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  1. #46
    Partecipante
    Data registrazione
    21-12-2005
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    Roma
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    39

    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    vi propongo un caso che ho trovato sul sito.. e vi do una mia soluzione (scritta al volo e in modo orrido)

    B è una vedova di 36 aa inviata allo psicologo dal suo medico di base. Ha perso il marito (40 anni) in un incidente sul lavoro 6 mesi fa. Ha una figlia di 7 aa alla quale deve pensare ormai da sola.
    La donna riferisce al primo colloquio che, da qdo ha perso il marito, è diventata inappetetnte, si sveglia alle 3 di notte e non si riaddormenta nonostante l’uso di tranquillanti o sonniferi . tende a isolarsi , rifiuta le visite delle amiche. Vede quasi quotidianamente la madre , anch’essa vedova , ma questo no n pare esserle d’aiuto. Si sente, infatti, dopo tali visite ancora più scoraggiata e sola . la donna asserisce che, da qdo il marito è morto, la figlia si aggrappa eccessivamente a lei, ha paura di andare a letto la sera e spesso si sveglia spaventata da incubi . si chiede se anche la figlia bisogno dello psicologo.
    B. non si sente di riprendere il lavoro sospeso alla morte del marito e teme di non farcela. Le capita di pensare al suicidio come liberazione dai suoi problemi.

    Per l’analisi del caso utilizzero’ come punto di riferimento il Manuale dei Distrubi Mentali , quarta edizione.
    B. e’ una donna di 36 anni, a circa sei mesi dalla perdita del marito riferisce di essere divenuta inappetente, di avere disturbi del sonno, di utilizzare sonniferi e tranquillanti e non averne benefici, inoltre dichiara in modo consapevole di attivare condotte di isolamento sociale ed evitamento.
    I rapporti interpersonali sembrano essere circoscritti a quelli con la madre, anche questa vedova, e con la figlia che dal colloquio sembra anch’essa gravare sul disagio psicologico dichiarato.
    Dal colloquio emerge inoltre l’incapacità per B. di riprendere il proprio lavoro e pensieri di suicidio.
    Per arrichire i dati a mia disposizione indagherei sul rapporto che B. ha con la madre e la figlia, sembra infatti che per loro siano un peso piu’ che una risorsa.
    E’ importante chiedersi il perche’ sia stata consigliata dal medico ad intraprendere un iter terapeutico e valutarne le motivazioni.
    Dall’insieme dei sintomi raccolti in questa fase si potrebbe ipotizare un disturbo dell’umore, in particolar modo dai deficit del sonno, dall’isolamento sociale, dal inappetenza e dai pensieri di suicidio sembrerebbe emergere un disturbo depressivo maggiore.
    Sarebbe importante valutare da quanto tempo e’ presente questa sintomatologia e con quale frequenza, e se ci fossere sintomi non riferiti, ad esempio maniacali che potrebbero spostare l’attenzione su un disturbo bipolare. Amplierei quindi le mie conoscenze su B. sia con la somministrazione di scale quali HRSD, sia attraverso la somministrazione del MMPI per avere un quadro della personalità e come i disturbi riferiti possono essere collocati in esso.
    L’intervento terapeutico dovrebbe inizialmente essere di tipo supportivo, per ricompattare l’Io di B. e sostenrla nel suo rapporto con la realtà, in seguito prediligerei un intervento di tipo sistemico familiare atto a rielaborare il trauma dovuto al lutto cercando di coinvolgere anche la figlia e la nonna al fine di migliorare le capacità comunicative e senso di autoefficacia.

