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  1. #3316
    Megiston Matema
    Ospite non registrato

    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Citazione Originalmente inviato da Ripe Mature Visualizza messaggio
    Ho pensato a voi analisti e alla relazione che è esclusivamente improntata sull'analisi, neanche a prendere un caffè con il paziente, guai a voi si rompe la magia del transfert, ma come fate con certi pazienti, penso che la vostra professione sia di grande controllo dei vostri sentimenti (a volte) quasi monastica se non ascetica, per questo avete un supervisore? è successo con la mia dott. che ci spingiamo oltre al transfert non fraintendetemi per carità, ma quando vede il mio bambino non resiste vorrebbe stare con lui più spesso come se fosse suo nipote, sapete il mio bambino è fantastico quindi la comprendo benissimo
    Cara Ripe Mature,
    si, la relazione col paziente è relazione analitica ... posso commuovermi o giocare col tuo bambino, posso prendere un caffè con un mio paziente, potrei fare molte cose (e le ho fatte), purché tutte queste cose abbiano una valenza analitica, purché siano oggetto di analisi, purché poi ci lavoriamo sopra. In fondo in questo modo sto solo facendo il mio lavoro, ciò per cui i miei pazienti mi pagano, non penso che ci sia qualcuno che venga per prendere un caffè con me ... siamo li per lavorare insieme e lavoriamo anche su un eventuale caffè preso insieme, se questo accade.
    Ciao, buon fine settimana.

  2. #3317
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    toscana
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    126

    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    e quindi se tn tuo paziente ti dicesse,prendiamo un caffè insieme, tu non rifiuteresti di prendercelo davvero, e magari analizzarlo dopo?

    Nel film "Io ti salverò", vecchio film di Hitchcock, con la Bergman che fa Costanza Petersen, e Gregory Peck che fa un paziente, si racconta che il suo psichiatra lo curava portandolo con sè a sciare, ( valle Gabriele, il sogno, disegni di Salvador Dalì, un capolavoro da cineteca, per farla breve)

    Tu saresti di quelli?

  3. #3318
    Partecipante L'avatar di Ripe Mature
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    16-08-2007
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    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Citazione Originalmente inviato da complicata Visualizza messaggio
    e quindi se tn tuo paziente ti dicesse,prendiamo un caffè insieme, tu non rifiuteresti di prendercelo davvero, e magari analizzarlo dopo?

    Nel film "Io ti salverò", vecchio film di Hitchcock, con la Bergman che fa Costanza Petersen, e Gregory Peck che fa un paziente, si racconta che il suo psichiatra lo curava portandolo con sè a sciare, ( valle Gabriele, il sogno, disegni di Salvador Dalì, un capolavoro da cineteca, per farla breve)

    Tu saresti di quelli?
    Sì ma a pagamento metterà il tassametro anche sugli sci?

  4. #3319
    Banned
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    14-09-2009
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    126

    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Sicchè er "tassinaro",se ci vado a prendere un caffè, mi mette il tassametro sul cucchiaino?

    Ci metto circa trenta secondi!

