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  1. #1

    ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Salve a tutti!
    Mi scuso per la domanda un po' rude, ma purtroppo di questi tempi forse è lecito porsi certi interrogativi... Ho passato i test, ma sebbene sia felicissimo di avere la possibilità di diventare psicologo, materia che mi ha da sempre affascinato, dall'altro lato sono molto preoccupato per il mio futuro: insomma, dovunque mi volti leggo di neolaureati cum laude a spasso, ragazzi volenterosi finiti a fare per pochi soldi lavori che con questa materia non hanno nulla a che fare, e molta gente che, qualora potesse tornare indietro, afferma che non rifarebbe questo percorso...
    Allora mi domando, ma vale la pena studiare, e farlo nel nostro caso anche per parecchi anni, per poi non fare il lavoro per cui si ha tanto faticato? Insomma, è davvero bello sognare, però in certi casi bisogna essere anche un po' realistici...
    Per cui, voi che siete già immersi nel mondo del lavoro, consigliereste a chi vorrebbe diventare vostro collega di provarci, o piuttosto sarebbe meglio desistere e rivolgersi a qualcosa che sì piaccia meno, ma sia più proficuo dal punto di vista lavorativo?
    Grazie a tutti, aspetto "speranzoso"...

  2. #2
    Partecipante Assiduo
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    12-11-2008
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    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Ti riporto la mia personale esperienza.
    Sono arrivata a Psicologia (ho passato i test quest'anno) dopo un lungo peregrinare in Università: sono laureata in Scienze dell'Educazione (Educazione per adulti). Perchè ho scelto Scienze dell'Educazione? Perchè ero interessata alle materie umanistiche ma non avevo un'idea precisa su quale fosse la materia che davvero mi affascinava (tra sociologia e psicologia) e perchè l'idea di lavorare nel campo della formazione del personale attirava le mie attenzioni da un pezzo.
    Nel frattempo ho cercato di arricchire il mio curriculum (ho 22 anni) con corsi di formazione, esperienze lavorative eccetera.
    Adesso ho un lavoro fisso da "adulti" che mi permette di dedicarmi con serenità allo studio della psicologia e al raggiungimento dei miei obiettivi (fare ricerca nel campo della psicologia).
    Il mio consiglio è quello di iniziare a guardarti attorno nel mondo del lavoro e dedicarti con passione allo studio della psicologia, ho visto troppi amici pentirsi di aver fatto scelte formative lavorativamente remunerative ma intimamente frustranti (vedasi economia).

  3. #3
    Postatore Compulsivo L'avatar di ste203xx
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    Latina-Roma
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    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    benvenuto eraclito, fai bene a porti questi interrogativi, è un atteggiamento molto prudente e ti porterà sicuramente alla scelta giusta per te. Personalmente, non ti consiglierei mai di fare un percorso che non ti interessi, di scegliere una facoltà solo perché, sulla carta, presenta più sbocchi: chi mi assicura che tra 3-5 anni il settore non sia saturo? Te lo dico da trentenne che si sbatte in 4 città, collaborando con vari centri, un progetto qua, un corso là, un gruppo su, un progetto giù. Insomma, non da privilegiata o da persona che usufruisce di un "mantenimento" o ha un lavoro stabile e sicuro (non credo lo avrò mai e neppure aspiro ad averlo, ormai). Certo, avessi fatto scienze infermieristiche, a quest'ora avrei un lavoro più regolamentato contrattualmente, ma come potevo, se la vista del sangue mi fa svenire? Potevo fare ingegneria, avrei guadagnato mooooooooooolto di più, ma come facevo, visto che odio la matematica? Sinceramente non baratterei mai la mia scelta con una più "stabile e sicura". Non potrei mai rinunciare a ciò che ho ottenuto personalmente e professionalmente con la psicologia, nonostante le enormi difficoltà che non finiranno mai perché è un continuo progettare, ideare, promuovere, intercettare bisogni, attivare progetti. Chiaro, non aspettarti il posto fisso, non esiste: lo psicologo è un libero professionista, quindi aspettati partita iva e collaborazioni di qua e di là, attività su e giù, non certo un orario regolare da ufficio. Dipende dalla tua personalità: se ami la stabilità, dovresti adattarti ad un altro ritmo meno prevedibile, se tendi più all'autonomia, è una buona partenza. Direi che crearsi il lavoro (non "trovarlo", perché siamo liberi professionisti, non dipendenti che vengono assunti in un posto), più che difficile, è complesso: dipende da tanti aspetti, non certo solo dalla bravura. Dipende ad esempio dalla tua rete di conoscenze: conosci già qualcuno che lavora nel settore? Se no, è bene iniziare a crearsi una rete di conoscenze sin dal primo anno di università, vedendo quali soggetti nel tuo territorio operano nel settore (coop, associazioni, centri, ecc). Poi dipende dalle "strategie di marketing": è molto difficile promuovere le proprie iniziative e attività, confrontarsi con il mercato, gestire gli imprevisti che capitano sempre. Anche questo va imparato da subito. L'ideale è fare come uzzolina: non chiudersi all'università, ma arricchire il proprio bagaglio con esperienze, progetti, lavori, ecc. Molti studenti sono intrappolati nel ruolo di studente, studiano soltanto e rimandano a dopo la laurea la ricerca del lavoro, invece è opportuno gettare le basi da subito, perché poi diventa tutto molto più faticoso.

