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  1. #46
    Partecipante Assiduo L'avatar di balubina
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    17-04-2008
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    pordenone
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    164

    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    ciao care colleghe,
    m'inserisco un attimo nella vostra discussione per dirvi che in un libro di preparazione all'eds che mi hanno prestato (autori: umiltà ed altri) sono svolti i casi clinici e sempre o quasi propongono sia cba che mmpi...inoltre me l'hanno detto anche persone che l'hanno già dato...quindi boh, suppongo vada bene no?
    ciao!

  2. #47
    Banned
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Citazione Originalmente inviato da francescap1981 Visualizza messaggio

    Maria
    concordo con te sulla fobia sociale (come dici, il soggetto dovrebbe manifestare intensa paura ed ansia nello specifico in situazioni in cui è messo di fronte ad un giudizio o ad una presatazione sociale, ad esempio un esame all'università, un discorso in pubblico...comunque è sempre legata a temi dell'esibirsi!)
    !
    Grazie Maria x il chiarimento, volevo solo approfondire non fare una diagnosi di fobia sociale, ma visto che nel protocollo di Baranello si consiglia di vagliare anche disturbi simili e citare qualche differenza, mi pareva interessante.
    tutto qui!
    CIAO anche a Balubina
    Ultima modifica di Haidy2009 : 26-05-2009 alle ore 14.30.44

  3. #48
    Partecipante Assiduo
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    29-07-2004
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Citazione Originalmente inviato da francescap1981 Visualizza messaggio
    grazia mille maria per gli approfondamenti sul cba!!! sei davvero gentile...io non avevo capito gran chè!

    mi chiedevo: se il cba può essere considerato un test che valuta così tante diemensioni della personalià, perchè somministrare anche un mmpi? nel senso che i due test raccolgono informazioni simili, solo che uno è di stampo cognitivo-comportamentale, l'altro fa riferimento alla teoria dei tratti...va bene che sembra che se giustifichiamo le scelte non dovrebbero esserci problemi (cosa a cui creo poco!), ma l'eccletismo estremo è un rischio! non è una critica...è solo una domanda!

    concordo con te sulla fobia sociale (come dici, il soggetto dovrebbe manifestare intensa paura ed ansia nello specifico in situazioni in cui è messo di fronte ad un giudizio o ad una presatazione sociale, ad esempio un esame all'università, un discorso in pubblico...comunque è sempre legata a temi dell'esibirsi!)

    grazie ancora per il ripasso! e buona giornata!
    Ciao Francesca, effettivamente non hai tutti i torti a chiedere che senso abbia somministrare l'MMPI oltre alla CBA. Io lo ho fatto perchè l'MMPI è un test che consente di elaborare diagnosi psichiatriche (e di questo sono sicura) mentre la CBA non credo produca vere e proprie diagnosi, ma di questo non sono proprio sicura.
    Dunque secondo il mio ragionamento l'MMPI, basandosi su una valutazione più esaustiva della personalità, dovrebbe essere sempre affiancato ad altri test, quali per es. CBA (però se somministro Rorscach non somministrerei MMPI).

    Tuttavia come dice gentilmente Balubina, anche io ho delle pagine di un libro in cui sono svolti i casi clinici recuperate alla logos (penso lo stesso di Balubina) e anche qui propongono spesso sdi affiancare CBA ed MMPI, per cui credo anche io che ci possa stare.
    Inoltre in quei casi in cui si ipotizza sia un disturbo d'ansia ma anche sulla base di altri elementi un'altra diagnosi quale per es. disturbo evitante di personalità, proporrei anche qui sia CBA (per disturbo ansioso) e MMPI (perchè mi consentirebbe precisazioni sulla diagnosi). Non so a me viene da fare così poi non so...

    Fatemi sapere cosa ne pensate...
    Ora devo scappare.....

