella prevenzione della droga (annamo bene! ), al di la` del fatto che sono dieci gg che lui lavora come insegnante di sostegno quindi non ha la piu` pallida idea di come impostare il progetto e non mi puo` aiutare in questo, mi son chiesta: che faccio?
    Mi preparo una bella conferenza sulle droghe?
    Preparo dei volantini?
    Istituisco un forum nel sito della scuola perche` se ne parli?
    Come mi pongo io, che non ho MAI avuto esperienza in questo campo. Che non so come lavora e si muove uno psicologo in quell`ambito? che non ho nemmeno fatto l`indirizzo evolutivo (ma quella e` la mia preoccupazione minore)? Come mi documento? A chi mi rivolgo per risolvere i miei dubbi? Come mi faccio pagare? Non scherzo! Non ho aperto la partita IVA, non sono iscritta all`albo, anche se ho dato l`esame di stato...Sono considerazioni da fare anche queste!!!
    Sinceramente mi siete venuti in mente "solo" voi...
    (Dio benedica OPS ehehe).
    A volte mi convinco che bisogna solo buttarsi - e molta gente lo fa senza conoscere il mestiere ( purtroppo parlo anche di professionisti sedicenti con cui ho avuto a che fare). Altre volte mi dico che io voglio fare le cose per bene e mi piacerebbe sentirmi sicura io per prima delle cose che voglio comunicare agli altri...
    Mi sento ignorante e anche un po`......poco proattiva, non so come dire...
    Nel senso che mi siedo sulla mia mancanza di informazioni...
    ........Infine...non so cosa ho scritto ma spero che qualche veggente decifri i miei pensieri
    SALUTE a tutti

  9. #24
    Partecipante Assiduo L'avatar di clietta
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    PS avete presente LOVELINE? quel programma sul sesso che fanno su mtv? Ecco, nel porvi le precedenti domande, mi sono sentita come quelle persone che telefonano per chiedere se si rimane incinta con un bacio!!!......che ci sia un tabu`sulle informazioni anche in questo campo???
    una sciocchezza riflessiva

  10. #25
    per farti pagare direi che un contrattino di prestazione occasionale dovrebbe andare bene... per il programma di prevenzione bisognerebbe cercare un po' in letteratura... aspetta cerco... arrivo e....ma che scuola è elementare o media o superiore? inizierei da questo link: http://www.ceis.it/focalpoint/Home.html
    poi che ne dici di questo libro (premetto che il mio orientamento è cognitivo comportamentale e anche il libro vista la collana a cui appartiene:
    Apprendisti adulti - Interventi di prevenzione e terapia con gli adolescenti
    Daniela Sacchi


    Prezzo Euro 26.00
    ISBN: 88 386 2778-9
    luglio 2003
    264 pagine
    collana: Psicologia
    - Indice dettagliato (formato PDF)
    - Presentazione/prefazione (formato PDF)






    Né adulto né bambino. Ma anche, contemporaneamente, maschio e/o femmina, santo e/o delinquente, socievole e/o solitario. L’adolescente si trova in una continua fase di autodefinizione, di bisogno di un limite, di una identità, di una regola, di un corpo, ... di sé.
    Personaggio forzatamente dipendente, bisognoso di aiuto per raggiungere l’indipendenza; in conflitto con i genitori e con la società; ricerca la sicurezza adeguandosi a gruppi o vaga solitario. Vive, sempre faticosamente, alla ricerca di una identità gratificante.
    Fase della vita particolarmente ambigua e travagliata, l’adolescenza può incontrare lo psicologo. Nel tentativo di comprenderlo e aiutarlo a trovare la sua via, i riferimenti classici a volte non bastano; spesso sono utili e stimolanti per analizzare la situazione, ma poi capita che siano poco efficaci quando si arriva a costruire e a mettere in atto un progetto evolutivo.
    Un approccio cognitivo comportamentale ai diversi aspetti dell’incontro, della comprensione del problema e del trattamento dell'adolescente, costituisce una proposta tesa a fornire preziose indicazioni operative e stimoli creativi per lavorare su una fase tanto complessa della vita.
    Proprio ciò che occorre per agire con pazienti-poco-pazienti, che sono tutt’altro che tradizionalisti e che, giustamente, ci costringono a un grande rispetto.