  4. #4

    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Grazie mille per aver riportato qui la vostra esperienza!
    Effettivamente anche io tante volte dubito che sarei capace di portare a termine un percorso di studio che non mi convinca appieno, e non solo perchè ciascuno ha a suo modo qualcosa che non mi piace, ma anche perchè la psicologia mi piace troppo come campo per pensare ad altro; unica alternativa plausibile sarebbe la sociologia, che sebbene molto diversa costituisce un settore di studio che mi attira molto, e pare possa offrire qualche possibilità lavorativa in più rispetto al saturo mercato degli psicologi, anche se non è che ci creda poi molto...
    Il fatto è che il percorso per diventare psicologo è lungo e tortuoso, e direi anche piuttosto dispendioso (parlando di scuole di specializzazione in psicoterapia), e pensando che magari poi tutta la fatica non sia nemmeno ripagata con un straccio di lavoro porta a riflettere molte e molte volte prima di intraprenderlo.
    Mi piace effettivamente l'idea di ambientarsi nel mondo del lavoro già da subito, ma mi chiedo a questo punto come devo fare per iniziare a prendere contatti ed a fare conoscenza sin da ora...
    Grazie ancora per i suggerimenti, spero di fare la scelta giusta!

  5. #5
    Postatore Compulsivo L'avatar di ste203xx
    Data registrazione
    04-08-2003
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    Latina-Roma
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    3,140

    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    ciao Eraclito, il percorso per diventare psicologo NON include obbligatoriamente la scuola di specializzazione in psicoterapia e non è vero che facendola si ha un lavoro assicurato o più possibilità di lavoro. Come dice il nome, serve per chi vuole fare lo psicoterapeuta, mentre chi vuole fare "solo" lo psicologo non deve farla per forza: il tariffario degli psicologi include una marea di voci, di cui solo 3 sono di psicoterapia! Tutto dipende sempre dai contatti, dalle straegie per promuovere la propria attività, ecc. Cmq chi è che dice che con sociologia ci sono più sbocchi? Sinceramente non mi sembra, perlomeno lo psicologo è una figura regolamentata dalla legge, c'è un ordine, un codice deontologico, ecc, stessa cosa non succede con il sociologo. E poi anche in quel caso dipendende dai soliti fattori: quante persone si conoscono, quante competenze si hanno non solo tecniche, ma anche di "marketing", ecc...

  6. #6

    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Citazione Originalmente inviato da eraclito89 Visualizza messaggio
    Per cui, voi che siete già immersi nel mondo del lavoro, consigliereste a chi vorrebbe diventare vostro collega di provarci, o piuttosto sarebbe meglio desistere e rivolgersi a qualcosa che sì piaccia meno, ma sia più proficuo dal punto di vista lavorativo?
    Io ho consigliato a mio figlio di fare lo psicologo e bisogna crederci parecchio per sbilanciarsi su un argomento tanto fondamentale per il futuro con un figlio.

    Glielo ho consigliato ad una condizione ben precisa, però: quella di frequentare un ben preciso corso di laurea (Intervento clinico a psicologia 1 a Roma), perche' li' s'insegna una psicologia clinica (quella basata sull'analisi della domanda di Carli-Paniccia) che i problemi dei clienti li affronta utilmente per i clienti e che proprio per questo non ti lascerà mai senza lavoro (se un cliente che hai avuto parlerà bene di te perché quello che gli hai detto gli è servito, l'unico problema che puoi avere è di non aver tempo per tutti quelli che vorrebbero un appuntamento).

    Qualunque altra psicologia clinica, invece, se ti va di farla per motivi personali, bene perché anch'io penso che fare quello che piace e' sempre la scelta migliore, ma per il lavoro sarà un mezzo disastro se non un disastro pieno perche' non solo i problemi dei suoi clienti non li risolve ma, passato un primo momento di apparente beneficio, li peggiora. (Ok, lo so che e' una affermazione pesante per la categoria, ma tenete presente che questo era un discorso privato tra me e mio figlio; per quello pubblico, datemi tempo 6 anni, tanto conto di impiegarci per rifare tutti gli esami di Roma come se dovessi sostenerli per separare il loro lato utile da quello dannoso e cosa ne verrà fuori alla fine lo vedremo).