  2. #47
    Partecipante Affezionato L'avatar di antonella82
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    07-09-2005
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    119

    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    Citazione Originalmente inviato da alexandro Visualizza messaggio
    vi propongo un caso che ho trovato sul sito.. e vi do una mia soluzione (scritta al volo e in modo orrido)

    B è una vedova di 36 aa inviata allo psicologo dal suo medico di base. Ha perso il marito (40 anni) in un incidente sul lavoro 6 mesi fa. Ha una figlia di 7 aa alla quale deve pensare ormai da sola.
    La donna riferisce al primo colloquio che, da qdo ha perso il marito, è diventata inappetetnte, si sveglia alle 3 di notte e non si riaddormenta nonostante l’uso di tranquillanti o sonniferi . tende a isolarsi , rifiuta le visite delle amiche. Vede quasi quotidianamente la madre , anch’essa vedova , ma questo no n pare esserle d’aiuto. Si sente, infatti, dopo tali visite ancora più scoraggiata e sola . la donna asserisce che, da qdo il marito è morto, la figlia si aggrappa eccessivamente a lei, ha paura di andare a letto la sera e spesso si sveglia spaventata da incubi . si chiede se anche la figlia bisogno dello psicologo.
    B. non si sente di riprendere il lavoro sospeso alla morte del marito e teme di non farcela. Le capita di pensare al suicidio come liberazione dai suoi problemi.

    Per l’analisi del caso utilizzero’ come punto di riferimento il Manuale dei Distrubi Mentali , quarta edizione.
    B. e’ una donna di 36 anni, a circa sei mesi dalla perdita del marito riferisce di essere divenuta inappetente, di avere disturbi del sonno, di utilizzare sonniferi e tranquillanti e non averne benefici, inoltre dichiara in modo consapevole di attivare condotte di isolamento sociale ed evitamento.
    I rapporti interpersonali sembrano essere circoscritti a quelli con la madre, anche questa vedova, e con la figlia che dal colloquio sembra anch’essa gravare sul disagio psicologico dichiarato.
    Dal colloquio emerge inoltre l’incapacità per B. di riprendere il proprio lavoro e pensieri di suicidio.
    Per arrichire i dati a mia disposizione indagherei sul rapporto che B. ha con la madre e la figlia, sembra infatti che per loro siano un peso piu’ che una risorsa.
    E’ importante chiedersi il perche’ sia stata consigliata dal medico ad intraprendere un iter terapeutico e valutarne le motivazioni.
    Dall’insieme dei sintomi raccolti in questa fase si potrebbe ipotizare un disturbo dell’umore, in particolar modo dai deficit del sonno, dall’isolamento sociale, dal inappetenza e dai pensieri di suicidio sembrerebbe emergere un disturbo depressivo maggiore.
    Sarebbe importante valutare da quanto tempo e’ presente questa sintomatologia e con quale frequenza, e se ci fossere sintomi non riferiti, ad esempio maniacali che potrebbero spostare l’attenzione su un disturbo bipolare. Amplierei quindi le mie conoscenze su B. sia con la somministrazione di scale quali HRSD, sia attraverso la somministrazione del MMPI per avere un quadro della personalità e come i disturbi riferiti possono essere collocati in esso.
    L’intervento terapeutico dovrebbe inizialmente essere di tipo supportivo, per ricompattare l’Io di B. e sostenrla nel suo rapporto con la realtà, in seguito prediligerei un intervento di tipo sistemico familiare atto a rielaborare il trauma dovuto al lutto cercando di coinvolgere anche la figlia e la nonna al fine di migliorare le capacità comunicative e senso di autoefficacia.

    Ciao ,
    volevo chiederti un consiglio riguardo la diagnosi differenziale del caso sopra citato. io avrei proposto inizialmente 2 tipi di ipotesi diagnostiche, che poi avrei riportato anche nella diagnosi differenziale indagando ulteriormente ossia:
    disturbo depressivo o disturbo post traumatico da stress (consideando la causa della morte prematura del marito) è corretto impostare il lavoro in questo modo, proponendo più ipotesi diagnostiche. Inoltre nella diagnosi differenziale bisogna necessariamente riporatare tutti i disturbi riportati nel DSM IV o ne cito soltanto alcuni per me più significativi???? Spero di essermi espressA correttamente...
    Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeee
    Buona serata

