Originalmente inviato da
willy61
...... il paziente viene costantemente invitato a non agire ed a rappresentare. Come se, nel continuum che collega sensazione, emozione e rappresentazione, non ci trovassimo in presenza di linguaggi diversi ma che godono dello stesso status, ma ad una scala di valori nella quale il gradino più elevato è la rappresentazione e l'espressione verbale, mentre il corpo vivo, l'organismo, che si muove, respira, è presente nel mondo in un modo irriducibile, si trova spesso ridotto a "supporto", come fosse una pagina bianca sulla quale poter scrivere il linguaggio delle parole.
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Sessualità. Un elemento importante in bioenergetica. Come capacità del corpo di andare oltre se stesso, all'incontro di un altro corpo che, proprio perché altro, è anche possiblità di crisi. E anche come capacità del proprio corpo di essere flessibile, di sentire e provare il piacere, il dolore, l'esperienza della perdita e del ritrovamento, dell'annullamento della volontà presente nell'orgasmo. Ma come trattare questo elemento della nostra vita se non lavorando, praticamente, a livello corporeo? Come accontentarsi di pensarla senza sentirla?
Chiudo qui. Magari ho scritto un sacco di castronerie, ma mi piacerebbe confrontarmi con tutti voi su questioni del genere. Mi sono sentito molto vicino a Char_Lie, stavolta. Forse, il senso che ha per lui la pratica è diverso dal senso che ha per me. Ma mi ha fatto risuonare alcune cose, alcune corde. Sono curioso di vedere cosa ne esce fuori.
Buona vita
Guglielmo