Fatto il primo passo , dopo dieci post , per cui forse non è più
vero che certe mie ipotesi siano finalizzate a difesa di una realtà omologante , adesso andiamo alle nuove conclusioni che in modo
azzardato mi ri-attibuisci.
Sono colpevole vostro onore di avere usato le seguenti parole:
difesa - desiderio ed Edipo e a lei è bastato per essere condannato a parteggiare per gli epigoni della 'schiera dei dannati' cioè i psicanalisti dell'età classica.
ammesso che io abbia usato una chiave di lettura ( parlando
del caso pasolini ho semplicemente usato la sua 'chiave' di lettura , forse perchè negli anni sessanta Kouth e Kernberg
erano 'piccoli' e quindi la cultura psicoanalitica era quella classica)
e pur considerandola tutt'ora ricca di implicazione , non mi
sono mai sognato di , secondo le tue parole , di "sostenere in modo lapidario che il mancato inquadramento in questa precisa ottica (che non è un comandamento surgelato, ma anch’essa nasce in un contesto peculiare) del conflitto o dell’opzione sessuale, equivalga a non essere abbastanza “obiettivi”o a non assolvere il proprio compito Terapeutico (dal momento che parli specificamente di lavoro dello psicoterapeuta) nei confronti del pz è un’idea arbitraria e priva di fondamento."
Il mio pensiero è che al di là della interpretazione , della prospettiva , del punto di vista etc. il blocco sessuale etro-sessuale venga considerato come sintomatico , come un problema , come una patologia ... ognuno ne tragga le conclusioni
che crede sull'eziologia ... l'importante è che questo problema non
venga nascherato da ciò su cui finalmente ci siamo compresi , cioè
dal naturale istinto omosessuale che secondo me a volte è agito come unica possibilità di scelta e qui ritorniamo al tema che hai scelto , ma prima accogliendo il tuo invito di fare in modo che la teoria non sia un limite , semplicemente dico a te la stessa cosa,
no essere troppo precipitosa nei giudizi e nelle parole che usi:
lapidario , ignobile , mie indiscutibili interpretazioni:
Se sono così dunque cosa ci guadagni a paralre con me mi chiedo?
libertà e guarigione.
Se ho un dogma che mi vuoi riconoscere , sia questo:
Io penso che la nevrosi sia nel nostro mondo occidentale una
condizione universale ... paghiamo la nostra cultura occidentale
con una perdita di naturalità .... sappiamo che per te 'Guarda, io mollerei la dualistica contrapposizione natura / cultura. Onestamente non credo all’equazione lineare cultura = devianza dalla natura = malattia. Non mi convince affatto la manichea operazione di scissione di due trame intimamente interconnesse, poiché credo che nonostante tutto, l’equilibrio psicologico passi attraverso l’integrazione e non attraverso la dissociazione. "
ed io sono d'accordo su un punto di quello che dici:
che l'equilibrio psicologico passi attreverso l'integrazione e non la
dissociazione ... e non sono in contraddizione perchè ripeto la nevrosi è una forma di equilibrio psicologico anche se fa sprecare
inutilmente energie.
probabilmente io ho un'idea di salute psicologica , troppo elevata,
per cui anche chi è normale , nel senso che non ci sia niente
di riscontrabile in qualche nosografia , mi può sembrare 'malato'
e ovviamente ci metto 'me stesso'.
Mi divertono molto spesso alcune canzoni di gaber che rilevano
queste mie sensazioni: far finta di essere sani , cerco un gesto naturale , il comportamento un vero spasso direi ... ma perchè
dico tutto questo ... perchè io non riesco a separare purtroppo
la realtà in compartimenti e quindi non me ne frega nulla di ciò
che mi dice il Dsm-iv a proposito di malattia e salute e dunque
in una cerca fatica di vivere che non per forza domanda terapeuti
io riesco a vedere il segno di un 'malessere' che è un malessere di sistema.
E in effetti forse si separeranno in futuro anche le carriere:
le entita nosografiche del Dsm-Iv lasciamole agli psicologi e psicoterapeuti , questo malessere davvero strisciante ai futuri
'consulenti filosofici' se è vero che qualcosa del genere si muove
anche in Italia.
la libertà interiore , la libertà di scelta mi appare l'unica vera guarigione , l'unica possibilità di una salute ammesso sia possibile.
Questo non vuol dire che tutti gli sforzi per far stare meglio qualcuno siano ignobili e mi dispiace davvero che siano queste
le tue conclusioni su di me e non so nemmeno da dove tu possa dedurle. Una psicoterapia che restituisca una persona
un pò meno malata sia vissuta come un intrevento positivo e non come un successo , dico solo questo , perchè ci si adegua alla cultura di 'malati cronici' del nostro tempo ...
Mi piacerebbe una psicoterpia più battagliera dunque che offrisse
soluzioni sociali preventive , che sia critica verso un cero modus vivendi e non che si limiti ad accogliere dei Malati secondo nosografia per restituirli malati comunque.
E questo non è l'idea romantica del terapeuta , che lotta contro
i mulini a vento , è semplicemente affermare uno stato di cose.
Non pretendo eroismo ma almeno consapevolezza da parte di chi
dovrebbe tra l'altro restituire consapevolezza.
E invece si tende a parlare di successi e si fanno statistiche
sulle efficacia semplicemente guardando ad una remissione sintomatica o semplicemente affermando che abbiamo avuto successo perchè un ossessivo-compulsivo ha meno compulsioni ...
non che faccia schifo ma c'è una mentalità da correggere.
ma forse questo è un discorso più in risposta a Vincent nell'altro forum.
Ciao