    Un bacione a tutte!!!!
    mary

  4. #49
    Partecipante Assiduo
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    07-03-2009
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    grazie ragazze! mi avete convinta! userò anch'io il CBA in parallelo al mmpi!
    mi chiedevo: voi specificate sempre nell'elaborato che va esclusa una condizione medica generale e l'utilizzo di sostanze nel proporre la diagnosi?

    altra cosa: io specifico sempre l'asse a cui appartengono i disturbi e per i disturbi di personalità, anche il gruppo...va bene? o è meglio evitare?

    io onestamente più di imparare a memoria il falabella e dare un'occhiatina-ina-ina al dsm, non so più che fare...nel senso che già con la memorizzazione dei criteri, degli approfondimenti, delle terapie proposte nell'abc, sono in crisi: son tre mesi che ho iniziato a ripetere come un automa e ancora mi sfugge qualcosa...ora prendere in mano il dsm e aggiungere altri criteri mi terrorizza!

    ultmissima cosa: io non ho capito un fico secco di cosa si intende ad esempio per disturbo d'ansia non altrimenti specificato...vuol dire che c'è qulache sintomo ansioso , ma non sufficiente per far rientrare il disturbo in una categoria certa?

    grazie a tutte! e buono studio!

  5. #50
    Partecipante Assiduo
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    29-07-2004
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Citazione Originalmente inviato da francescap1981 Visualizza messaggio
    grazie ragazze! mi avete convinta! userò anch'io il CBA in parallelo al mmpi!
    mi chiedevo: voi specificate sempre nell'elaborato che va esclusa una condizione medica generale e l'utilizzo di sostanze nel proporre la diagnosi?

    altra cosa: io specifico sempre l'asse a cui appartengono i disturbi e per i disturbi di personalità, anche il gruppo...va bene? o è meglio evitare?

    io onestamente più di imparare a memoria il falabella e dare un'occhiatina-ina-ina al dsm, non so più che fare...nel senso che già con la memorizzazione dei criteri, degli approfondimenti, delle terapie proposte nell'abc, sono in crisi: son tre mesi che ho iniziato a ripetere come un automa e ancora mi sfugge qualcosa...ora prendere in mano il dsm e aggiungere altri criteri mi terrorizza!

    ultmissima cosa: io non ho capito un fico secco di cosa si intende ad esempio per disturbo d'ansia non altrimenti specificato...vuol dire che c'è qulache sintomo ansioso , ma non sufficiente per far rientrare il disturbo in una categoria certa?

    grazie a tutte! e buono studio!

    Per Haidipsy:
    scusa avevo capito che volevi fare una diagnosi differenziale con la fobia sociale. Comunque da quello che ho capito io, non sempre i temi di padova chiedono una diagnosi differenziale (anche se nel protocollo baranello consiglia sempre di farla): per cui quando non è richiesta esplicitamente, a meno che non sia proprio evidente una possibile diagnosi differenziale, non la farei (io in alcuni casi che sto svolgendo l'ho fatta, mentre in altri in cui era difficile farla, perchè un po' forzata, ho evitato).
    Spero che sia più chiaro... A presto!


    per Francesca1981
    1) Io nei casi che sto facendo, non ho sempre specificato il fatto che va esclusa una condizione medica generale o assunzione di sostanze perchè secondo me in alcuni casi non ha senso, o almeno così credo (per i casi sto andando un po' a istinto non so....)
    2) Per quanto riguarda il fatto di specificare il gruppo per i disturbi di personalità penso vada bene, è un 'informazione in più per cui è sempre meglio + che -.
    3) Mi sa che sei bravissima, non sai che casini faccio io con i criteri, oltre al fatto che adesso sto cercando di studiare per la prima prova, e riprenderò in mano i criteri 2 giorni prima della seconda prova (non farmi pensare....). Cmq anche io only falabella con occhiatina DSM-IV, la mia memoria ha capacità limitata...per esempio una cosa che mi son rifiutata di studiare è il numero di criteri necessari per poter soddisfare una diagnosi, per cui mi sa che rimarrò sul vago....
    - Per quanto riguarda disturbo d'ansia non altrimenti specificato anche io ho capito quello che dici tu, cioè che è un disturbo ansioso che però non soddisfa i criteri per nessun specifico disturbo d'ansia; ma non penso proprio che uscirà perchè io lo considero un disturbo "pattumiera" nel senso che non è carne nè pesce. L'unica cosa forse interessante è che contiene al suoi interno il disturbo ansioso depressivo misto che presenta sia sintomi depressivi che ansiosi, per cui potrebbe essere impiegato in extremis in quei casi dubbi in cui ci sono sia sintomi ansiosi che depressivi.


