Qualcuno ha letto questo saggio -da poco uscito per le Edizioni Antigone- di Sandro Panizza? Io non ancora, l’ho solo sfogliato in libreria e letto la quarta di copertina, quindi aspetto prima di dare una valutazione con cognizione di causa. Nondimeno, devo dire che l’idea del 'relazionale' in Freud -o di un Freud 'relazionale'-non è affatto nuova, almeno per chi ha incontrato l’insegnamento di Lacan. Certo, si tratta di mettere in questione l'idea di 'relazionale', ma è confortante scoprire che nel 2009 non siano solo i lacaniani a sostenere non solo il piacere, ma anche la necessità di ritornare a leggere Freud, tra l’intrapsichico e il relazionale, in altre parole: la sua attualità, più che un ‘paradigma vetusto’. Come dire, qualcuno c'era arrivato più di mezzo secolo fa, ma come si suol dire: ‘meglio tardi che mai…’ !!
Saluti,
ikaro
Il piacere di riscoprire Freud tra intrapsichico e relazionale
"Di recente ho incontrato un Freud diverso da quello a cui ero abituato". L'autore racconta in questo libro la sua scoperta di un Freud "pulsionale" ma anche "relazionale", una figura a cui ci invita ad accostarci con la mente libera da stereotipi e sforzandoci di assumere lo sguardo di un contemporaneo: non per farci passivamente indottrinare, ma per dialogare con lui. Per gustare gli scritti di Freud e per comprendere le sue parole nel senso originario dobbiamo trasportarci nella sua epoca e nel suo ambiente, immedesimandoci nel suo modo di pensare e di vivere. A partire dalla propria esperienza personale, Panizza ci guida a rileggere con occhi nuovi le intuizioni degli inizi, i testi fondamentali degli anni 1914-15, le revisioni degli anni venti, le elaborazioni dell'ultimo periodo, permettendoci di scorgere spunti straordinari anche dietro le quinte delle più temerarie speculazioni astratte. Rievoca poi, con l'aiuto del medico di Freud, Max Schur, la battaglia contro la malattia. Ma a conclusione del libro riprende un testo degli inizi del Novecento, 77 motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio, facendo emergere dell'uomo Freud non i pensieri di morte e di rassegnazione ma l'ironia e la speranza. La competenza dell'autore si unisce qui a una passione che si comunica a chi legge attraverso la felice leggerezza della scrittura. Il libro risulta così una presentazione veramente inconsueta di Freud e della psicoanalisi.
Nei sei seminari, l’attenzione fa la spola dalle opere di Freud alla sua vita, in un rimando ricorsivo. L’artificio adottato per leggere i singoli passaggi consiste nel farci suoi contemporanei, oltre l’idealizzazione: trasportarci nella sua epoca e ambiente, sederci alla tavola della Bergasse e assistere, come un cronista ’partecipe’, alla nascita di incontri, amicizie, e affetti. L’obiettivo è di poter vivere la vita di Freud con Freud immerso nelle sue relazioni: sia sul versante affettivo e famigliare, sia sul versante del movimento psicoanalitico. Contemporaneamente scorrere il filmato della nascita delle opere che appaiono immerse nel contesto esistenziale, affettivo e professionale, e talora, lo trascendono. L’apparato di ricerca, si avvale dell’esame dei testi classici, quali le opere, le lettere, e biografie; e dell’analisi di testi anomali, quali filmati, film, sceneggiature, romanzi biografici. Da questo vertice, appare un Freud vivace, interattivo, che esce dalla pagina scritta, per acquistare un’agile tridimensionalità nei rapporti con i contemporanei e con i posteri, e con le sue stesse teorie. E per raccontarci la psicoanalisi come un’avventura tra l’intrapsichico e il relazionale.
L’idea di fondo che attraversa e impegna tutti i seminari, è che Freud, tanto nella vita quanto nelle opere, rivela un continuo rimando tra aspetti intrapsichici e relazionali: dagli ‘Studi sull’isteria’ al ‘Compendio’: dagli inizi alla fine. Questa particolare lettura abbraccia l’idea di una continuità tra Freud e molti aspetti della psicoanalisi contemporanea, piuttosto che l’idea di una rottura con un paradigma vetusto. Tale prospettiva, che dipinge l’essere umano, contemporaneamente come individuo e essere sociale, attraversa la filosofia dei seminari: le opere di Freud oltre a parlare in se stesse, si aprono agli autori del futuro, ammiccano agli autori dell’attualità e della posteriorità. L’uomo di Freud esce dallo steccato istintuale, in cui spesso è confinato, per apparire variegato nella sua composizione complessa: corpo-mente-relazione.