Originalmente inviato da
Megiston Matema
la perversione pone diversi problemi etici di non facile soluzione, rispetto ai trattati ottocenteschi di Krafft-Ebing, Havelock Ellis e Paul Näcke, e a ciò che ne scrisse lo stesso Freud, molte cose sono profondamente cambiate. Per quanto riguarda la differenziazione freudiana fra “deviazioni rispetto all’oggetto sessuale” e “deviazioni rispetto alla meta sessuale”, mi pare che per le prime già da tempo l’omosessualità maschile e femminile sia stata derubricata dal novero delle perversioni, ma non così la zoofilia e la pedofilia; per le seconde, direi che il coito orale e anale siano fuori questione, mentre vi entrano di diritto ancora il feticismo, il voyerismo, il sadismo e il masochismo. La pedofilia, in particolare, se è considerata una pratica aberrante e abietta dalla nostra sensibilità di uomini moderni, sembra fosse vista con più indulgenza dalla cultura greco-romana che, anzi, ne faceva un cardine dell’educazione dei fanciulli (l’erastes educava l’eromenos a diventare un uomo adulto, maturo e un buon cittadino, in battaglia combattevano affiancati e diventavano una potente macchina da guerra perché l’uno era attento a difendere la vita dell’amato; solo l’impatto asessuato della falange macedone ebbe la meglio sul battaglione sacro di Tebe, costituito da coppie di amanti, che morirono accoppiati sotto l’acropoli di Cheronea infilzati dalle sarisse macedoni).
Non si hanno poi molte notizie dei “tagliatori di trecce”, per mancanze delle stesse, però sembra che quel tale Restivo, accusato dell’omicidio di Elisa Claps, fosse solito tagliare ciocche di capelli con un taglierino e farne collezione.
Certo, è fortemente insoddisfacente la dizione del DSM-IV di “parafilie”, che andrebbe a sostituire il termine di perversione e che dovrebbe eliminare la questione etica per ancorare questo complesso di disturbi ad una differenza rispetto ai “normali modelli di attività finalizzate all’eccitamento sessuale” e che “in misura variabile può interferire con la capacità di instaurare attività sessuali affettuose e reciproche”. I “normali modelli” si spostano impercettibilmente di epoca in epoca, le trecce non esistono più, e poi è discutibile il termine “affettuose”, niente vieta che i rapporti parafiliaci non siano anche affettuosi, almeno in alcuni casi, o che esista una “reciprocità” funzionale (basti pensare ai legami sado-masochistici).