    Autori
    Presentazione
    Prefazione
    Parte I - Dalla teoria alla clinica
    1) L’adolescenza in termini comportamentali e cognitivi
    2) L’adolescente e la società
    3) La consultazione e la terapia
    4) Autoefficacia
    Parte II -- Aspetti clinici e preventivi
    5) Aggressività, violenza e rabbia
    6) Genere, motivazione, aggressività e prestazione accademica
    7) Stili di vita e promozione della salute
    8) Le dipendenze
    9) La delinquenza giovanile. Aspetti relativi al trattamento
    Parte III -- La patologia grave
    10) Il disturbo da stress post-traumatico
    11) Prevenzione della patologia grave
    Parte IV -- La leggerezza?
    12) Il tempo libero
    Appendice I) La notte
    Appendice II) ECSBD (Scala di competenza sociale)
    Appendice III) AQ (Aggression Questionnaire)
    Bibliografia

  11. #26
    Partecipante Assiduo L'avatar di clietta
    Data registrazione
    20-08-2002
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    182
    ciao Vince!!!
    sei sempre il mio fidanzato preferito ;-)
    Hai fatto centro, sono adolescenti: la scuola e` un istituto tecnico e ieri mi hanno detto che come primo progetto avrebbero intenzione di chiedere ad uno psicologo di fare consulenza per venti ore....Non e` molto (se pensate che in una classe ci sono 24 ragazzi), pero` per me sarebbe gia` tanto..
    Inoltre il progetto scade il 16 ottobre, ma poi posso cominciare piu` avanti (avendo un trasloco in corso e lavorando per mantenermi non e` male): in questo modo potrei documentarmi meglio...
    A volte penso di non avere quasi il "diritto" di provarci, per la mia inesperienza...Altre volte invece vorrei impegnarmi con tutta me stessa per dimostrare prima di tutto a me stessa che posso farcela: sbagliando, magari, ma se non comincio da qualche parte come imparo???
    Inoltre visto che piu` avanti forse la scuola avra` la possibilita` di ricevere altri fondi, mi piacerebbe proporre un altro progetto: un T-Group per gli insegnanti questa volta. Ho visto che i professori sono veramente frustrati e che hanno difficolta` di rapporto anche tra di loro, nei consigli di classe per es. Ho gia` fatto esperienza in questo campo, diverse volte, anche come co conduttrice, percio` non mi dispiacerebbe buttarmi....
    Anche..che so....occuparsi del "burn out" degli insegnanti stessi...
    Nella scuola spesso si pensa agli studenti, ma direi che anche gli insegnanti hanno bisogno di aiuto!!
    Che dite voi?
    Grazie per le info molto utili Vince e anche per la tua disponibilita`.
    Ciao ciao

  12. #27
    Matricola
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    26-06-2004
    Residenza
    Provincia di Verona
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    23

    scuola di psicoterapia: ne vale la pena?

    Credo di essere uno dei pochi fortunati che dopo aver fatto il tirocinio e conseguito l'abilitazione ha trovato lavoro come psicologo senza dover neanche cercarlo.

    Vedo molti colleghi che si sono iscritti a scuole di specializzazione e mi stavo chiedendo se potesse essere un buon investimento quello di frequentarne una anch'io.

    Vorrei chiedere a voi se ne vale veramente la pena.
    Grazie. c

  13. #28
    Serial killer
    Ospite non registrato
    beh dipende da cosa vuoi fare..se vuoi fare lo psicoterapeuta si, se ti va bene fare lo psicologo perchè dovresti?
    ps: si può dire che..sederino?!!! qual'è il tuo segreto? che lavoro hai trovato? scusami..sono curiosa come una scimmia!! ma tutti noi no? se no perchè vorremmo fare gli psicologi..

  14. #29
    Partecipante Esperto L'avatar di Santiago
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    27-03-2004
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    471
    Concordo più esplicitamente: Che cuxo!

    Santiago
    "Soltanto i pesci non sanno che è acqua quella in cui nuotano, così gli uomini sono incapaci di vedere i sistemi di relazione che li sostengono" L. Hoffmann

  15. #30
    Serendipity
    Ospite non registrato
    Concordo con le entusiastiche osservazioni sul tuo(poderoso)di dietro!
    per il resto, se fare lo psicologo ti piace, ti conviene andare avanti su questa strada. considera che la specializzazione la puoi fare quando vuoi, non c'è un termine, e succede spesso che ci si iscriva alla scuola di specializzazione dopo svariati anni di lavoro da psicologi....forse anche perchè costa un occhio della testa!:frist:

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