  3. #48
    Partecipante
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    21-12-2005
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    39

    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    si , credo che tu abbia ragione..pero' io nn citerei tutti i disturbi del dsm, non e' un interrogazione. il disturbo post traumatico nn mi viene mai in mente ! ahuuhauhauha

  4. #49
    Matricola
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    30-08-2008
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    vi pongo un caso strano.
    1) Dati anamnestici: età 25 anni, figlio unico. Sviluppo psicofisico nella norma. Genitori viventi, entrambi pensionati.

    Frequenza scolastica: Terzo anno Istituto Tecnico Industriale. Professione: operaio (industria di Stato).

    Abitudini di vita regolari, modico fumatore e bevitore. Prima crisi verificatasi all'età di 19 anni mentre prestava servizio di leva.

    Sintomi manifestati: allucinazioni visive e uditive, disorientamento spaziale e temporale, attacchi di panico.

    Il paziente si descrive come tranquillo, un po' introverso, timido e insicuro. Frequenta coetanei con alcuni dei quali ha rapporti di amicizia. Alla visita presenta i seguenti sintomi: inappetenza, disturbi gastrici, cardiopalmo, insonnia, disagio, senso di devalorizzazione. Un tentativo sentimentale fallito di recente riacutizza idee a contenuto persecutorio; si sente spiato, seguito, calunniato. Ha interrotto il rapporto di lavoro isolandosi anche dagli amici.

    Sulla base delle informazioni presentate, il candidato formuli una diagnosi clinica e un piano terapeutico che preveda il tipo di intervento, specificando il metodo e gli obiettivi che si ritengono raggiungere.


    Secondo voi che diagnosi si può ipotizzare?
    le allucinazioni a 19 anni e i sintomi attuali mi creano delle difficoltà!

  5. #50
    Partecipante Affezionato L'avatar di antonella82
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    Citazione Originalmente inviato da COICAKINA Visualizza messaggio
    vi pongo un caso strano.
    1) Dati anamnestici: età 25 anni, figlio unico. Sviluppo psicofisico nella norma. Genitori viventi, entrambi pensionati.

    Frequenza scolastica: Terzo anno Istituto Tecnico Industriale. Professione: operaio (industria di Stato).

    Abitudini di vita regolari, modico fumatore e bevitore. Prima crisi verificatasi all'età di 19 anni mentre prestava servizio di leva.

    Sintomi manifestati: allucinazioni visive e uditive, disorientamento spaziale e temporale, attacchi di panico.

    Il paziente si descrive come tranquillo, un po' introverso, timido e insicuro. Frequenta coetanei con alcuni dei quali ha rapporti di amicizia. Alla visita presenta i seguenti sintomi: inappetenza, disturbi gastrici, cardiopalmo, insonnia, disagio, senso di devalorizzazione. Un tentativo sentimentale fallito di recente riacutizza idee a contenuto persecutorio; si sente spiato, seguito, calunniato. Ha interrotto il rapporto di lavoro isolandosi anche dagli amici.

    Sulla base delle informazioni presentate, il candidato formuli una diagnosi clinica e un piano terapeutico che preveda il tipo di intervento, specificando il metodo e gli obiettivi che si ritengono raggiungere.


    Secondo voi che diagnosi si può ipotizzare?
    le allucinazioni a 19 anni e i sintomi attuali mi creano delle difficoltà!