    Vi propongo l'ultimo caso che è stato proposto (seconda sessione 2008) che chiedeva diverse cose (chiedo scusa ai psicodinamici, e a Francesca che so che è psicodinamica, se ho fatto interpretazioni allucinanti, ma non sono esperta in psicoanalisi, sebbena abbia deciso di affrontare questo caso in questa chiave, in quanto mi sono basata sul falabella, che è essenzialemnte psicodinamico):

    I mie dubbi sono:

    1) cosa si intende per modello teorico utilizzato per l’ipotesi diagnostica? tipo orientamento psicodinamico, sistemico....
    2) Cosa si intende per le dinamiche e i meccanismi alla base del funzionamento sintomatologico del paziente? Io ho parlato delle possibili difese del ragazzo in chiave psicodinamico (tra l'altro voi sapete se la proiezione oltre ad essere una difesa dell'area psicotica è anche una difesa dell'area borderline?) non so se bisogna dire altro...
    3) Nell'ultimo punto chiede anche di specificare il setting: io a questo proposito ho messo il numero di sedute, può essere sufficiente oppure bisogna scrivere altro?


    PSICOLOGIA CLINICA (2° sessione 2008)
    Giovanni ha 35 anni e lavora come magazziniere in un’azienda di modeste dimensioni. Da circa 4
    mesi presenta una sintomatologia caratterizzata da caduta del tono dell’umore, disturbi del sonno,
    apatia, calo del desiderio sessuale, chiusura sociale, difficoltà di concentrazione ed ansia. Si è già
    rivolto al medico curante che gli ha prescritto una terapia antidepressiva (SSRI) ma, insoddisfatto
    degli esiti del trattamento, ricerca ed individua in maniera autonoma uno psicologo a cui rivolgersi.
    Giovanni si presenta al primo appuntamento presso lo studio privato in leggero anticipo e si
    mostra da subito estremamente angosciato. Riferisce di essersi accorto che alcuni colleghi stanno
    cercando di screditarlo con dispetti e pettegolezzi al fine di costruire di lui un’immagine deteriorata
    dal punto di vista mentale. Ciò ha causato prolungate assenze dal lavoro.
    Giovanni inoltre ha portato con sé, come dimostrazione, informazioni scaricate da internet dove
    vengono descritte, in maniera dettagliata, alcune vicende professionali che egli denomina “azioni di
    mobbing” che riferisce a sé.
    Nell’ultimo mese esce di casa raramente e, in particolare, non frequenta più le attività commerciali
    del paese in cui risiede perché preoccupato dagli sguardi che gli rivolgono gli avventori delle
    medesime.
    Giovanni è celibe e ha scelto da tempo di vivere da solo e in modo autonomo, seppure in un
    appartamento nello stesso condominio in cui risiedono i genitori e le due sorelle maggiori.

