Salve a tutti
ho scoperto questo fantastico forum un po' per caso. Vi sottopongo quindi la mia "quasi" storia, bella e tormentata.
Io verso i 40, lei quasi 31. Colleghi. Lei assunta da poco. Conterranei. Con molte cose in comune, non ultimo il fatto di trovarci entrambi all'estero per scelta, di vita e lavorativa.
Il primo incontro avviene su sua richiesta: essendo nuova, voleva da me ragguagli e consigli. Almeno questa è la spiegazione ufficiale. Successivamente mi confiderà di avermi contattato perchè era rimasta colpita da una mia foto. Non solo, spesse volte ha rincarato la dose dicendo di aver trascorso lunghe ore a guardare tale foto!
Sulle prime io sto sulle mie, intimidito dalla sua bellezza e dalla giovane età (penso ci siano 14-15 anni tra noi). Un paio di settimane dopo la invito a bere un caffè. Scoperto che gli anni di differenza sono "solamente" 9 e che non ci dovrebbero essere fidanzati da qualche parte, la metto nella categoria dei sogni impossibili. Dalla quale lei esce prepotentemente qualche sera dopo, allorché la invito a cena e cominciamo a chiacchierare di tutto, principalmente della nostra regione d'origine, del nostro passato, delle rispettive famiglie di provenienza. Mi sorride, regge i miei sguardi. Insomma, comincio inavvertitatemente a cuocermi e a nutrire qualche speranza. Sarà un caso ma ci incrociamo spesso al lavoro. Alla prima cena fuori ne seguono presto altre due di uguale tenore. Sembrerebbe che stia per nascere qualcosa, i suoi sguardi, i suoi sorrisi, la distanza anche fisica che si riduce e sembra preludere a una svolta positiva, a un primo bacio. Il mio corteggiamento, tenero, romantico, a base di messaggi, poesie, lettere che le lascio, sguardi e attenzioni, si intensifica. Ecco invece arrivare inattesa la mazzata: una sua mail che dice "ti chiedo una cosa sola: non ti innamorare di me, mai, ti spiegherò un giorno". Io le rispondo con sgomento, perplessità: "non capisco", chiedimi tutto ma non questo. Quella stessa sera lei mi convoca e mi spiega di non riuscire più ad amare, di essere una "montagna di ghiaccio", che altri prima di me si sono innamorati di lei e hanno finito per soffrire molto. Peggio: che qualcuno le ha strappato il cuore dal petto, e che questo qualcuno ancora la tormenta. Io quasi non oso chiedere altro, avvilito, frustrato. Oltretutto percepisco una grande sofferenza da parte sua nel raccontarmi di questa delusione.
Mi chiede quindi di accontentarmi dell'amicizia e di spegnere l'incendio che io le ho confermato divampare: le dico infatti chiaro e tondo che per me è tardi, che mi sono innamorato perdutamente di lei. Lei insiste e mi estorce la promessa di pensare a quanto mi ha detto.
Passano i giorni, continuiamo a vederci, passeggiate, chiacchierate, cene. Nonostante la diffida che mi ha appena fatto, capita che lei mi venga molto vicino, che rida a ogni mia frase, che mi guardi rapita, che mi prenda per mano mentre siamo seduti a un tavolo, che mi accarezzi il viso o mi metta un pezzetto di pane in bocca, che mi prometta una ciocca di capelli!. Io penso che lei abbia solo bisogno di tempo, penso ci sia interesse e attrazione da parte sua, visto che non si nega, che non solo accetta i miei inviti ma talora propone lei stessa, visti soprattutto i segnali di cui sopra.
Una sera mi racconta di cosa le sia successo: essenzialmente due anni fa ha scoperto che l'uomo (se così si può dire) con cui stava da 4 anni aveva un'altra, una tipa ufficiale che ha finito per sposare. E solo per caso lei ha scoperto di essere la numero 2. Messo di fronte alle sue responsabilità il tipo ha obiettato che l'altra è solo una fidanzata storica, un'amica, una mamma. Ma è lei che gli dá le emozioni forti. Insomma, lui ha cercato di continuare il menage a trois, non so bene con quanto successo.
