Originalmente inviato da
lalangue
Vediamo di aggiungere qualcosa, così, alla rinfusa (le prime cose che mi vengono in mente).
Rapporto madre-bambino. Tra Bion, Freud e Winnicott.
Il prototipo del piacere, del sessuale, è racchiuso nei momenti di presenza/assenza della madre. La fame, nel suo substrato biologico, elevata al rango di pensiero, nel circùito del desiderio. Il bambino e la sua Hilflosigkeit, la sua dipendenza totale dal seno. L'onnipotenza del bambino e l'importanza che hanno le oscillazioni tra soddisfazione del bisogno e assenza della madre (frustrazione del bisogno). Il pensiero e la parola che nascono proprio da lì. Il narcisismo primario, l'indipendenza totale dell'infans che si crede tanto potente da generare autonomamente la soluzione per i propri bisogni e per distruggerla, in seguito (posizione schizoparanoide). La posizione depressiva, in cui il bambino riesce ad accedere alla simbolizzazione, con la perdita che ne consegue ("io non posso tutto, ma almeno qualcosa").
La soddisfazione, inizialmente misto di biologico e psichico, poi vira decisamente sullo psichico. La suzione del dito e il piacere orale. Il bambino e la soddisfazione allucinatoria. La fase orale e il prototipo della soddisfazione sessuale.
Il rapporto sessuale non esiste. Lacan, Freud, lo specchio e l'altro come funzione.
Il desiderio è un circùito che perennemente si rinnova, sostenuto dalla pulsione. L'unione sessuale è uno dei momenti più intimi, nel paradosso che questa frase contiene. Si oscilla sempre tra la massima condivisione e il piacere, la prima relazionale, il secondo solipsistico. All'apice, ci si dimentica dell'altro. Prima, si ricerca il piacere dell'altro. Cosa fa piacere all'altro? Cosa cerca l'analista? Questa è una funzione simbolica. L'analista viene ricompreso nel circùito del piacere. Fa da garante, depositario del Sapere. Il paziente cerca la soluzione del suo problema/desiderio nel Sapere dell'analista. L'analista non esiste come ente totalmente separato, con un suo sistema di piacere svincolato da quello del paziente. Viene messo in quella posizione, a completare. In questo fa parte del meccanismo del transfert, proprio come l'altro nel momento del rapporto: deve completare, deve dare soddisfazione. Così si ricrea l'Unione Originaria. Qualcosa, però, non torna. L'altro, l'Altro, sfugge. Il senso di disillusione è fugace. Si ricomincia.
Il sessuale e l'amore
Cosa ci può essere di nuovo? In cosa l'altro ci apporta delle novità? Come fa a scardinare questo modo di funzionare autoreferenziale? Probabilmente è proprio la sua capacità di disilluderci. Una oscillazione PS-D (posizione schizoparanoide-posizione depressiva, in senso bioniano). La capacità di ricomprendere a livello di qualcosa di pensabile il fatto che si incontra un punto che non è di ricongiungimento definitivo (mortifero) con la soddisfazione, ma di continuo rilancio, di scommessa e di possibili ulteriori guadagni. Il transfert è una ripetizione, pur attualizzata. L'amore è qualcosa che si ripete, da un lato, ma che in una qualche misura sfugge quel tanto che basta per farci sentire vivi.
P.S.: in questo senso, forse, è valido l'assunto del senso comune per cui in amore vince chi (s)fugge, chi riesce ad esistere come parziale corrispondenza al desiderio dell'altro ma se ne discosta quel tanto che basta per farsi percepire come separato