  5. #3320
    Megiston Matema
    Ospite non registrato

    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Mi spiego meglio, io non credo che prendere un caffé con un paziente faccia bene o faccia male ad una terapia, così come non credo che salutare un paziente fuori dalla terapia come chiunque di noi saluta i suoi amici, i conoscenti, i clienti, sia o possa essere un problema ... capita che ci si ritrovi nello stesso bar, nello stesso cinema, nello stesso supermercato ... siamo (in genere) persone beneducate, e io personalmente non vedo perché con un paziente fuori dalla terapia dovrei comportarmi diversamente da ciò che mi suggerisce la mia educazione e il mio carattere.
    I problemi se ci si dovesse incontrare fuori sono problemi artificiali in gran parte, dovuti alla presunta asetticità e neutralità dell’analista, che creano un clima estremamente artificiale nella terapia e soprattutto fuori.
    Direi quasi che il paziente incontrando il suo analista fuori dal contesto terapeutico è preoccupato che questo fatto possa essere un problema per il suo analista, e possa compromettere l’analisi ... un’analisi, beninteso, dove l’analista pensa di essere un bisturi sterile e non un compagno di viaggio.
    Se poi ci dovessero essere problemi da parte del paziente indipendentemente dall’impostazione dell’analisi (e i disturbi schizoidei e schizotmici e tutto lo spettro schizofrenico sono li a testimoniare quanto per certe persone possa essere difficile la vicinanza, il contatto, anche il disturbo paranoide non è molto incline alla vicinanza perché teme l’inganno) ci si sta un po’ attenti ... certo non andrei mai ad offrire un caffé ad un paziente di questo tipo, diventerebbe sospettoso o sarebbe in estremo imbarazzo. Starei attento al momento analitico ... all’opportunità se in quel momento preciso possa essere adeguato fare un certo passo o non farlo.
    Alcuni analisti tagliano corto e ti dicono: “No, mai!” e hanno le loro buone ragioni, io ti dico: “Valuto caso per caso il come e il cosa”, ma questa valutazione non mi impedisce di essere come sono, non mi crea più disagio del solito.
    Poi, dal momento che stiamo facendo una terapia e non siamo né amici, né parenti, né fidanzati, né semplici conoscenti, questo avvenimento rientra nell’analisi terapeutica ... è questo in fondo il mio lavoro, analizzare cosa accade nella relazione.
    Andare a sciare insieme, o magari una partita a tennis? No, non mi è mai capitato, evito accuratamente di mischiare gli ambiti, se uno è in terapia con me è in terapia, non possiamo sciare insieme o giocare a tennis ... non avrebbe molto senso dal mio punto di vista, e potrebbe essere controproducente. Un dato è il fatto che ci si incontri per strada, in un bar da qualche parte, un’altro è programmare insieme una gara sportiva fuori dall’analisi, non ne vedo la valenza terapeutica, non credo che possa esserci utile, mi pare di mischiare insieme cose incompatibili tra loro.
    La terapia necessita di un setting e difficilmente una sciata può essere fatta rientrare in quel setting ... difficilmente potremmo concludere che un analista e un paziente che giocano a tennis stanno facendo terapia ... perché per me l’elemento terapeutico è cogliersi nella relazione, in quell’atto di presenza a se stesso e di riflessività che un soggetto si può dare, non giocare a tennis o sciare.
    Però, e c’è sempre un però in ogni cosa e, come dice anche Anna Freud, non possiamo mettere limiti alla creatività della tecnica, quindi se io valutassi (in scienza e coscienza) che con un certo paziente posso raggiungere il mio obiettivo attraverso una sciata o una partita a tennis ... ebbene, se non fosse che non so sciare (ma potrei pur sempre prendere delle lezioni) andrei a sciare con quel paziente.
    Metterei il tassametro sugli sci? Certo, per me continua ad essere un lavoro ... anzi, aggiungerei la trasferta e metterei pure in conto un cordiale per il freddo .
    Un buon fine settimana ad entrambe.

  6. #3321
    Partecipante L'avatar di Ripe Mature
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    16-08-2007
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    53