    Il candidato esponga:
    a) la classificazione ed il modello teorico utilizzato per l’ipotesi diagnostica;
    b) l’ipotesi diagnostica più rispondente ai comportamenti e alla sintomatologia espressa,
    motivandola;
    c) una ipotesi diagnostica differenziale, motivandola;
    d) le dinamiche e i meccanismi alla base del funzionamento sintomatologico del paziente;
    e) gli strumenti psicodiagnostici da utilizzare
    f) un’indicazione di trattamento, specificandone l’orientamento, gli obiettivi ed il setting.



    a) Per le finalità diagnostiche richieste si farà riferimento al Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, versione IV Text Revision., ovvero DSM-IV-TR e il modello teorico utilizzato per affrontare il caso sarà quello psicodinamico (INTENDE QUESTO????)
    b) Alcuni sintomi lamentati da Giovanni orienterebbero la diagnosi nella direzione di un disturbo dell’umore e più in particolare di un disturbo depressivo maggiore: tali sintomi sono la caduta del tono dell’umore, i disturbi del sonno, l’apatia, il calo del desiderio sessuale, la chiusura sociale, difficoltà di concentrazione che sono presenti da circa 4 mesi (il disturbo depressivo maggiore richiede la presenza dei sintomi da almeno 2 settimane mentre il disturbo distimico da almeno 2 anni per cui, escludiamo il disturbo distimico in favore del disturbo depressivo maggiore). Tuttavia Giovanni presenta sintomi che sembrano aver a che fare con l’area psicotica: sembra infatti aver sviluppato un delirio di persecuzione dal momento che crede che alcuni colleghi stiano cercando di farlo licenziare dal lavoro costruendogli attorno l’immagine di una persona con gravi problemi psichici (a prova di ciò porta allo psicologo delle “prove scaricate da internet dove vengono descritte, in maniera dettagliata, alcune vicende professionali che egli denomina “azioni di mobbing” che riferisce a sé”). Oltre a ciò è anche preoccupato dagli sguardi che gli rivolgono gli avventori delle attività commerciali, cosa che lo ha portato nell’ultimo mese a uscire di casa raramente e a non frequentare più tali attività.
    Dunque sarebbe possibile ipotizzare che il disturbo depressivo maggiore ipotizzato abbia la specifica “grave con manifestazioni psicotiche” in quanto presenta deliri a contenuto persecutorio.
    c) Tuttavia sono possibili altre ipotesi diagnostiche differenziali: non sappiamo con precisione da quanto tempo sono presenti i sintomi di tipo psicotico, ma se fossero presenti da almeno 1 mese potrebbe anche trattarsi di un disturbo delirante (con delirio di tipo persecutorio) ovvero un disturbo in cui lo spunto del delirio è realistico (può essere che alcuni colleghi non lo trovino simpatico), a patto che però che il funzionamento e il comportamento del soggetto non risultino danneggiati al di fuori dell’episodio delirante (necessità di ulteriori approfondimenti).
    Un’altra ipotesi è che si tratti di un disturbo di personalità, dunque di un disturbo maggiormente pervasivo e radicato nella personalità dell’individuo, che causa la compromissione di importanti aree del funzionamento globale e che risale all’adolescenza o prima età adulta: nel particolare un disturbo paranoide di personalità anche se in questo caso la sospettosità e sfiducia verso gli altri diventano delle modalità costanti di affrontare gli eventi della vita, e inoltre difficilmente le persone che presentano questo disturbo si rivolgono spontaneamente allo psicologo (come ha fatto Giovanni), in quanto non sono consapevoli del proprio disturbo, e sono dunque spinti in colloquio dai familiari (mostrano scarsa motivazione, sospettosità e sfiducia verso il clinico).
    d) INTENDE QUESTO???: In un’ottica psicodinamica è possibile affermare che i disturbi che si situano nell’area psicotica comportano un importante ripiegamento all’interno, caduta del rapporto con la realtà mentre il funzionamento dell’io è disgregato e sono presenti importanti problemi relazionali; infine la persona non è consapevole del proprio disturbo. Giovanni presenta un alterato rapporto con la realtà ma per quanto riguarda l’episodio delirante, ha problemi relazionali ma è consapevole del proprio disturbo perché si rivolge spontaneamente a uno psicologo, per cui ipotizza che il problema potrebbe essere suo e non degli altri. Sulla base di ciò sarebbe forse opportuno collocare il disturbo di Giovanni nell’area borderline (ove sta il disturbo depressivo maggiore) in cui l’esame di realtà è conservato solo per certi aspetti ed dove solo alcune funzioni sono conservate.
    La difesa principale utilizzata da Giovanni sembra essere quella della proiezione (difesa dell’area psicotica e anche borderline?) che consiste nell’esternare e dunque spostare dall’interno all’esterno i sentimenti e i pensieri negativi: per cui Giovanni sente dell’aggressività e ostilità da parte dei suoi colleghi quando in realtà potrebbe essere a lui a provare tali sentimenti verso di loro.
