Come si lavora in terapia con i pazienti schizofrenici?
Come si lavora in terapia con i pazienti schizofrenici?
E' un pò difficile dare una risposta del genere. Generalmente si lavora ''insieme'' con le specifiche competenze di ogni operatore. La clinica delle psicosi è in generale qualcosa di irrimediabilmente difficile e complesso: l'eccentricità di una siffatta situazione clinica rende complessa (e talvolta impossibile) la relazione terapeutica. Molto dipende dalla fase morbosa: se si riesce ad intervenire sulla ''vulnerabilità'' iniziale di certi pazienti ''deliroidi'' (su cosiddetti sintomi di primo rango - percezioni deliranti, esperienze di passività) il decorso può essere favorevole (con tutte le peculiarità del caso...stiamo parlando di ''schizofrenia''); molto più difficile diventa gestire le cosiddette fasi ''acute'' che possono anche andare in remissione spontanea e ripresentarsi in seguito; ci sono pazienti per i quali la prognosi sembra infausta dato che la dimensione delirante ha assunto il controllo totale sulla ''funzione del reale'' sostituendosi quindi a tutte quelle forme di ''sintonizzazione'' comune con il mondo (si tratta dei sintomi peculiari della schizofrenia quali depersonalizzazione e derealizzazione). Non a caso la schizofrenia veniva chiamata dalla psichiatria di inizio secolo ''demenza precoce'': significa in breve il venir meno di quella ''sintonizzazione'' di cui sopra (anomalia della sintonizzazione) che si esplica in forme di coscienza di sè peculiari (smembramento del sè, spazializzazione dei pensieri con conseguente oggettivazione nel mondo di stati interiori ecc..) che declinano nel delirio (persecutorio per esempio) e in allucinazioni uditivo-visive (voci, pensieri oggettivati). Oggi alcune tipologie di farmaci ''fasciano'' i sintomi deliranti e allucinatori: in questo modo diventa relativamente più ''semplice'' l'approccio psicoterapeutico. In ogni caso, non è solo una questione di ''un venir meno'': nello schizofrenico avviene una sostituzione delle normali forme dell'agire con forme più ''arcaiche'' di agire e rappresentarsi. Da questi brevi appunti puoi già capire quanto ''nella pratica'' sia essenziale preparazione, pazienza, lavoro di gruppo...una cosa è certa: della schizofrenia sappiamo poco ed è tremendamente difficile la relativa pratica clinica.
Saluti,
Luigi
Blog: Spazio di Psicoanalisi
sarebbe possibile, in soldoni (di cioccolata), riassumere la skitzofrenia come "incapacità cronica di rilassarsi durante qualsiasi attività legata al piacere o alla sofferenza"??
o il mio pensiero è totalmente fuori strada?
thx.
Da dove nasce questo "riassunto"? Ad ogni modo è fuori strada.
gieko
Blog: Spazio di Psicoanalisi
chiedo scusa, io non ne capisco di psicologia o altro, era solo una semplice teoria personale. forse quelli sono i sintomi di una depressione?
Nemmeno caro dany. Giacchè nella condizione depressiva, perlomeno per quanto concerne quella ''grave'', non esistono momenti di 'piacere'. Il typus melancholicus (come veniva definito) è infatti colui che vive l'assenza di ''sentimento'' con stati deliroidi di colpa. E' uno stato di piattezza indifferenziata con vaghe oscillazioni dell'umore che declinano irrimediabilmente nell'angoscia di esistere. Nel depresso si annulla la dialettica identitaria tenuta in piedi, nell'uomo ''normale'', dall'''apertura al mondo'' da cui scaturisce ogni 'crisi rinnovante'. Potremmo dire quindi che il depresso vive anche una assenza di ''crisi'': è il vuoto. La condizione cosiddetta 'reattiva' (meno grave) è simile seppur con le dovute differenze (per esempio l'assenza di costrutti deliranti). La continua tensione che dici potrebbe, d'altro canto, riferirsi agli stati ansiosi: l'ansioso vive perennemente nell'oppressione angosciosa da parte di una ''paura senza oggetto''. Perciò, sia in momenti oggettivamente negativi sia in quelli positivi c'è la ''necessità'', da parte dell'ansioso, di ''presentificare'' la sua angoscia dimodochè egli vive perennemente una ''attivazione'' (cognitiva, emotiva) parossistica. Uno dei sintomi della nevrosi d'ansia è, per esempio, oltre a quello classicamente ''emotivo'' (viscerale) una tendenza al pensiero 'ossessivo'. Questo tipo di attività cognitiva disfunzionale tiene in piedi, per così dire, quella 'tensione' che citi. Questo ad un livello molto generale ovviamente.
