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millelune
Il programma di riabilitazione neurologica comprende (o dovrebbe comprendere), oltre alla somministrazione di farmaci di vario tipo a seconda del quadro clinico dominante, l'approccio integrato di fisioterapia, ergoterapia, logopedia, neuropsicologia. A questi cardini della riabilitazione neurologica si possono aggiungere altri approcci in funzione dei bisogni del paziente (e delle disponibilità del centro riabilitativo): musicoterapia, arteterapia, talassoterapia (una specie di fisioterapia in acqua), ippoterapia (terapia a cavallo o con il cavallo) pet-terapia (terapia con l'aiuto di animali domestici), terapia ricreativa (si occupa di strutturare il tempo libero da altre terapie all'interno della clinica e di favorire la risocializzazione in gruppo), terapia pedagogica (specie per bambini e ragazzi, un modo per riavvicinarli al mondo della scuola in terapia singola o di gruppo).
Il comportamento che Lei descrive è tipico della fase della cosiddetta PTA (amnesia posttraumatica, caratterizzata da disorientamento, agitazione psico-motoria, alterazioni del ritmo veglia-sonno). In questa fase il paziente non è ancora pronto per la terapia neuropsicologica, o meglio non quella canonica fatta di test psicologici standardizzati e terapie in larga parte computerizzate. Esistono delle cosiddette "bedside neuropsychological batteries", oppure scale di osservazione con punteggi standardizzati, ma nè le une nè le altre sono di diretto aiuto al paziente e si usano piú che altro per la documentazione clinica. Possono risultare utili nell'interazione col paziente alcuni concetti base della terpia secondo Bobath o, ancora meglio, secondo Affolter, in genere conosciuti solo dai fisioterapisti ed ergoterapisti ma non dagli psicologi.
Nella fase della PTA è importantissimo il ruolo dei parenti. Solo loro conoscono la personalità ed il vissuto del paziente e possono aiutarlo a ritrovare sè stesso ed a rimettere insieme i frantumi del suo sè. La terapia neuropsicologica in questa fase è fatta di interazione tra neuropsicologo e familiari. Non ci sono regole standard riassumibili in poche righe, si tratta in ciascun caso di un intervento personalizzato da aggiustare man mano secondo le risposte del paziente. Se il neuropsicologo vede il paziente ogni giorno, anche solo per una decina di minuti, puó rendersi conto dell'evoluzione della PTA e adottare gli interventi opportuni. Appena vigilanza ed attenzione raggiungono il minimo livello necessario (almeno dieci minuti di vigilanza e capacità di concentrazione) è possibile tentare di somministrare qualche test ed avviare qualche esercizio terapeutico. All'inizio solo pochi minuti, aumentando man mano che aumenta la tolleranza del paziente. Il problema più grosso spesso è quello di farsi accettare dal paziente e fargli accettare la terapia. In seguito, oltre alla riabilitazione dei deficit cognitivi acquisiti, può essere necessario lavorare agli eventuali cambiamenti della personalità e del comportamento. Ma nella fase in cui è il suo parente credo che sia ancora presto per fare previsioni al riguardo. Auguri!