Michela, mi dispiace, non sono molto esperta di musicoterapia e non so nulla dei vari approcci. Le due colleghe con cui ho lavorato erano diplomate al conservatorio e poi avevano fatto una specializzazione in musicoterapia. Mentre il neuropsicologo era tenuto a vedere e curare tutti i pazienti degenti in reparto, le musicoterapiste lavoravano solo con i pazienti segnalati loro dal medico o dal neuropsicologo. In genere si trattava dei pazienti ancora comatosi, oppure pazienti con buone conoscenze musicali precedenti, qualche paziente depresso dopo ictus, o qualche paziente particolarmente aggressivo che poteva convogliare la sua carica sugli strumenti a percussione. Man mano che il paziente diveniva capace di dialogare e relazionarsi agli altri, l'ora di musicoterapia diventava sempre più un'ora di conversazione con la musicoterapista. A quel punto il paziente usciva dal programma di musicoterapia ed entrava in quello di terapia ricreazionale o altro. In base a questo protocollo potrei dire che la musicoterapia è utile nelle prime fasi della riabilitazione, ma non escludo che possano esserci altri protocolli magari con altri gruppi di pazienti (per es. in psichiatria).
Se ti occupi di musicoterapia, sarei contenta di sentire la tua esperienza ed imparare un po' di più su questo argomento.