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  1. #1
    Partecipante Super Figo L'avatar di Pedrita
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    08-07-2003
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    2

    Timidezza

    cosa consigliereste per trattare la timidezza: training assertivo o psicoterapia?
    Ciao!
    e per lo stato depressivo, quello irritante del tipo io faccio così xchè tutti mi trattano male e sono cattivi....?
    Grazie

  2. #2
    Dipende dal grado di timidezza... il training assertivo può essere utile...
    potrei suggerire questo libro:
    Ellis A. L’autoterapia razionale emotiva. Trento: Edizioni Erickson

  3. #3
    HT Sirri
    Ospite non registrato
    A me verrebbe da dire questo:
    se la timidezza e' solo timidezza un training assertivo va benissimo, se invece c'e' qualcos'altro sotto......

    Secondo me la soluzione e' fare un colloquio con uno psicologo, poi sara' lui a valutare assieme a te/lui (non ho capito se riguarda te o un'altra persona) la situazione.

    A presto,

    Stefano Sirri

  4. #4
    Ospite non registrato

    Re: Timidezza

    Io di solito utilizzo il training assertivo come strumento per migliorare le abilità sociali nell'ambito di un trattamento psicoterapico più "generale". Se il training è condotto da uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale con esperienza allora qualora emergessero vissuti o difficoltà particolari potrai essere supportata adeguatamente.
    Può essere utile anche un training assertivo di gruppo.

    Sono d'accordo con Stefano Sirri nel consigliare una consulenza con uno psicologo per decidere insieme il percorso più appropriato.

  5. #5
    Ospite non registrato

    Re: Timidezza

    Originariamente postato da Pedrita
    cosa consigliereste per trattare la timidezza: training assertivo o psicoterapia?
    Ciao!
    e per lo stato depressivo, quello irritante del tipo io faccio così xchè tutti mi trattano male e sono cattivi....?
    Grazie
    Io ti consiglierei non un tipo di intervento o l'altro ma solo di rivolgerti ad uno psicologo capace di fare interventi efficaci. Io ne conosco uno solo, al momento, e te lo raccomando caldamente. E' il prof. Renzo Carli, ordinario di psicologia clinica a Roma (o qualcuno del suo gruppo).

    Attenzione, pero', specie se il soggetto interessato sei tu stessa, perche' se ci ho capito qualcosa alle sue lezioni egli ti dira', in modo che tu ci resti il peggio possibile (non per sadismo ma perche' se non ti coinvolge emotivamente resta una inutile esercitazione intellettuale) che sei tu stessa a crearti questo problema. Capire quanti e quali vantaggi si ricavano dal crearsi problemi che non si ha (il che vale per la timidezza, ma anche per la parte di depressione che non dovesse risponde ai farmaci antidepressivi dimostrandosi di origine psicologica ovvero auto scelta, ovviamente in modo inconscio) rende cosciente il meccanismo. Qui l'intervente finisce. Al soggetto il compito di decidere se gli conviene mantenere la sua timidezza (e/o la parte di depressione che si procura da solo) e i vantaggi annessi o fare altrimenti.

    Ciao

    Guido Piangatello

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