    E’ possibile proporre a Giovanni altri due colloqui per approfondire alcune tematiche e per un’eventuale somministrazione di alcuni test psicodiagnostici.
    L’analisi della domanda di Giovanni potrebbe essere indicativa di un buona prognosi: sembra infatti trattarsi di una motivazione intrinseca (insoddisfatto della terapia farmacologica prescrittagli “ricerca ed individua in maniera autonoma uno psicologo a cui rivolgersi”). Dunque Giovanni ipotizza di avere un problema psicologico da risolvere, e non il fatto che la realtà può modificarsi solo attraverso la modificazione del comportamento delle persone che gli stanno intorno.
    Altre importanti aree da indagare sono:
    - rapporto con i genitori: Giovanni sceglie di vivere nello stesso condominio dei genitori e delle sorelle maggiori. A questo proposito sarebbero necessari opportuni ulteriori approfondimenti dal momento che tutti i figli nonostante l’età avanzata hanno scelto la vicinanza fisica ai genitori (forse c’è un problema di separazione-individuazione?)
    - rapporto con le sorelle per comprendere la connotazione di tale rapporto: rapporto di protezione? (le sorelle sono maggiori), rapporto di rivalità? Oppure rapporto di formalità?
    - rapporto con l’altro sex: Giovanni è celibe. A questo proposito si potrebbe esplorare come vive il rapporto con l’altro sex, se abbia mai avuto esperienze affettive e il vissuto riguardo ad esso, dunque se la sua sospettosità abbia influito negativamente in questa area.
    -rapporti sul lavoro: Giovanni sembra attribuire la comparsa del suo malessere ad un ambiente lavorativo ostile che lo ha portato a notevoli assenze sul lavoro. I rapporti sul lavoro non sono molto positivi dal momento che Giovani teme un complotto nei suoi confronti. Sarebbe interessante esplorare gli attuali rapporti di lavoro per capire come mai i sintomi compaiono proprio ora dal momento che Giovanni probabilmente lavora da diverso tempo (ha 35 anni); si potrebbe dunque esplorare eventuali altre precedenti esperienze lavorative di Giovanni, o nel caso abbia avuto sempre questo tipo di lavoro, quali strategie ha messo in atto nel passato per funzionare in quest’area lavorativa.
    -rapporti sociali: Giovanni nell’ultimo mese afferma di uscire raramente e di evitare anche alcuni luoghi del paese perché pensa di essere osservato e spiato. Dunque resta in casa per la maggior parte del tempo probabilmente da solo: a questo proposito sarebbe importante esplorare lo stato premorboso di Giovanni per comprendere se l’isolamento sociale sia stato un tratto radicato della sua personalità (disturbo più grave) o se invece lui abbia in passato coltivato rapporti in ambito sociale.
    e) Nel corso del secondo colloquio potrebbe essere utile somministrare a Giovanni un Rorscach (matrice psicodinamica), un importante test proiettivo che si basa sulla presentazione di stimoli ambigui/non strutturati, e che consente di ottenere informazioni utili nella fase diagnostica e di orientare la scelta del tipo di trattamento. Tale test consente di evidenziare le caratteristiche del pensiero nevrotico e del pensiero psicotico e dunque di collocare il disturbo nell’area più appropriata.
    f) Qualora attraverso le indagini proposte (colloqui e risultati dei test psicodiagnostici) fosse confermata l’ipotesi diagnostica di disturbo disturbo depressivo maggiore “grave con manifestazioni psicotiche” si potrebbe suggerire una terapia supportiva e poi una terapia espressiva oltre la consulenza psichiatrica per farmaci ( ma Giovanni assume già dei farmaci prescrittagli dal medico di base, per cui lo psichiatra potrebbe valutare se modificare o mantenere la terapia farmacologia).
    L’enfasi supportiva è necessaria per l’integrare e rafforzare l’io e per consentire un buon esame di realtà (per evitare un completo distacco dalla realtà), l’enfasi espressiva consente la rielaborazione delle tematiche sottostanti al disagio. E’ indicata una terapia a orientamento psicodinamico, con cadenza di 1 volta a settimana, con questi obiettivi:
    - rileborazione delle tematiche della dipendenza, separazione, aggressività
    - ripristinare le energie e convogliarle sull’esterno
    Se possibile, il trattamento potrebbe essere integrato con alcune sedute di stampo sistemico-relazionale (ipotesi di una famiglia invischiata) con cadenza di 1 volte al mese, con questi obiettivi:
    - identificazione delle regole disfunzionali e sostituzione con regole funzionali
    - circolazione di una comunicazione chiara e priva di doppi messaggi
    - favorire lo svincolo e l’individuazione dei membri del sistema
    - favorire gli scambi all’esterno del sistema ( importante per le famiglie invischiate).

