Originalmente inviato da
Mandarancio
Secondo me la masturbazione non è affatto fisiologica... Infatti fisiologicamente l'eccitazione sessuale, sia quella maschile che quella femminile, è finalizzata all'unione tra uomo donna... altrimenti non consisterebbero in erezione del pene e lubrificazione vaginale....
Ogni persona che si masturba, quando ha finito, prova un senso di vuoto, di insoddisfazione... un senso di colpa, una frustrazione... ecc... Questa è una verità. Quindi provoca degli effetti nocivi sul proprio stato mentale.
e comunque, giusto per intenderci... quanti fanno sesso con la propria mano o con gli oggetti senza probleami davanti ad un'altra persona?... beh, nessuno direi, è un atto che viene fatto in solitudine, in segreto... a differenza dei normali rapporti sessuali in cui si condivide tranquillamente con un'altra persona la sessualità, senza problemi.
La masturbazione si tiene nascosta, e questo è tipico di atti cattivi. mica lo si fa sapere ad un'altra persona: "Ah, 5 min. fa mi sono masturbato, sai?"
La masturbazione si oppone alle normali relazioni sessuali tra uomo e donna, e porta alla dipendenza, perchè si impara a sperimentare il piacere venereo da soli e non in compagnia di qualcun'altro... si fa sesso con la propria mano o con gli oggetti e ci si abitua al tipo di sensazioni che ci si provoca da soli... quindi anche il rapporto di coppia ne risentirà successivamente per diventare un gesto molto più meccanico e non una pura e sincera comunicazione affettiva e di sentimenti.
La mastubazione è un comportamento contradditorio, che lacera profondamente la propria psiche e che porta le persone a chiudersi al resto del mondo. Infatti si desidera fare sesso da soli, ma contemporaneamente di unirsi fisicamente ad un'altra persona, con cui infatti si immagina di stare. E' chiaro che le due cose non sono compatibili, eppure nonostante questo ci si illude che lo siano. Si ricercano e ci si rinchiude in fantasie illusorie che isolano sè stessi in un mondo falso ed irreale.
La masturbazione pone in rilievo i nostri bisogni più profondi, emerge dall’insicurezza, dalla frustrazione e dall’autocommiserazione. È un modo non soltanto per confortare noi stessi, ma anche per mostrare la nostra insoddisfazione nei confronti degli altri, che rifiutano di soddisfare i nostri bisogni. È come dire "Non ho bisogno di te".
La masturbazione è dannosa non solo per sè stessi, ma anche per gli altri, infatti abituare le persone all'idea che la masturbazione è giusta significa che lo scopo più importante dell'eccitazione sessuale è il piacere, a dispetto della finalità procreativa ed unitivo-comunicativo della coppia, che invece sono gli intrinseci fini della sessualità. Quindi non solo si viene abituati a trattare il proprio corpo un oggetto per soddisfare le proprie passione e la propria libidine, ma di conseguenza anche il corpo delle altre donne e degli altri uomini!
La mastrubazione è frutto di una mentalità edonistica e profondamente materialista.
L’isolamento, la solitudine, la paura del rifiuto, come anche l’invidia che si materializza nelle fantasie, alimentano la masturbazione. Ma quando si trova l'affetto e l'amore vero di coppia oppure l'accoglienza e l'accettazione in amicizie sincere e profonde oppure quando si trova soprattutto la propria sicurezza in Dio e nella fede in Lui, quando si sente di essere amati ed ACCOLTI, e si accetta questo amore scaricando su di lui questo fardello, si abbatte uno dei principali pilastri della masturbazione. Quando si trova l'affetto ed il proprio bisogno di amore viene soddisfatto, non c'è più alcun bisogno di isolarsi a rimuginare. L'accoglienza ricevuta scaccia via l’invidia e l’auto-gratificazione dalle proprie vite. Si scopre che non si ha bisogno di ciò che gli altri possiedono perché noi siamo già speciali, unici e completi.
Credo che sia molto bella la testimonianza lasciata da Gandhi, non cristiano, apostolo della non violenza: “Non si pensi che la castità è impossibile perché è difficile. La castità è il più alto ideale, non deve quindi far meraviglia che richieda il più alto sforzo per raggiungerla. Una vita senza castità mi sembrerebbe insipida e animalesca: il bruto, per natura sua, non ha autocontrollo, l’uomo è uomo perché è capace di averlo” (GANDHI, La mia vita per la libertà, pp. 193-194).
Attorno ai 30 anni, insieme alla moglie, Gandhi fece voto solenne e perpetuo di castità: “Quando io guardo indietro mi sento pieno di gioia e di meraviglia. La libertà e la gioia che mi riempirono dopo aver fatto il voto di castità, non l’avevo mai sperimentata prima del 1906 (data del suo voto solenne).
Prima di fare il voto io ero in balìa di ogni tentazione impura a ogni momento. Ora il voto diventò per me uno scudo sicuro contro la tentazione.
La grande potenza della castità divenne in me sempre più palese. Ogni giorno che è passato mi ha sempre fatto comprendere di più che la castità è una protezione del corpo, della mente, dell’anima. Il praticare la castità non diventò il praticare un’ardua penitenza, fu invece una consolazione ed una gioia. Ogni giorno mi svelava una fresca bellezza: è stata per me una gioia sempre crescente” (Ib.).
Ed ecco come è nata nell’anima di Gandhi la decisione per la castità: “Io vidi con chiarezza che uno che aspira a servire gli altri in modo totale non può non fare a meno di fare il voto di castità. Il voto di castità mi diede la gioia: diventai libero e disponibile a ogni servizio del prossimo” (Ib.).