    Io ipotizzerei un disturbo paranoide o disturbo schizofrenico con spunti paranoici..pertanto solo ulteriori elementi potrebbero indirizzarci verso una diagnosi corretta...
    Riguardo i sintomi a 19 anni è un evento che va indagato sicuramente ma credo ci dia poche informazioni circa la sintomatologia potrebbe esseri trattato di disturbo psicotico breve o schizofreniforme che si differenzia dalla schizofrenia per la durata e il non ritiro sociale se nn ricordo male...
    Notte

  6. #51
    Neofita
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    19-01-2008
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    pescara
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    4

    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    ciao a tutti, compagni di sventura!!! volevo chiedervi un paio di cose. fate anche i disturbi dissociativi? qualcuno sa cosa è uscito nella sessione precedente. Ho anche un dubbio su come svolgere il caso, se fare un'ipotesi di diagnosi precisa o mantenermi molto sul vago, visto che ho avuto una sorta di "doppio messaggio" ma forse anche triplo viste le fonti... buono studio a tutti!

  7. #52
    Partecipante
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    allora secondo me su asse I : indagare l'attacco di panico + episodio schizofrenico (psicotico breve)+ episodio depressivo? asse 2: indagere possibile disturbo paranoide.

  8. #53
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    si effettivamente quello a 19 anni potrebbe essere un dist psicotico breve (anche a seguito della condizione stressante dell'arruolamento militare) con anche attacchi di panico.
    Gli altri sintomi a 25 anni sembrano più nevrotici tranne le paranoie... (quindi forse personalità paranoica o disturbo delirante... bohhhh
    episodio depressivo non lo vedo..
    che casino... speriamo siano più evidenti quelli che ci capiteranno!

  9. #54
    Partecipante
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    21-12-2005
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    inappetenza, disturbi gastrici, cardiopalmo, insonnia, disagio, senso di devalorizzazione, piu' isolamento lavoro amici.. io dei sintomi depressivi li vedo..pero' booo... nn mi e' chiarissimo

  10. #55
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    si riflettendoci è vero!
    vabbè dai un caso fin troppo complesso!

  11. #56
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    Citazione Originalmente inviato da COICAKINA Visualizza messaggio
    si riflettendoci è vero!
    vabbè dai un caso fin troppo complesso!
    Ciao Coicakina posso chiederti una cosa? Ma per ogni disturbo bisogna farsi diagnosi differenziale e strumenti di valutazione, io su qest'ultimi sto avendo un pò di difficoltà, tu come li stai organizzando?

    ps.: Puoi suggerirmi un sito in cui ci sono esempi di casi clinici?

  12. #57
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    ciao!
    allora per i casi il link è Superare l'esame di stato: raccolta di prove d'esame - Sito "Psicologo: verso la professione - Dall'esame di Stato al mondo del lavoro 3/ed" - Psicologia - The McGraw-Hill Companies S.r.l.
    io non mi faccio la diagnosi differenziale, studio sull'ABC.
    Come strumenti io consiglio di fare sempre MMPI e la WAIS oltre a qualche proiettivo... poi dipende dai casi!
    spero di esserti stata utile!

  13. #58
    Partecipante Affezionato L'avatar di antonella82
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    Buongiorno,
    volevo augurarvi in bocca al lupo x domani!!!Speriamo bene..
    Ciao
    Antonella

  14. #59
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    Citazione Originalmente inviato da COICAKINA Visualizza messaggio
    ciao!
    allora per i casi il link è Superare l'esame di stato: raccolta di prove d'esame - Sito "Psicologo: verso la professione - Dall'esame di Stato al mondo del lavoro 3/ed" - Psicologia - The McGraw-Hill Companies S.r.l.
    io non mi faccio la diagnosi differenziale, studio sull'ABC.
    Come strumenti io consiglio di fare sempre MMPI e la WAIS oltre a qualche proiettivo... poi dipende dai casi!
    spero di esserti stata utile!
    Grazie mille, sei stata utilissima, alla fine neanche io ho fatto la diagnosi differenziale...in bocca al lupo a tutti!!!!

  15. #60
    Matricola
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    Riferimento: Parliamo solo di terza prova !!!!!!

    ma voi riuscite ad entrare nella sezione esame di stato dell'universitò di chieti???non si capisce più niente!

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