    Grazie a tutti e un abbraccio a tutto il forum....

    Maria
    mary

  6. #51
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Grazie Maria! sinceramente non sono così preparata quanto voi (io non sto studiando da mesi e mesi x la 2a prova ; io ho perso mesi e mesi invece sui tomi x la 1 prova
    ma cerco comunque di non perdermi d'animo !)
    pertanto lascio a chi è più esperto di me i punti da chiarire e il caso da commentare, per ora intanto 'vi ' leggerò.
    Grazie anche a Francesca per i quesiti che aveva esposto e x i quali hai risposto tu Maria.
    Grazie x tutte le informazioni!

  7. #52
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    ciao Maria!
    mi trovo d'accordo con la diagnosi di disturbo depressivo maggiore.
    La proiezione è una difesa tipica della paranoia, ma è presente anche nella patologia borderline (nel Gabbard e nel testo di psicopatologia dove ho approfondito) si parla precisamente di identificazione proiettiva, comunque siamo lì, x alcuni la proiezione sposta all'esterno solo sentimenti e impulsi, mentre l'identificazione proiettiva sposta all'esterno parti di Sè.
    Riguardo al modello teorico, sì, anch'io interpreto come hai detto tu-
    quello 'psicodinamico' va bene. Circa le sedute..va bene, certo che 'chiedere anche questo, cavoli... perfortuna il Gabbard scrive qualcosa sulla frequenza delle sedute.
    Complimentissimi, sempre!

  8. #53
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Citazione Originalmente inviato da haidiPsy Visualizza messaggio
    ciao Maria!
    mi trovo d'accordo con la diagnosi di disturbo depressivo maggiore.
    La proiezione è una difesa tipica della paranoia, ma è presente anche nella patologia borderline (nel Gabbard e nel testo di psicopatologia dove ho approfondito) si parla precisamente di identificazione proiettiva, comunque siamo lì, x alcuni la proiezione sposta all'esterno solo sentimenti e impulsi, mentre l'identificazione proiettiva sposta all'esterno parti di Sè.
    Riguardo al modello teorico, sì, anch'io interpreto come hai detto tu-
    quello 'psicodinamico' va bene. Circa le sedute..va bene, certo che 'chiedere anche questo, cavoli... perfortuna il Gabbard scrive qualcosa sulla frequenza delle sedute.
    Complimentissimi, sempre!