Continuiamo a vederci, ancora con sue ambiguità, per un verso mi manda segnali positivi, per l'altro mi rimproverà affettuosamente se mi vede palesemente preso da lei, mi dice: "come devo fare con te?". Intende dire: "perchè non la smetti di amarmi?". E una sera mi dice chiaro e tondo: "io amo lui (il bipede infame) e mi sta bene così. Io ti voglio un bene dell'anima, ma come amico. Tra noi non potrà mai esserci altro che amicizia. Sei stato tu a volere vedere altro e a ignorare i miei avvertimenti." Io protesto che non mi tornano i conti. Trovo una discrepanza tra la sua condotta e le parole spietate che mi sta dicendo. La accuso velatamente di avere giocato al gatto e al topo. Lei nega di avermi lanciato segnali contrastanti. Io costernato, sconfitto. Mi sembra anche di essermi coperto di ridicolo. Le chiedo: "e adesso?". Lei mi chiede se penso di farcela ad esserle amico e solo quello. Invece di mandarla al diavolo, di consigliarle un bravo psicologo, le rispondo che ci proverò, che spero ritrovi il sorriso e la fiducia nella vita, che in fondo amore e affetto sono solo sfumature diverse di uno stesso colore.
A questo punto comincio un lavoro su me stesso: devo dimenticarla. Devo accettare che la vita continua senza di lei. Soprattutto devo evitare di soffrirci troppo. E per fare ciò è inevitabile che io mi allontani un po' da lei. Laddove prima mi facevo trovare, la cercavo, adesso volo sotto i radar. Non per fuggire, ma proprio per proteggermi. E quando lei una sera mi chiede: "ma che fine hai fatto? non ti si vede più", glielo spiego, che non è per punirla o per fare il prezioso, ma semplicemente per salvaguardarmi.
A questo punto sono passati circa due mesi dall'inizio delle danze.
Questo mio cambiamento segna una svolta. Comincia a cercarmi di più. Laddove negli ultimi tempi magari si negava con una scusa più o meno plausibile, ora è lei a proporre. Andiamo a cena in un paio di occasioni. Lei alterna piccole sortite come quelle di un tempo, i giochetti, l'avvicinarsi, prendermi la mano, a un atteggiamento più sobrio, da amica. Anche perchè io sospetto a questo punto che lei stia giocando con me, con i miei sentimenti, per insicurezza, perchè lusingata dalle mie attenzioni, per noia, per un suo chiodo schiaccia chiodo, non so, non mi fido e quindi sto più sulle mie, della serie "hai voluto l'amico? eccotelo servito!".
In particolar modo al ritorno dalle vacanze natalizie, si presenta un giorno che non lavora e mi dice candidamente: "sono venuta apposta, per vederti". Evidentemente il fatto di non avermi visto per quasi tre settimane non le è stato indifferente, magari (mi illudo) ha capito che mi stava perdendo e per questo cerca di ricondurmi all'ovile, di riprendersi il giocattolo. E da qui in poi comincia anche a telefonarmi con cadenza pressochè quotidiana. Si torna ad uscire insieme, cene, caffè, passeggiate. Abbastanza da amici. Io non so bene come regolarmi. Per un verso non voglio farle capire di avere del tutto incenerito i miei sentimenti per lei, dall'altro non mi voglio scoprire più di tanto, e le faccio intendere di avere cominciato a guardarmi in giro. Magari sbagliando, ma mi è sembrato un modo avveduto per metterla alla prova.
Ora tutta questa storia che vi racconto, non soltanto per condividere le mie pene d'amore, ma spero tanto in qualche opinione e consiglio, anche su come regolarmi, se abbassare o alzare la fiamma. Vi giuro, pur non essendo un adolescente alle prime armi, con questa non so bene che pesci pigliare, se essere me stesso, continuare ad essere sincero e chiaro sulla natura dei miei sentimenti o no. Se fidarmi o no. Che ne dite di tutta questa storia? C'è speranza? Io questa me la sposavo volentieri, pensate voi quanto sono fesso!
Vi ringrazio di cuore!