Originalmente inviato da
Alesxandra
Beh, da psicologa, ritengo che il problema fondamentale su cui riflettere non sia il principio della libertà di scelta cui faceva riferimento Iggy, nè tantomeno la questione della censura...bensì i possibili (e lo sottolineo) rischi cui va incontro un bambino nel momento in cui si imbatte in un videogioco del genere. Il problema lo vedo, invece, se penso ad un bambino che conosce questo videogioco, ci gioca innumerevoli volte, si identifica con la figura dello stupratore, ne assimila il punto di vista, gli atteggiamenti, le emozioni, e all'interno del contesto del videogioco tutto diventa lecito, perchè lo scopo è vincere. Vincere stuprando. E' tutto qui il punto