    Grazie Haidipsy per aver risposto a entrambe le mie domande sui due forum (sei proprio preparata!!!), comunque in realtà i casi clinici li ho fatti così con sotto dsm-iv, mini-dsm-iv, Falabella per cui non sarò così brava quando dovrò utilizzare la farina del mio sacco....
    Allora al prossimo caso e come dico sempre TENIAMO DURO in quest'ultimo mese e facciamoci forza l'un l'altra!!!!

    A presto

    Maria
    mary

  9. #54
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Cara maria secondo me il caso lo hai svolto proprio bene!
    l'unica cosa io starei attenta a parlare di deliri...nel senso che nei deliri deve esserci una chiara distorsione della realtà e lo spunto non deve essere nel reale per la schizofrenia, lo spunto è dal reale per il disturbo delirante, ma è chiaramente un'esagerazione: ad esempio mi ricordo che colombo faceva degli esempi in cui vi era una chiara ideazione delirante (nel delirio id persecuzione ad esempio il soggetto pensa che il vicino di casa che rientra dal lavoro alla stessa ora lo stia in realtà seguendo ovunque). nel disturbo paranoide di personalità invece il soggetto si sente sempre controllato e crede che gli altri stiano conmplottando alle sue spalle...quindi non ci sono dei veri deliri, come percezione distorta della realtà, ma solo alterazioni nella interpretazione della realtà che mi sembra più il caso di giovanni.... non so se son stata chiara o se ho fatto solo confusione....

    comunque sia il resto del caso è svolto in modo molto puntiglioso!!!

    grazie per il continuo ripasso!!! a presto e un abbraccio!

  10. #55
    Partecipante Assiduo L'avatar di balubina
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    ciao a tutte!
    ho una domandina per voi...che terapia proporreste per i disturbi dissociativi?

  11. #56
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    allora io i disturbi dissociativi non li ho proprio fatti perchè sono abbastanza rari! tieni presente che colombo diceva che in 30 anni di carriera non ha mai visto un disturbo da personalità multipla!!!!!!!!!!
    la depersonalizzazione è comunque di solito un sintomo nei DAP, nel DPTS e nella schizofrenia, quindi non non li studio nello specifico, ma solo nell'ambito della specifica patologia...

    io, se dovessi proprio farlo, metterei una terapia supportiva (per dare coesione all'io e ripristinare di conseguenza il rapporto con la realtà)...
    ora non so se ho sparato una stupidaggine o che...rimane che non sono mai usciti nele passate sessioni e credo sia raro con la commissione che abbiamo che escano quest'anno!
    ciaoooo!
    Ultima modifica di francescap1981 : 03-06-2009 alle ore 18.02.30

  12. #57
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Citazione Originalmente inviato da francescap1981 Visualizza messaggio
    allora io i disturbi dissociativi non li ho proprio fatti perchè sono abbastanza rari! tieni presente che colombo diceva che in 30 anni di carriera non ha mai visto un disturbo da personalità multipla!!!!!!!!!!
    la depersonalizzazione è comunque di solito un sintomo nei DAP, nel DPTS e nella schizofrenia, quindi non non li studio nello specifico, ma solo nell'ambito della specifica patologia...

    io, se dovessi proprio farlo, metterei una terapia supportiva (per dare coesione all'io e ripristinare di conseguenza il rapporto con la realtà)...
    ora non so se ho sparato una stupidaggine o che...rimane che non sono mai usciti nele passate sessioni e credo sia raro con la commissione che abbiamo che escano quest'anno!
    ciaoooo!

    Per Francescap1981.
    grazie per aver risposto al mio caso, cmq ho capito quello che intendi e penso che tu abbia ragione, ho osato un po' troppo, devo star attenta a non lanciarmi in diagnosi sparate senno rischio di trovare eccessiva patologia dove in realtà non c'è...come vedi lo scambio è sempre proficuo...