Saluti,
Luigi
Blog: Spazio di Psicoanalisi
molto molto interessante.
io ho avuto traumi indicibili, per questo sono diventato estremamente ansioso. Però il tempo e la ragione mi hanno portato a razionalizzare, pesare e "scartare", il vero dal falso. Forse se si subiscono dei traumi esterni (cioè cose che sono accadute a terzi, la mia ragazza), forse eh, la mente ed il corpo tendono poi a cicatrizzarsi da soli, come le piastrine con le escoreazioni.
Insomma, un processo di guarigione passivo, perchè se la mente fosse un organo, (o un argano? XD) allora è possibile si saprebbe difendere da sola dagli "intrusi".
Forse se fosse stato ferito il mio io, se avessi subito io le pene in prima persona, senza subirle a mezzo di compassione, le escoreazioni sarebbero state iterne.
Insomma, del tipo da una parte ferite inflitte da fuori verso dentro, e dall'altra ferite inferte da dentro verso fuori, non so se rendo l'idea.Ma questo discorso è abbastanza "infernale", non so se è il caso di continuare. Mi fa senso esprimere certi concetti.
Ultima modifica di danidany : 29-05-2009 alle ore 23.55.33
tra i criteri del DSM per diangosi di schizofenia sono richiesti:
A) almeno 2 dei seguenti sintomi: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato, comportamento catatonico o disorganizzato, sintomi negativi
B) disfunzione sociale e/o lavorativa per un periodosignificativo di tempo
C) segni del disturbo persistono per almeno 6 mesi
I sottotipi della schizofernia, a seconda della sintomatologia prevalente, sono: paranoide, catatonico, disorganizzato, indifferenziato, residuo.
Comunque è un disturbo complesso che comprende principalmente disturbi del pensiero (sia di forma che di contenuto) e della percezione
tra i criteri dell'episodio depressivo maggiore ci sono:chiedo scusa, io non ne capisco di psicologia o altro, era solo una semplice teoria personale. forse quelli sono i sintomi di una depressione?
- almeno 5 dei sintomi: umore depresso per la maggior parte della giornata quasi ogni giorno, diminuzione di interesse e piacere per tutte o quasi tutte le attività, significativa perdita di peso, insonnia o ipersonnia, agitazione o rallentamento psicomotorio, faticabilità o mancanza di energia, sentimento di autostalutazione o colpa eccessivi e inappropriati, ridotta capacità di pensare e concentrarsi o indecisione, pensieri ricorrenti di morte o ideazione suicidaria
questo per l'episodio depressivo maggiore, poi ce ne sono anche atri, ma probabilmente è questo quello a cui ti riferivi
Ultima modifica di Johnny : 30-05-2009 alle ore 08.42.33
Comunque è molto difficile e non è raro che si sbaglia nel distinguere una schizofrenia se questa non è grave e se sono presenti soprattutto sintomi negativi da una depressione perchè sintomi come apatia, vuoto, perdita di interesse e di energia sono presenti in ambedue i disturbi
Seguendo il tuo ragionamento metaforico potrei dire che, così come ci sono ferite così profonde che non riescono a rimarginarsi da sole e senza intervento chirurgico o punti possono portare al dissanguamento o alla meno peggio a una infezione, ci saranno sicuramente dei traumi o degli stati psichici negativi che la mente da sola non riesce a elaborare e superare.
per rispondere alla domanda iniziale: con i pazienti schizofrenici si possono impostare più lavori in parallelo per recuperare ( per quanto possibile) le numerose facoltà deficitarie che vanno dal problem solving, alla teoria della mente alle abilità sociali etc. tutto ciò avviene dopo una stabilizzazione dei sintomi (prevalentemente positivi) delle fasi acute , trattate con antipsicotici . ho fatto 6 mesi di tirocinio con pazienti schizofrenici e la psicoterapia pura francamente la vedo molto difficile
dimenticavo : ovviamente anche al di là degli episodi acuti , i medici solitamente impostano terapie di mantenimento
Quali sono gli aspetti negativi e positivi di una terapia di gruppo per i pazienti psicotici
La terapia di mantenimento mentre é in genere efficace sui sintomi positivi pone però problemi sui sintomi negativi che talvolta, ne possono essere aggravati, con riflesso purtroppo negativo sulla riacquisizione delle abilità sociali; questo ha rappresentato per i medici un grande problema, in parte presente ancora oggi anche con con gli atipici.
Gaia
Tessera n° 15 Club del Giallo
Guardiana Radar del Gruppo insieme a Chiocciolina4