    Ma c'e' di più. Se mio figlio decidesse per un'altra facoltà perchè vuol fare altro come lavoro, gli ho consigliato di includere tra i suoi esami opzionali anche l'esame di Fondamenti di psicologia clinica con la Paniccia. Per mia esperienza personale (io ho frequentato psicologia due anni nel 1992/93 e 93/94 a Firenze e dal 2002 al 2005 a Roma, appunto a Intervento clinico) penso che questo esame da solo valga il 51% di una laurea in psicologia clinica. Poiche' essere psicologi serve continuamente, sul lavoro e anche in privato, penso che avrebbe una marcia in piu' qualunque sia la sua professione se avesse sostenuto e superato quest'esame. Inoltre e soprattutto avrebbe una possibilità di orientare al successo invece che al fallimento la sua vita di coppia, il che non è precisamente un dettaglio per le sue prospettive future.

    Alla fine, tornando alla tua domanda, io penso che decisivo per il tuo futuro professionale non sarà tanto il fare psicologia o un'altra facoltà ma il come farai psicologia. Se fai l'ingegnere (io, tanto per la cronaca sono ingegnere) e i ponti che fai crollano, avrai serie difficoltà a procurarti lavoro. Idem per psicologia, con la differenza che un aspirante ingegnere che sbaglia i calcoli sistematicamente non arriverà mai alla laurea, mentre in campo umanistico può laurearsi tranquillamente.

    Ma non era per dirti una cosa tanto ovvia che ti ho risposto, quanto per dirti che una psicologia che funziona esiste, a mio avviso, anche se al momento credo sia poco diffusa e anche usata al massimo al 25% delle sue potenzialità. E non lascia fuori noccioline, perché è usata al meglio coi dirigenti ma non e' affatto usata al meglio in settori fondamentali come l'amore, le relazioni genitori-figli e la scuola.

    Io insegno e tanto perche' tu abbia chiaro a cosa penso quando parlo della psicologia che non migliora ma fa danni al clienti (quella che a mio avviso dovresti evitare se vuoi lavorare con successo come psicologo), sappi che se la mia scuola oggi si prende uno psicologo come consulente io come professore la considero una disgrazia, qualcosa che azzera la gia' piccola possibilità che ho di far cambiare atteggiamento a miei studenti che non studiano. E quando dico che anche l'analisi della domanda ha bisogno di diventare adulta per dare tutti i suoi frutti, intendo che oggi se venisse il Carli in persona a fare lo psicologo nella mia scuola andrebbe quasi come se venisse un altro psicologo (almeno se non ha cambiato idea rispetto a quello che ha scritto sulla scuola in passato)

  7. #7
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Guidopia, mi scusi se prendo spazio a questo intervento , ho letto le sue opinioni in merito ma non è chiara la sua posizione.
    Io credo che ognuno di noi abbia delle considerazioni oggettive basate su prospettive future e su obiettivi da raggiungere, sul futuro e sulla professione dello Psicologo esistono tanti pareri discordanti, condivisibili e non.
    All'inizio del percorso di studi ogni studente comincia a farsi una propria idea che deve portarla avanti credendoci e lottando, ma soprattutto comincia a capire quale orientamento deve e/o può seguire.
    Occorre crearsi un'ottima base che solo L'Università possa offrire, successivamente sarà la Persona che potrà sfruttare al meglio ciò che ha acquisito.
    Ultima modifica di candido26 : 17-10-2009 alle ore 09.28.54

  8. #8

    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Citazione Originalmente inviato da candido26 Visualizza messaggio
    Guidopia, mi scusi se prendo spazio a questo intervento , ho letto le sue opinioni in merito ma non è chiara la sua posizione.
    Mi scuso io per essermi fatto prendere la mano.

    Quando ho cominciato volevo solo dire che io ho consigliato di fare psicologia a mio figlio, a patto che scelga una psicologia che prometta bene per il futuro. Qui mi dovevo fermare, perche' non è questo il posto per entrare nel merito di quale psicologia prometta bene e quale no.

    Faccio ammenda invitando i lettori a prendere in considerazione questa prima parte del mio intervento, considerando il resto una curiosità (di cui può essere interessante parlare, ma con qualcuno che essendo all'inizio si stia chiedendo se un indirizzo vale l'altro o se ci sono direzioni significativamente più promettenti di altre e in un contesto dove ci sia la possibilità di approfondire i pro e i contro dei vari indirizzi)

  9. #9
    Partecipante Assiduo
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    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Io credo, come ho già mezzo detto sopra, che non sia un indirizzo a fare la differenza.
    O meglio che non sia SOLO quello. Non è l'aver frequentato una buona università che ti porta ad avere pazienti (preferisco parlare di pazienti che di clienti) soddisfatti, ma è anche (se non soprattutto) la persona, lo studente e futuro psicologo.

  10. #10
    Partecipante Affezionato
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    Riferimento: ...ma, in fin dei conti, ne vale la pena?

    Guidopia non si deve scusare di nulla, rispetto la sua opinione in quanto basata su dati oggettivi della sua esperienza.
    Io sono all'inizio del mio percorso, devo ancora costruire una base su cui lavorare ed approfondire le mie conoscenze.

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