    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Citazione Originalmente inviato da Megiston Matema Visualizza messaggio
    Mi spiego meglio, io non credo che prendere un caffé con un paziente faccia bene o faccia male ad una terapia, così come non credo che salutare un paziente fuori dalla terapia come chiunque di noi saluta i suoi amici, i conoscenti, i clienti, sia o possa essere un problema ... capita che ci si ritrovi nello stesso bar, nello stesso cinema, nello stesso supermercato ... siamo (in genere) persone beneducate, e io personalmente non vedo perché con un paziente fuori dalla terapia dovrei comportarmi diversamente da ciò che mi suggerisce la mia educazione e il mio carattere.
    I problemi se ci si dovesse incontrare fuori sono problemi artificiali in gran parte, dovuti alla presunta asetticità e neutralità dell’analista, che creano un clima estremamente artificiale nella terapia e soprattutto fuori.
    Direi quasi che il paziente incontrando il suo analista fuori dal contesto terapeutico è preoccupato che questo fatto possa essere un problema per il suo analista, e possa compromettere l’analisi ... un’analisi, beninteso, dove l’analista pensa di essere un bisturi sterile e non un compagno di viaggio.
    Se poi ci dovessero essere problemi da parte del paziente indipendentemente dall’impostazione dell’analisi (e i disturbi schizoidei e schizotmici e tutto lo spettro schizofrenico sono li a testimoniare quanto per certe persone possa essere difficile la vicinanza, il contatto, anche il disturbo paranoide non è molto incline alla vicinanza perché teme l’inganno) ci si sta un po’ attenti ... certo non andrei mai ad offrire un caffé ad un paziente di questo tipo, diventerebbe sospettoso o sarebbe in estremo imbarazzo. Starei attento al momento analitico ... all’opportunità se in quel momento preciso possa essere adeguato fare un certo passo o non farlo.
    Alcuni analisti tagliano corto e ti dicono: “No, mai!” e hanno le loro buone ragioni, io ti dico: “Valuto caso per caso il come e il cosa”, ma questa valutazione non mi impedisce di essere come sono, non mi crea più disagio del solito.
    Poi, dal momento che stiamo facendo una terapia e non siamo né amici, né parenti, né fidanzati, né semplici conoscenti, questo avvenimento rientra nell’analisi terapeutica ... è questo in fondo il mio lavoro, analizzare cosa accade nella relazione.
    Andare a sciare insieme, o magari una partita a tennis? No, non mi è mai capitato, evito accuratamente di mischiare gli ambiti, se uno è in terapia con me è in terapia, non possiamo sciare insieme o giocare a tennis ... non avrebbe molto senso dal mio punto di vista, e potrebbe essere controproducente. Un dato è il fatto che ci si incontri per strada, in un bar da qualche parte, un’altro è programmare insieme una gara sportiva fuori dall’analisi, non ne vedo la valenza terapeutica, non credo che possa esserci utile, mi pare di mischiare insieme cose incompatibili tra loro.
    La terapia necessita di un setting e difficilmente una sciata può essere fatta rientrare in quel setting ... difficilmente potremmo concludere che un analista e un paziente che giocano a tennis stanno facendo terapia ... perché per me l’elemento terapeutico è cogliersi nella relazione, in quell’atto di presenza a se stesso e di riflessività che un soggetto si può dare, non giocare a tennis o sciare.
    Però, e c’è sempre un però in ogni cosa e, come dice anche Anna Freud, non possiamo mettere limiti alla creatività della tecnica, quindi se io valutassi (in scienza e coscienza) che con un certo paziente posso raggiungere il mio obiettivo attraverso una sciata o una partita a tennis ... ebbene, se non fosse che non so sciare (ma potrei pur sempre prendere delle lezioni) andrei a sciare con quel paziente.
    Metterei il tassametro sugli sci? Certo, per me continua ad essere un lavoro ... anzi, aggiungerei la trasferta e metterei pure in conto un cordiale per il freddo .
    Un buon fine settimana ad entrambe.
    Posso fare i miei complimenti, un bravo e serio professionista con i fiocchi ai giorni nostri oramai è diventato un sogno, buon fine settimana anche a te e grazie per i chiarimenti

  7. #3322
    Partecipante Assiduo L'avatar di ludovicamaria
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    14-03-2011
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    Riferimento: Transfert o relazione (il transfert: "l'alfa e l'omega" d

    Citazione Originalmente inviato da Megiston Matema Visualizza messaggio
    Sarebbe interessante rileggere Benedetti per comprendere meglio da questo punto di vista che stiamo evidenziando, cosa intende quando parla di "relazione duale", di "soggetto transizionale", di identificazione, di attraversare il delirio, ecc.
    Ciao, buon fine settimana.
    Ciao Megiston Matema, tu come interpreti Benedetti quando parla di "relazione duale" "soggetto transizionale" di identificazione e di attraversare il delirio. Ps.Grazie dell'eventuale risposta.

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