    Per balubina:
    io per il disturbo dissociativo dell’Identità (ex disturbo da personalità multipla) avevo trovato su internet questa terapia: terapia supportivo-espressiva a orientamento psicodinamico, potenziata a volte dall'ipnosi + consulenza per farmaci. Il trattamento mira all'integrazione dei ricordi traumatici, in modo che l'immagine di Sè precostituita possa lentamente assimilare il Sè traumatizzato, senza sentirsi schiacciata da questo. Ai pazienti deve essere consentito di mantener controllo sui ricordi traumatici, per evitare sentimento impotenza già esperito durante l'evento traumatico: l'ipnosi può essere utile proprio perchè la qualità "acceso-spento" dello stato ipnotico, consente ai pazienti di interrompere ricordi con cui è intollerabile confrontarsi.


    Invece per il disturbo da depersonalizzazione è indicata una terapia a orientamento psicodinamico + consulenza per farmaci (benzodiazepine)
    La terapia a orientamento psicodinamico aiuta il paziente a raggiungere l'abreazione dei ricordi traumatici che possono aver determinato il disturbo e a comprendere che cosa ha portato al sintomo (sebbene molti pazienti in psicoterapia riferiscano miglioramenti che riguardano molti aspetti della loro vita, essi in genere non riportano una significativa riduzione dei sintomi di depersonalizzazione dei sintomi in quanto tali).
    Una depersonalizzazione normale o transitoria richiede poco più che una rassicurazione; se invece la depersonalizzazione è secondaria ad un disturbo primario sottostante, il miglioramento clinico del disturbo primario in risposta ad una terapia adeguata può anche risolvere la depersonalizzazione.

    Ma non avevo intenzione di studiarle, perchè le terapie e i disturbi son tantissimi e chissa come farà a ricordarmele....

    A presto e magari vi propongo altri casi...

    Grazie a tutte!!!!
    mary

  13. #58
    Banned
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    Ragazze scusate un'info:
    il disturbo bipolare comprende la ciclotimia e altro?
    nel manuale di psicopatologia di Colombo(mitico prof ) non ho trovato molto a riguardo. si parla solo di ciclotimia come l'alternarsi di depressione e ipomania. Basta così o ci sono altri disturbi che rientrano nei dist. bipolari?
    Grazie!
    poi volevo chiedere a Maria, riguardo il caso di Giovanni qui sopra...
    in alternativa al rorscach, potrei somministrare un mmpi o altro?
    Grazie!

  14. #59
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    ciao haidi! da quello che ho capito io tra i disturbi bipolari rientrano ciclotimia, disturbo bipolare 1 (alternarsi di episodi manicali e depressivi maggiori) e 2(alternarsi di episodi ipomaniacali e depressivi maggiori)...il ciclotimico è uno stato bipolare cronico (minimo due anni) nel quale l'umore è instabile e in cui si alternano periodi depressivi (ma non propriamente di depressione maggiore) a ipo-ipo maniacali. questa specificazione la faceva anche colombo, nel senso mi ricordo che diceva non sono veri stati ipomaniacali, ne veri episodi depressivi maggiori, ma solo umore elavato alternato periodicamente a quello depresso. molti personaggi dello spettacolo e artisti ne soffrono, e quando sono in fase positi va sono molto creativi. tutto questo però nel suo libro non c'è e nel dsm non è specificato molto bene, quindi ho dovuto un pò pensarci...comunque la discriminante è che il ciclotimico è cronico.

    spero di esserti stata d'aiuto. a presto!

  15. #60
    Partecipante Assiduo L'avatar di balubina
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    Riferimento: seconda prova: il caso clinico

    grazie maria per le informazioni sui disturbi dissociativi! cmq anch'io non credo che escano..
    e grazie francesca x il chiarimento sui disturbi bipolari! e ad haidi per la domanda naturalmente...
    ciao buono studio!

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